Modena, panoramica (Archivio fotografico del Comune)

Immaginare una città del futuro che metta al centro le persone e risponda ai cambiamenti della società; dare precedenza alla rigenerazione e riqualificazione urbana limitando quanto più possibile il consumo di suolo; tutelare e valorizzare le aree rurali; porre attenzione ai servizi di prossimità e ai centri di vicinato, alla mobilità sostenibile e all’efficientamento energetico; portare avanti azioni per contenere e diminuire le emissioni di Co2.

Sono gli input principali che arrivano dal Consiglio comunale all’Amministrazione nell’ambito dell’elaborazione degli indirizzi disciplinari del Piano urbanistico generale (Pug) attraverso l’approvazione all’unanimità, nella seduta di giovedì 23 settembre, di due ordini del giorno presentati rispettivamente dal Pd e dai gruppi di centro destra.
Nella stessa seduta, sono stati approvati anche l’ordine del giorno per un’ecologia dell’abitare e del costruire, presentato da Paola Aime (Europa verde-Verdi) e sottoscritto anche da Pd e Sinistra per Modena (voto a favore anche di Modena civica e Movimento 5 stelle; astenuti Lega Modena e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), e la mozione del Pd, presentata da Tommaso Fasano, che invita, nell’ambito delle strategie di rigenerazione urbana, a dare risposta ai bisogni della popolazione più fragile.
In particolare, il documento del Pd, illustrato da Diego Lenzini, individua come ambiti prioritari d’azione il territorio agricolo; il commercio (da valorizzare nei centri di vicinato e come servizio di prossimità); le politiche abitative sociali, da attuare attraverso un piano d’azione e prevedendo nuove forme dell’abitare; la rigenerazione sia degli edifici pubblici sia di quelli privati, applicando incentivi diretti e indiretti; la mobilità, creando una città in cui tutti i servizi si possono raggiungere a piedi o in bici ed eliminando le cesure nella ciclabilità; il centro storico, in modo che possa essere un luogo di vita per le famiglie e i cittadini.
L’ordine del giorno di Lega Modena, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia e Forza Italia, illustrato da Alberto Bosi di Lega Modena, invita in particolare a rimanere al di sotto del 3% previsto dalla legge regionale di qui al 2050 per i nuovi insediamenti; a favorire un’edilizia di qualità, dal punto di vista ambientale e della funzionalità; a introdurre strumenti che favoriscano il recupero degli edifici nelle aree agricole e la rigenerazione delle abitazioni in città; a rilanciare i centri di vicinato e a progettare infrastrutture innovative per assicurare una mobilità sostenibile alternativa; a riprogettare la rete delle piste ciclabili; a velocizzare i tempi di risposta per favorire i progetti di investimento sul territorio.
Il documento per un’ecologia dell’abitare invita a trovare misure aggiuntive, oltre a quelle già introdotte, per incentivare ulteriormente l’edilizia bio-ecosostenibile in rigenerazione; disciplinare le trasformazioni edilizie introducendo nuovi criteri di compatibilità ambientale, eco-efficienza energetica, riduzione dei consumi e utilizzo di energie rinnovabili, salubrità degli ambienti; prevedere l’aumento del valore ecologico in tutti gli interventi di trasformazione, sostituzione e ristrutturazione edilizia.
L’ordine del giorno che chiede di dare una risposta alle fragilità anche attraverso la rigenerazione urbana, è stato approvato dopo essere stato emendato su iniziativa di Camilla Scarpa (Sinistra per Modena). Sono stati respinti, invece, due emendamenti presentati da Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) per mettere in evidenza che l’offerta in materia di non autosufficienza deve essere adeguata alle mutate esigenze emerse nel corso della pandemia (“e alle quali non è stata data risposta adeguata”) e agli indirizzi previsti dal Pnrr volti alla deistituzionalizzazione dell’assistenza. Il documento approvato invita ad aggiornare la mappa dei fabbisogni in materia di servizi socio-sanitari rivolti alla popolazione anziana, verificando dove e come la pandemia abbia inciso maggiormente; a proseguire nel potenziamento dell’offerta per la non autosufficienza con l’obiettivo di avere strutture diffuse in modo omogeneo sul territorio comunale; a implementare l’offerta di servizi e strutture sfruttando al meglio le possibilità offerte dall’integrazione tra pubblico e privato; ad attivare nuove tipologie di offerta nei servizi di welfare per giovani e nuove famiglie.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO SUGLI ORDINI DEL GIORNO

Il dibattito che ha preceduto l’approvazione dei quattro ordini del giorno collegati alle linee di indirizzo del Pug (che erano state presentate all’assemblea consiliare nella seduta di giovedì 16 settembre) è stato aperto dalla capogruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia Elisa Rossini che si è concentrata sulla mozione per una rigenerazione urbana a sostegno dei più fragili. Spiegando i propri emendamenti, “coerenti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza che su questo tema chiede un cambio di paradigma verso la deistituzionalizzazione”, la consigliera ha affermato che l’ordine del giorno avrebbe dovuto “evidenziare la necessità di un mutamento di rotta anche da parte del Comune. È vero che il sistema di sostegno attuale è soddisfacente, ma la pandemia ha fatto emergere una necessità di cambiamento. Al contrario di quanto si dice nell’odg, Modena non è stata in grado di offrire risposte adeguate, come non lo sono state le altre città, e dovremmo interrogarci su questo, ma non lo stiamo facendo”.

Per Modena civica, Katia Parisi, dopo aver ribadito che contenere il consumo di suolo “è un preciso impegno politico da perseguire fino in fondo”, si è soffermata sulla rigenerazione urbana, “fondamentale anche dal punto di vista dell’efficientamento energetico”, e sul bonus del 110% come strumento essenziale, che andrebbe prolungato “per non rischiare di escludere qualcuno”. Parisi ha evidenziato, quindi, il problema della scarsità di alloggi che costringe molti a trasferirsi nei comuni vicini e a trasformarsi in pendolari, “con conseguente congestione del traffico e aumento dell’inquinamento. Trattenere in città chi vuole viverci è la vera sfida del Pug”.

Il Piano urbanistico generale tiene in sé tutte le politiche di un’amministrazione, ha detto Diego Lenzini (Pd), “e noi lo approviamo in un momento in cui c’è una fortissima presa di coscienza del cambiamento climatico e delle sue cause, alle quali le città contribuiscono molto. Per questo dobbiamo agire con coraggio e con provvedimenti radicali, come abbiamo già fatto cancellando trecento ettari di consumo di suolo già programmato. Dobbiamo essere in grado di immaginare una città che risponda ai bisogni che ci saranno nel 2050, una città ‘dei 15 minuti’, con tutti i servizi a portata di mano, con una mobilità diversa e boschi urbani, e su quella visione elaborare, come stiamo facendo, discipline e tecniche, regole e strategie”.

Tommaso Fasano ha rilevato che la pandemia ha fatto aumentare le disuguaglianze sociali ed emergere fragilità già esistenti, accelerando le dinamiche sociali e mettendo in difficoltà le reti di assistenza. “È necessario, quindi, aggiornare e ricalibrare i servizi di welfare di Modena, che nella pandemia hanno dato risposte adeguate ma che hanno bisogno di forme nuove e innovative. I lavori in corso per il Pug offrono dunque una grande occasione per rispondere alla non autosufficienza anche nella direzione, già intrapresa, di una diffusione il più possibile ampia dei servizi sul territorio”. Mara Bergonzoni ha sottolineato l’importanza di condividere al più presto il percorso del Pug con i quartieri e con i cittadini, e Alberto Bignardi ha messo in evidenza la città carbon zero “come punto d’arrivo”, il miglioramento energetico e la rigenerazione dei grandi contenitori urbani con nuove funzioni”

Per Paola Aime (Europa verde-Verdi) “il rispetto dell’ambiente e la legalità sono le risorse per il domani e per progettare una nuova città che metta al centro il benessere e la salute, che apra un dialogo tra costruito e verde, tra residenziale e produttivo, tra generazioni diverse. Il percorso del Pug – ha aggiunto – offre alla politica la possibilità di fare un balzo in avanti, tenendo al centro il futuro, l’ambiente e la sostenibilità urbana”.

“Sull’ambiente siamo radicali – ha detto Giovanni Silingardi per il M5s – nel senso che abbiamo idee precise e siamo lontani da ogni compromesso. Votiamo a favore degli ordini del giorno perché pensiamo che complessivamente rispondano a questa visione. Non siamo convinti di tutto, ma ci prendiamo il compito di vigilare affinché gli interventi siano davvero sostenibili, cioè declinati con parametri certi e chiari che tengano conto che siamo in emergenza climatica e ambientale, non valuteremo soluzioni di compromesso. Il Pug dovrà, quindi, cambiare il governo del territorio ma anche, per esempio, l’economia, rendendola subalterna alle ragioni del territorio”.

Apprezzando “l’accordo sostanziale tra le forze politiche sulle linee essenziali della Modena del futuro”, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha detto che bisogna agire “in discontinuità con un passato fatto di costruzioni, consumo di suolo e brutte periferie”, affermando la necessità di “tutelare il territorio, sia urbanizzato sia rurale, che deve tornare a essere protagonista perché parte essenziale delle eccellenze modenesi. Modena deve smettere di consumare suolo, rimanendo sotto i limiti previsti dalla legge”. Per il consigliere, “gli obiettivi degli ordini del giorno devono diventare un impegno stringente per tutti, per dare vita, insieme, a una città migliore”. Barbara Moretti ha condiviso l’ordine del giorno per il sostegno alle fragilità in tutte le proposte, sostenendo però che la condivisione di visione e di linee di indirizzo si scontra “con gli steccati ideologici posti dalla maggioranza nei confronti delle proposte concrete che facciamo, come per esempio l’introduzione del fattore famiglia per l’accesso ai servizi e l’idea dei laboratori famiglia che creavano spazi liberi e informali per sostenere le famiglie dove non arriva il welfare centralizzato”. La consigliera si è augurata, quindi, che ci sia la possibilità di “superare le preclusioni ideologiche”.

Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha messo l’attenzione sulla rigenerazione che deve avere l’obiettivo “di una riduzione drastica del consumo di suolo e della riqualificazione di intere zone della città”. Un altro tema in evidenza è quello della prossimità, “non solo per i servizi ma come nuovo modo di intendere la vita dei cittadini, tenendo insieme, quindi, l’abitare, la salute e i consumi”. Per la consigliera, infine, è centrale il tema dell’abitare “dal punto di vista ambientale e sociale, perché dobbiamo dare una risposta all’emergenza abitativa senza consumare suolo”. Vincenzo Walter Stella ha focalizzato il suo intervento sulla bioedilizia, “un modo sano di costruire per garantire una buona qualità della vita e salvaguardare l’ambiente”. Per questo, ha detto, dovrebbero essere le amministrazioni per prime, “tramite propri regolamenti, a sollecitare e sostenere la strada della bioedilizia e, ancora prima, della bioarchitettura che permette di progettare edifici realmente sostenibili”. Secondo il consigliere è altrettanto importante, però, “un’azione di bonifica dei suoli inquinati che non deve essere strettamente collegata a progetti di rigenerazione ma preventiva”. È importante che il Pug “possa contenere in sé anche le scelte per gestire le questioni sociosanitarie – ha detto Federico Trianni – creando un sistema predittivo e adattativo rispetto alle nuove necessità di una società che sarà sempre più anziana e fragile”. È necessario, ha aggiunto, “ripensare i servizi alla persona, come emerso drammaticamente anche durante la pandemia, attraverso nuove strategie che il Pug può facilitare, organizzando un territorio che risponda alle nuove esigenze”.

In conclusione, e sottolineando il “valore fondamentale del dibattito che si è aperto per veicolare i contenuti del Pug”, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha ribadito che il Piano “pone al centro la persona e ogni persona ha fragilità e potenzialità, esprime bisogni o, se non lo fa, è perché non li conosce. La comunità e le istituzioni devono mettere tutte le persone nelle condizioni di esprimere i propri sogni e obiettivi. Mettere al centro la persona vuol dire ripensare lo spazio pubblico, il concetto di abitare (ampliando gli spazi integrativi per favorire l’integrazione comunitaria) e la pedonalità”.