Il Comune di Reggio Emilia ha rinnovato per un anno, fino al 31 dicembre 2022, la convenzione con l’Azienda sanitaria locale di Reggio Emilia per l’inserimento di attività di supporto alla Campagna vaccinale contro il Coronavirus nel Catalogo Puc, i Progetti utili alla collettività, che possono essere svolti dai beneficiari del Reddito di cittadinanza nel comune di residenza, con l’obiettivo di favorirne il percorso di ‘attivazione lavorativa’ coinvolgendoli in un progetto di valenza sociale.

Gli enti sottoscrittori della Convenzione si propongono di attivare di 100 titolari del reddito di cittadinanza da destinare al supporto della gestione e dell’organizzazione del piano di vaccinazione presso dall’Ausl, tra cui accoglienza e orientamento dell’utenza, mansioni di supporto amministrativo e sorveglianza degli spazi.

Viene così  ampliata significativamente, con nuove opportunità e benefici per la comunità, la collaborazione già messa in atto in via sperimentale tra Comune e Ausl da maggio e a dicembre 2021, con una decina di titolari di reddito di cittadinanza che collaboravano con l’Ausl nelle diverse attività a supporto del piano vaccinale.

 

HANNO DETTO – L’Accordo tra Comune e Ausl è stato presentato questa mattina dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e dagli assessori al Welfare Daniele Marchi e alla Partecipazione Lanfranco de Franco, e dal direttore amministrativo dell’Azienda Usl Irccs Davide Fornaciari.

“L’Accordo – dice il sindaco Luca Vecchi – rappresenta, per i numeri che mette in campo, un progetto pilota di portata nazionale, che vede finalmente un’applicazione significativa dei Progetti di utilità collettiva nel concreto e che mi auguro venga ripreso presto anche in altri territori. Si tratta di un accordo che si inserisce nel processo di corresponsabilizzazione dell’intera comunità con cui negli ultimi due anni abbiamo affrontato la pandemia, in cui entrano in campo anche i percettori di reddito: credo si tratti di un bel messaggio di responsabilità , solidarietà e civiltà”.

“Dopo una prima sperimentazione positiva lo scorso anno, con 8 percettori di reddito impegnati al centro vaccinale delle Fiere – ha detto il direttore Davide Fornaciari – riproponiamo un’esperienza molto importante a maggior ragione per il numero di persone coinvolte, che ci consentirà di poter sgravare il personale, in particolare medici e infermieri da destinare così alla campagna vaccinale”.

“La cifra di questa operazione è la collaborazione tra Comune e Ausl, ma anche dei cittadini  percettori di reddito con la loro comunità – ha detto l’assessore Daniele Marchi – In quest’ottica, i Puc rappresentano uno strumento importante per l’inclusione sociale e lavorativa, nonché un’occasione di formazione e conoscenza per le persone che partecipano e che vengono così riattivate grazie a competenze trasversali finalizzate al mercato del lavoro”.

“Questo accordo è frutto di un lavoro di squadra e condiviso tra gli assessorati al Welfare e alla partecipazione – ha detto l’assessore Lanfranco de Franco – L’auspicio è che quanto fatto sia di esempio non soltanto per altri territori, ma anche a livello locale per altri soggetti in modo da poter inserire queste persone in altri progetti utili alla collettività: con la collaborazione tra Comune e Ausl la strada è stata tracciata e ci auguriamo che in altri vogliano prendere spunto da questa esperienza”.

 

COME FUNZIONA – A partire da questa settimana, i candidati – individuati prevedendo una coerenza tra le caratteristiche del progetto e le competenze del beneficiario, nonché gli interessi e le propensioni personali – saranno contattati per un colloquio di selezione. Superata questa fase, parteciperanno ad un’attività di formazione, per poi essere avviati all’entrata in servizio negli hub vaccinali entro la fine di gennaio.

I beneficiari saranno impegnati per due turni da quattro o sei ore, fino a un limite settimanale di 16 ore: nella prima fase i cittadini saranno affiancati al personale dipendente dell’Ausl fino al raggiungimento dell’autonomia.

 

Le attività previste presso le sedi vaccinali dell’Ausl situate nel comune di Reggio Emilia potranno essere:

·         Accoglienza l’utenza, verificando il rispetto del distanziamento sociale nelle eventuali file

·         Verificare il corretto posizionamento della mascherina e garantire la sostituzione di mascherine non conformi

·         Far effettuare l’igiene delle mani con gel alcolico

·         Far misurare la temperatura corporea

·         Indirizzare gli utenti alla struttura in cui è prevista l’erogazione della prestazione

·         Accompagnare l’utenza presso i box vaccinali

·         In collaborazione con personale Ausl, sorvegliare l’utenza in attesa dopo l’effettuazione del vaccino

·         Sorvegliare l’area dei parcheggi con fini deterrenti verso comportamenti illeciti

·         Collaborare con i professionisti per mantenere l’ordine ed il decoro della struttura (a titolo esemplificativo: riporre carrozzelle utilizzate dall’utenza, riordino sala sorveglianza post-vaccinale…)

·         Collaborare con le figure amministrative per il check-in dell’utenza (es a titolo esemplificativo: fotocopie di documenti, distribuzione documentazione/materiali nell’area di ingresso e nel punto vaccinale…).

 

QUALCHE DATO – Alla data del 13 gennaio 2022, i beneficiari del reddito di cittadinanza nel comune di Reggio Emilia – secondo la piattaforma ministeriale Gepi – sono all’incirca 2.500. Di questi, 1.774 sono quelli ad oggi in carico ai Servizi sociali, pari a circa il 70% del totale.

 

COSA SONO I PUC – La legge sul Reddito di cittadinanza (decreto legge 4 del 28 gennaio 2019, convertito con modificazioni dalla legge 26 del 28 marzo 2019) stabilisce che i beneficiari – nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale – sono tenuti a svolgere Progetti utili alla collettività (Puc) in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, presso il comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibili con le altre attività dell’interessato e comunque non inferiori a 8 ore settimanali, aumentabili sino a 16 con il consenso di entrambe le parti. La mancata partecipazione a tali progetti da parte di uno dei componenti maggiorenni del nucleo familiare comporta la decadenza del beneficio.

Oltre a un obbligo, i Puc rappresentano un’occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività:

·         per i beneficiari, perché i progetti saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti al Centro per l’impiego o al Servizio sociale del Comune;

·         per la collettività, perché i Puc dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità locale e dovranno intendersi come complementari, a supporto e integrazione delle attività ordinariamente svolte dai Comuni e dagli Enti pubblici coinvolti.