Fra le risorse naturali che maggiormente risentono degli effetti del cambiamento climatico c’è sicuramente l’acqua, un bene di fondamentale importanza, e le previsioni relative ai prossimi anni tracciano uno scenario in cui la probabilità di eventi siccitosi è crescente. In particolare, l’Emilia-Romagna rischia una siccità pluriennale che avrebbe un impatto significativo sulle acque superficiali e sotterranee.

Quanta acqua avremo a disposizione nei periodi di siccità che prossimamente si verificheranno?

Sarà sufficiente per garantire il funzionamento della nostra società e della nostra agricoltura? Dove la prenderemo se quella che abbiamo non sarà sufficiente? Per rispondere a queste domande e trovare delle soluzioni è nata una collaborazione tra Arpae, Gruppo Hera e Unibo, che ha portato alla nascita del progetto Resilient Water, presentato oggi pomeriggio nell’ambito del convegno “L’acqua che verrà. Cambiamento climatico e nuove sfide e soluzioni per il ciclo idrico” che si è tenuto al Competence Center di Bologna.

Resilient Water: una collaborazione strategica per trovare soluzioni concrete a tutela della risorsa idrica

L’obiettivo di Resilient Water è sviluppare un unico sistema di raccolta dei dati e condivisione delle conoscenze per il monitoraggio, l’analisi degli indicatori meteorologici e idrologici, a supporto dei processi decisionali e delle politiche da intraprendere per la gestione e l’allerta delle crisi idriche pluriennali.

In particolare, il progetto prevede, e in parte ha già realizzato, quattro passaggi: l’analisi climatica di tutte le precipitazioni passate e la verifica della probabilità di nuove siccità; la realizzazione di un sistema di sensori e modelli per monitorare lo stato delle nostre risorse idriche superficiali e sotterranee; l’analisi dei trend e stima della disponibilità di acqua, ad esempio nei pozzi, per prevedere quando ci sarà necessità di intervenire, anche attraverso lo sviluppo di algoritmi predittivi di intelligenza artificiale e di un cruscotto di monitoraggio/allerta; la definizione di linee guida per la gestione delle criticità e dei possibili interventi infrastrutturali necessari per fronteggiare la siccità.

Baroncini e Molari

“L’acqua è un bene di fondamentale importanza, che non va dato per scontato e che sempre di più va consumato e gestito responsabilmente, anche per far fronte alle situazioni difficili che si verificheranno a causa del cambiamento climatico – afferma Alessandro Baroncini, Direttore Centrale Reti del Gruppo Hera –. Per quanto ci riguarda, lo facciamo da tempo puntando in particolare sulla resilienza delle reti, il rinnovamento e l’adeguamento delle infrastrutture con l’utilizzo anche di tecnologie innovative, la rigenerazione e il riuso della risorsa, il contenimento dei consumi, investendo in media oltre 100 milioni di euro ogni anno solo nel ciclo idrico integrato, il 30% in più rispetto alla media italiana. Anche attraverso un monitoraggio costante di reti e impianti e oltre 2.000 analisi al giorno, il nostro obiettivo è tutelare la risorsa e garantire continuità e qualità del servizio sui territori gestiti. Questo progetto ci permette di fare un ulteriore passo avanti in una sfida che si vince solo insieme, costruendo reti di collaborazione”.

“I cambiamenti climatici e il loro impatto sulla gestione delle risorse idriche sono una sfida globale che la comunità accademica internazionale affronta ogni giorno, mettendo a disposizione le proprie risorse migliori – commenta il Rettore Giovanni Molari -. La collaborazione tra Alma Mater, Hera ed Arpae è un esempio virtuoso che trova una cornice ideale nella tradizione storica dell’Emilia-Romagna, che da tempo gestisce il governo delle acque con lodevole lungimiranza. I risultati presentati confermano che la ricerca di soluzioni sostenibili deve essere supportata da una stretta interazione fra conoscenze scientifiche, competenze tecniche e responsabilità politiche. L’Alma Mater è lieta di mettere a disposizione di questo obiettivo – come di altri obiettivi miranti al bene della collettività – la sua lunga e consolidata tradizione di ricerca”.

Giuseppe Bortone

“Una conoscenza puntuale e scientificamente fondata – afferma Giuseppe Bortone, Direttore generale di Arpae Emilia-Romagna – è fondamentale per una corretta valutazione dell’evoluzione della risorsa idrica in un contesto di cambiamento climatico, con cui ci confrontiamo già oggi, e per la formulazione di scenari climatici per il futuro. Arpae riveste un ruolo strategico nell’acquisizione di dati ambientali attraverso le proprie reti di monitoraggio, nell’elaborazione modellistica dei corpi idrici superficiali e sotterranei, nell’elaborazione di scenari climatici di scala locale per affrontare le sfide relative alla disponibilità e alla qualità dell’acqua. Un ruolo attivo nella condivisione dei dati con tutti gli attori della gestione sostenibile della risorsa idrica, in linea con gli indirizzi europei sui Piani di Sicurezza dell’Acqua”.

 

“La disponibilità di risorse idriche è di fondamentale importanza per le attività primarie dell’uomo e gli eventi siccitosi possono avere un impatto rilevante sia sull’ambiente che sull’economia regionale – afferma Irene Priolo, assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna – specie in un momento in cui sono sempre più elevate le richieste da parte di diversi settori, civile, irriguo e industriale. Consegnare alle nuove generazioni un territorio e un ambiente migliori e più sicuri: questa è la sfida per la Regione Emilia-Romagna nell’ambito della missione “Rivoluzione verde” e per questo stiamo ponendo in atto politiche globali per ridurre le emissioni e mitigare l’aumento delle temperature e lo stiamo facendo insieme alle altre regioni del pacino padano. In questo quadro la disponibilità di informazioni specifiche ed aggiornate sullo stato della siccità è un tassello fondamentale per un monitoraggio continuo che permetta alle autorità competenti un utile strumento per migliorare la gestione delle risorse idriche del territorio e la conoscenza dello stato dell’ambiente”.