Presso la caserma “Ten. Gen. Achille Borghi” di via Mazzini, sede del Comando Provinciale, si è celebrato il 247° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, alla presenza del Prefetto, S.E. Dott.ssa Iolanda Rolli.
Per le note limitazioni legate alla pandemia ancora in corso, le celebrazioni della ricorrenza sono state improntate alla massima sobrietà, senza lo schieramento di reparti in armi.
Vi hanno preso parte i Comandanti di Reparto e gli Ufficiali dipendenti, una ridotta rappresentanza di Finanzieri in servizio a Reggio Emilia e presso le Tenenze di Correggio e Guastalla nonché il Presidente onorario della locale Sezione A.N.F.I., in rappresentanza delle Fiamme Gialle in congedo.

Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella, e dell’Ordine del Giorno Speciale del Comandante Generale, Gen. C.A. Giuseppe Zafarana, è intervenuto il Comandante Provinciale di Reggio Emilia, Col. t.ST Edoardo Moro, per tracciare il bilancio operativo del 2020 e sottolineare lo sforzo profuso “a tutto campo” a tutela di famiglie e imprese in difficoltà e a sostegno delle prospettive di rilancio e di sviluppo del Paese.
Nel suo intervento, il Colonnello Moro, dopo aver ringraziato il Prefetto di Reggio Emilia per la costante, attenta e propulsiva guida assicurata nel coordinamento delle Forze dell’Ordine, ha espresso vivo apprezzamento nei confronti di tutte le Fiamme Gialle reggiane, per lo straordinario impegno profuso, che ha consentito di raggiungere lusinghieri risultati in ogni comparto operativo.
Ha quindi preso la parola il Prefetto di Reggio Emilia, Dott.ssa Iolanda Rolli, che ha rivolto il suo sentito messaggio di ringraziamento alle donne e agli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Emilia per il prezioso lavoro svolto, sempre con generosità e spirito di abnegazione.

BILANCIO OPERATIVO DEL 2020
Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza di Reggio Emilia, Correggio e Guastalla ha eseguito 45 mila controlli per assicurare il rispetto delle misure di contenimento della pandemia, nonché oltre 1.800 interventi operativi e circa 370 indagini delegate dalla magistratura ordinaria e contabile in tutti gli ambiti della propria missione istituzionale.

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI
Interventi mirati e selettivi, fondati sull’incrocio delle banche dati fiscali e di polizia, sul controllo economico del territorio e sulle risultanze delle indagini di polizia giudiziaria e valutaria, nei confronti dei contribuenti ad elevata pericolosità fiscale e, in particolare, verso coloro che pongono in essere condotte fraudolente e illeciti a carattere internazionale: è questa, in sintesi, la strategia adottata dal Corpo dall’inizio della pandemia per arginare i più gravi e diffusi fenomeni di illegalità tributaria e tutelare l’economia legale dall’illecita concorrenza dei frodatori del fisco e dei grandi evasori.
Nel 2020 sono stati scoperti 21 lavoratori in “nero” o irregolari nonché 13 evasori totali, ossia esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti all’Amministrazione finanziaria, recuperando a tassazione una base imponibile netta ai fini delle imposte dirette per quasi 5 milioni di euro e constatando l’evasione di IVA per circa 1 milione di euro.
Sono state eseguite, inoltre, 193 indagini di polizia giudiziaria, che hanno portato alla denuncia di 234 soggetti, di cui 21 arrestati, consentendo di accertare gravi reati tributari, dei quali ben due terzi hanno riguardato il pericoloso fenomeno della fatturazione per operazioni inesistenti.
Il valore dei beni sequestrati per reati in materia di imposte dirette e IVA è di oltre 2 milioni di euro, mentre le proposte di sequestro tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria ammontano a quasi 11 milioni di euro.
In particolare, è stata scoperta, nel 2020, una maxi frode fiscale nel settore dell’edilizia e del trasporto merci, posta in essere ai danni del Fisco da soggetti già coinvolti nelle note indagini per fatti di criminalità organizzata denominate GRIMILDE ed AEMILIA.
In dettaglio, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulle fatture passive annotate dalle tre aziende verificate, nella cui contabilità sono confluite fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per oltre 5 milioni di euro di imponibile ed IVA pari a circa 1,5 milioni di euro.
I responsabili della frode, che così hanno potuto abbattere in maniera considerevole la propria base imponibile, ottenendo indebiti risparmi d’imposta, si sono avvalsi di prestanomi, giovandosi anche del contributo assicurato dal consulente fiscale di riferimento delle società controllate, tutti deferiti all’Autorità Giudiziaria in concorso tra loro.
Nell’ambito dell’operazione LIGHT OFF sono state eseguite 2 misure interdittive nei confronti di imprenditori reggiani responsabili di frode fiscale e sequestrati beni immobili, disponibilità finanziarie e partecipazioni societarie per un valore di 2 milioni di euro.
Le investigazioni hanno tratto origine dalle preliminari risultanze di una verifica fiscale avviata, nel 2019, dalle Fiamme Gialle nei confronti di una società formalmente attiva nel settore dell’installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e condizionamento.
I successivi accertamenti, svolti anche a mezzo di indagini patrimoniali e finanziarie, hanno consentito di identificare 9 società “cartiere” che, tra il 2016 e il 2019, hanno emesso nei confronti dell’impresa reggiana, sottoposta a verifica, fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per oltre 6 milioni di euro, con conseguente evasione dell’IVA e delle imposte dirette per circa 2 milioni di euro.
Nel contrasto degli illeciti doganali sono state accertate gravi ipotesi di irregolarità in occasione dell’importazione dalla Cina di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale.
In particolare, i militari hanno scoperto che un’azienda, operante nel settore del commercio all’ingrosso di componentistica industriale, ha reso dichiarazioni mendaci ai fini dell’ottenimento dell’esenzione dei dazi doganali e dell’IVA, attestando falsamente che i beni fossero destinati a organizzazioni/enti pubblici.
Nel dettaglio, l’importatore, avvalendosi di una fittizia autocertificazione, ha tentato di occultare il reale intento speculativo delle operazioni in questione, concernenti forniture destinate ad altri operatori commerciali, per dotazione del proprio personale dipendente ovvero per la successiva rivendita a terzi.
Il rappresentante legale delle società è stato, quindi, segnalato alla Autorità Giudiziaria per ipotesi di contrabbando aggravato e falsità ideologica, mentre le merci ancora presenti nei locali aziendali sono state poste sotto il vincolo del sequestro.
Nel settore dei giochi e delle scommesse sono stati svolti 7 interventi ispettivi, di cui 3 si sono conclusi con la denuncia all’A.G. dei titolari degli esercizi, essendo state accertate violazioni penalmente rilevanti.

CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA
Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza ha dedicato una particolare attenzione agli illeciti in materia di spesa pubblica e a tutte le condotte che, mettendo a rischio la legalità e la trasparenza che devono connotare l’azione della Pubblica amministrazione, pregiudicano la corretta allocazione delle risorse, favorendo sprechi, truffe, malversazioni e indebite percezioni.
169 sono gli interventi complessivamente svolti a tutela dei principali flussi di spesa, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, cui si aggiungono 12 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura ordinaria e con la Corte dei Conti.
Tra i controlli in materia di prestazioni sociali agevolate, il Corpo ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione del “reddito di cittadinanza”. Gli interventi svolti in quest’ultimo ambito, anche con il contributo dell’INPS, sono stati indirizzati, in maniera puntuale e selettiva, nei confronti delle posizioni connotate da concreti elementi di rischio e hanno permesso di intercettare oltre 260 mila euro indebitamente percepiti, nonché di denunciare all’Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore, 23 soggetti che, rendendo dichiarazioni false/omissive e attestando circostanze non veritiere, sono riusciti ad ottenere in maniera illecita l’erogazione della predetta misura di sostegno al reddito.
Gli interventi eseguiti per contrastare le condotte di indebita esenzione dal pagamento dei ticket sanitari hanno consentito di verbalizzare amministrativamente la totalità dei 35 soggetti controllati, individuati all’esito di un articolato processo selettivo realizzato incrociando le informazioni contenute nelle banche dati disponibili, i quali attraverso false autocertificazioni si sono sottratti al pagamento di quanto dovuto per oltre 11 mila euro.
Nel settore degli appalti pubblici sono state portate a conclusione le investigazioni sviluppate nell’ambito dell’operazione RE CLEANING, per fatti di corruzione e turbativa d’asta.
Le irregolarità scoperte, confermate anche dall’esito della consulenza tecnica di due periti nominati dall’Autorità Giudiziaria, hanno riguardato gli appalti di molteplici settori, per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro, i cui bandi sono risultati “confezionati su misura”, onde ostacolare la partecipazione dei potenziali candidati e favorire indebitamente le imprese aggiudicatarie.
Tra questi il più rilevante è senza dubbio il bando di gara europea indetto nel 2016 per un valore stimato di oltre 25 milioni di euro, con il quale l’Ente locale ha proceduto all’individuazione del contraente cui affidare per otto anni i servizi di gestione della sosta a pagamento su aree pubbliche, del trasporto scolastico, di controllo ZTL e AP nonché la gestione del servizio di bike-sharing. Si è trattato di un maxi-bando con la predisposizione di requisiti ad hoc, molto restrittivi in relazione a ciascun servizio, tanto da rendere indispensabile la partecipazione alla gara di un’organizzazione di aziende già ben strutturata, così alterando la procedura ad evidenza pubblica e favorendo l’unico soggetto partecipante che, poi, è risultato essere l’aggiudicatario.
Le investigazioni svolte hanno fatto emergere, inoltre, ipotesi di rivelazione di segreti d’ufficio, falsità ideologica in atti pubblici e omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA ANCHE ORGANIZZATA
Sul fronte della tutela del mercato dei capitali, l’impegno profuso nel 2020 si è concretizzato con la denuncia all’A.G. di 26 soggetti, di cui 4 in stato di arresto, per ipotesi di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio per oltre 15 milioni di euro, dei quali 11 milioni di euro sottoposti a sequestro.
Nel campo dei reati fallimentari, sono stati operati sequestri di beni per un valore pari a quasi 6 milioni di euro, su un totale di patrimoni risultati distratti di circa 73 milioni di euro, denunciando 22 soggetti, di cui 5 in stato di arresto.
In applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 58 soggetti, che si sono conclusi proponendo all’Autorità Giudiziaria il sequestro di beni mobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro.
Parallelamente sono stati eseguiti quasi 1.700 accertamenti su richiesta della Prefettura di Reggio Emilia, riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
Sul versante dell’attività di prevenzione in materia di antiriciclaggio sono stati eseguiti, altresì, 24 controlli agli operatori compro oro, mentre sono state approfondite, sul piano investigativo, quasi 400 segnalazioni per operazioni sospette, con presenza di alti profili di rischio soggettivi ed oggettivi nel 27% dei casi analizzati e riguardanti la provincia di Reggio Emilia, un territorio economicamente ricco e oggetto di accertata attenzione da parte del crimine organizzato.
In dettaglio, nell’ambito dell’operazione FUORI TUTTO è stato disvelato, nel 2020, un ampio fenomeno di riciclaggio a carattere transnazionale, connesso a un sistema di frode fiscale realizzato a beneficio di 35 aziende operanti tra le province di Reggio Emilia, Ravenna, Milano e Napoli.
In particolare, sul versante finanziario, è emerso che le somme accreditate sui conti correnti dell’azienda cartiera – con bonifici ordinati dalle società clienti delle false fatture per quasi 11 milioni di euro – sono state sistematicamente riciclate, mediante il trasferimento su conti esteri, intestati ad un’impresa slovacca, attiva nel settore della logistica e del commercio all’ingrosso, riconducibile ad un cittadino italiano, quale unico azionista, e con un management composto anche da soggetti di nazionalità austriaca e slovacca.
Le Fiamme Gialle hanno, inoltre, segnalato alla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale un agente di money transfer ritenuto responsabile di aver reiteratamente violato gli obblighi antiriciclaggio di verifica e identificazione dei propri connazionali, nel trasferimento delle rimesse di denaro nel Paese d’origine.
Nella prima fase delle indagini sono state monitorate 20 anomale operazioni di trasferimento di denaro in Pakistan, con l’indicazione della medesima persona beneficiaria, per un ammontare complessivo di quasi 20 mila euro in un bimestre.
Ad insospettire i Finanzieri è stato il valore di ciascuna delle 20 transazioni, pari ad euro 999,00, apparentemente disposte da dodici differenti clienti della predetta agenzia di money transfer.
In realtà, è stato portato alla luce un vero e proprio sistema di frode messo in atto tramite tecniche di “frazionamento” del denaro contante destinato all’estero, che prevedeva l’attribuzione simulata delle somme da trasferire al di fuori dei confini nazionali a soggetti diversi da quelli reali, mediante l’illecita utilizzazione dei dati anagrafici di altri clienti, talvolta compiacenti ed in altri casi del tutto ignari delle operazioni finanziarie agli stessi intestate, quali formali mittenti delle rimesse di denaro in questione.
In un altro caso, gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno ricostruito la “carriera” di un truffatore seriale, attivo nel settore finanziario, che è stato in grado di sottrarre ai propri clienti oltre 450 mila euro, negli anni dal 2014 al 2017.
Si tratta di somme che erano state affidate, con finalità d’investimento, al professionista in questione, già iscritto nell’Albo unico dei Consulenti Finanziari, il quale le ha poi distratte, destinandole a scopi personali.
Sono stati così ricondotti a tassazione, nel 2020, gli illeciti guadagni nel tempo accumulati dal citato soggetto, il quale, già segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa, è stato, altresì, deferito alla Procura della Repubblica per aver omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali ai fini delle imposte dirette.
Ed ancora, nell’ambito della nota operazione BILLIONS, sono state eseguite, unitamente alla Polizia di Stato, 51 misure cautelari personali per ipotesi di riciclaggio, bancarotta e frode fiscale nonché sequestri di beni e disponibilità finanziarie per 24 milioni di euro nei confronti dei membri di un’organizzazione criminale avente base a Reggio Emilia e operante su tutto il territorio nazionale.
L’analisi dei flussi finanziari riferibili ai soggetti economici coinvolti nelle investigazioni ha permesso di ricostruire movimentazioni pari ad oltre 240 milioni di euro, delle quali ben 50 milioni di euro sono consistite in prelievi di denaro contante.
Tra le condotte contestate agli indagati vi è anche il reato di autoriciclaggio. I sodali infatti provvedevano, attraverso società create ad hoc, ad inviare bonifici all’estero in favore di imprese comunitarie sempre controllate dagli stessi, per un importo complessivo di 1,2 milioni di euro, giustificando le movimentazioni finanziarie quale pagamento di acquisti intracomunitari, rivelatisi fittizi. I fondi così trasferiti venivano poi re-investiti in attività commerciali localizzate sempre all’estero e riferibili all’organizzazione criminale.
L’attività a tutela del mercato dei beni e servizi è stata volta a contrastare la contraffazione di marchi registrati, l’usurpazione di indicazioni di origine e qualità delle merci, le false attestazioni concernenti la corrispondenza dei prodotti agli standard di sicurezza previsti e le violazioni alla normativa sul diritto d’autore.
In tali ambiti, sono stati effettuati 26 interventi, sottoponendo a sequestro circa 127 mila prodotti industriali contraffatti e non sicuri, deferendo 10 soggetti all’Autorità Giudiziaria.
La crisi sanitaria connessa al Covid-19 ha visto la Guardia di Finanza fortemente impegnata, inoltre, nelle attività a tutela dei consumatori, principalmente volte a contrastare le fattispecie fraudolente riferite, da un lato, all’illecita commercializzazione di beni utili a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e, dall’altro, a condotte ingannevoli e truffaldine.
Emblematico il caso di un’impresa di commercio all’ingrosso di prodotti per la pulizia, che nel 2020 ha posto in essere manovre speculative nella vendita di dispositivi di protezione individuale e di gel igienizzanti.
In particolare, i Finanzieri, attraverso una meticolosa ricostruzione contabile, incrociando i dati delle fatture d’acquisto con quelle di vendita, hanno accertato che la società ha applicato sui prodotti in questione ricarichi esponenziali, con picchi sino al 400% rispetto al valore originario di acquisto.
In tale ambito operativo, sono stati denunciati 7 soggetti per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione e sottoposti a sequestro oltre 280 mila mascherine.