I garage dei condomini di via Buozzi a Reggio Emilia per i ladri sono come il nettare per le api, stando a quanto si sta verificando da alcune settimane. A dimostrarlo non solo l’arresto di due adolescenti la settimana scorsa e quello di tre giovanissimi reggiani questa notte, ma anche le continue chiamate dei residenti al 112, molte delle quali hanno sventato raid furtivi compiuti soprattutto nelle ore serali e della notte.

Ed è proprio la collaborazione dei residenti che questa notte ha consentito ai carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia di intercettare tre giovanissimi reggiani che con guanti calzati, torcia e piede di porco avevano forzato due garage asportando due sacchi con all’interno indumenti vari, coperte e materiale elettronico di proprietà di una residente 65enne reggiana. I militari hanno arrestato tre ventenni reggiani ristretti al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura. In particolare alle ore 00,15 odierne, a seguito della richiesta d’intervento giunta al 112 da parte di un residente che segnalava un furto in atto all’interno di alcuni garage di un condominio di via Buozzi, alcuni equipaggi della radiomobile giungevano sul posto notando la presenza di una persona in strada che, evidentemente con il ruolo di “palo”, alla vista dei carabinieri si dava alla fuga facendo perdere le sue tracce. Nel contempo gli operanti si recavano nei garage seminterrati del condominio dove sorprendevano tre giovani tutti con guanti calzati, uno dei con in mano una torcia accesa ed accanto a loro un piede di porco nonché due grossi sacchi in cellophane appena asportati da uno dei due garage che risultavano forzati. I tre, identificati in altrettanti 20enni reggiani, venivano condotti in caserma dove alla luce dei fatti venivano dichiarati in arresto con l’accusa di concorso in furto aggravato. La refurtiva, recuperata dai carabinieri, veniva restituita alla derubata. Le indagini stanno proseguendo per risalire all’identità del giovane fuggito alla vista dei carabinieri nell’ipotesi che lo stesso potesse essere il palo dei ragazzi finiti in manette.