La Polizia di Stato di Reggio Emilia ha eseguito un provvedimento di sequestro volto alla confisca dei beni nei confronti di un apolide, nomade, ma stanziato da alcuni anni in città. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bologna sezione misure di prevenzione, in 23 dicembre scorso, accoglie quasi interamente le richieste avanzate dal Questore di Reggio Emilia, Ferrari.

Gli agenti hanno pertanto notificato all’uomo, un pregiudicato trentenne, l’atto di ablazione dei beni riferito ad una abitazione sita a Genova e un bene mobile registrato, ovvero un caravan. Il valore degli stessi si aggira sui 150.000 euro.

L’operazione è scattata all’alba ed ha visto impegnati una ventina di Agenti della Questura, con il coinvolgimento dei colleghi Genova e con il supporto degli operatori della Polizia Scientifica che hanno documentato per intero le varie fasi dei sequestri e lo stato dei luoghi e dei beni appresi.

La Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Emilia ha impiegato circa 3 mesi ad effettuare mirate e complesse indagini che hanno interessato le vicende giudiziarie e l’analisi patrimoniale del soggetto, ricostruendo 15 anni di vita dello stesso, dimostrando che la sua attività illecita era iniziata già all’età di 14 anni e che lo stesso, nel corso della sua vita, non aveva intrapreso alcuna utile attività lavorativa. In tal modo è risultato di tutta evidenza che l’uomo non era in grado di assicurare a se stesso e ai suoi familiari neanche un livello di vita di pura sussistenza.

In particolare, la questura ha riscontrato le condanne del medesimo per reati contro il patrimonio. L’indagine patrimoniale ha preso il via da una importante inchiesta condotta dalla squadra di Polizia Giudiziaria del compartimento di Polizia Stradale del Piemonte che, indagando su un “colpo” messo a segno ai danni di un furgone portavalori commesso nel nord Italia e che aveva prodotto un bottini da 200.000 euro, era riuscita a trarre in arresto alcuni nomadi pregiudicati, ritenuti i presunti autori.  La copiosa documentazione investigativa, essendo uno degli arrestati dimorante in questa città era stata rimessa da quell’organo di polizia alla Divisione Anticrimine della Questura, la quale dopo un’analisi di carattere economico ha proposto al Tribunale di Bologna i provvedimenti di sequestro.

In questo contesto, pertanto la misura proposta dal Questore testimonia una consolidata attenzione nei confronti degli autori di atti illeciti ‘lucrogenetici’ e potenzialmente pericolosi per la comunità e connota la mission della Questura come particolarmente attenta al contenimento del fenomeno dei reati predatori, tanto da utilizzare tutte le risorse giuridiche a disposizione, anche pervenendo al sequestro patrimoniale.