Favorire la riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura e dello spettacolo e salvaguardare i posti di lavoro degli operatori attivi nel settore, “che in alcuni casi sono fermi da oltre un anno”, con un’attenzione particolare verso le realtà che organizzano attività dal vivo. Sono alcuni tra gli inviti rivolti all’Amministrazione, finalizzati a sostenere il comparto della cultura, contenuti nell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 13 maggio. La mozione a prima firma di Ilaria Franchini (Pd), sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, chiede anche di facilitare l’accesso al credito per le imprese del settore.

Presentando il documento in aula, la consigliera ha sottolineato le difficoltà del settore della cultura, “fortemente colpito” dal Covid e ancora caratterizzato da “una situazione di incertezza”: la crisi ha portato alla chiusura di locali, circoli e associazioni, mentre la riprogrammazione degli eventi sulle piattaforme digitali “non sostituisce, culturalmente ed economicamente, gli eventi in presenza”. Inoltre, la ‘perdita’ dei luoghi della cultura “ha penalizzato la socialità: Modena ha bisogno di luoghi del sapere e di relazione, anche in periferia, attraverso cui si creano ricchezza e benessere diffuso”.
L’emergenza, come riporta la mozione, ha avuto una seria ricaduta pure sul personale impiegato nel settore “che non ha avuto adeguato sostegno” visto che “centinaia di persone sono rimaste senza lavoro e senza adeguata tutela contrattuale”. Peraltro, per via della modalità digitale, “molti operatori non possono lavorare perché l’attività è legata all’organizzazione delle iniziative dal vivo”.
In vista della Notte europea dei musei, in programma a Modena sabato 15 maggio, Franchini ha auspicato che quest’iniziativa “rappresenti una ripartenza: il settore ha ripreso lentamente e gli spettacoli live rimangono penalizzati”. L’ordine del giorno, sollecitando quindi la definizione dei “parametri normativi per la riapertura, coinvolgendo la Regione”, suggerisce di sostenere il settore e il personale (“l’immissione di risorse, che ritornino in un circolo virtuoso alla comunità anche per ricostituire un tratto identitario e di tenuta sociale”) e impegna il Comune a valorizzare e promuovere le proposte sul territorio, favorendo “il coordinamento tra associazioni, circoli, teatri, fondazioni per un programma culturale condiviso”.
Aprendo il dibattito per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti, sottolineando che l’articolato settore degli spettacoli dal vivo “è tra quelli più penalizzati dal Covid”, ha citato un recente bando della Regione “con uno stanziamento di oltre due milioni di euro anche per questa tipologia di imprese in difficoltà”, rappresentando dunque un’azione “di sostegno, almeno parziale”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha osservato che il settore culturale è “fondamentale in quanto aggregante e relazionale” ma si sarebbe dovuto dedicare “altrettanta attenzione al ritorno della didattica in presenza nelle scuole superiori”. Il lockdown, ha aggiunto, “poteva aver senso solo nella fase iniziale dell’emergenza”.
“Il settore era già precarizzato prima della crisi”, ha ricordato Camilla Scarpa (Sinistra per Modena), sollecitando l’adozione di maggiori diritti e tutele per i lavoratori. “La cultura deve diventare centrale per Modena, anche per il valore in termini di coesione sociale”, ha affermato, auspicando “azioni di sostegno da parte dell’Amministrazione”.
Rilevando che “gli esperimenti del digitale non riescono ad ampliare la platea del pubblico”, Irene Guadagnini (Pd) ha detto che il comparto della cultura “sta pagando un prezzo altissimo” e tanti operatori “rischiano di non trovare più un impiego”. Per la consigliera è “indispensabile sostenere realtà e personale attivi sugli eventi live”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) si è detto “d’accordo sulle riaperture, pur nel rispetto di misure di sicurezza da definire”. Annunciando che “parteciperò alla Notte dei musei per esprimere sostegno al settore”, Bertoldi ha auspicato “di recuperare i lavoratori della cultura che in questi mesi hanno dovuto, per necessità, lasciare il settore”.
“La crisi ha dimostrato appieno il ruolo della cultura – ha affermato Paola Aime (Verdi) –, anche sul fronte della socialità, ed è quindi giusto sostenerla”. La consigliera ha suggerito pure una riflessione sul ruolo del digitale: “Le nuove tecnologie possono affiancare gli eventi in presenza, con forme miste, allargando il pubblico”.