Barbara Lori (Copyright Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore Ballardini Pietro)

Curare, conservare, valorizzare uno straordinario patrimonio ambientale e storico, quello costituito dagli oltre 600 alberi monumentali presenti in Emilia-Romagna. Giganti verdi giunti fino a noi da epoche lontane e tra le cui fronde sono custoditi tesori inaspettati di biodiversità.

La Regione ha stanziato nuove risorse per gli interventi di gestione e cura di questi veri e propri patriarchi della natura: potatura della chioma, consolidamento della stabilità, eliminazione dei rami pericolosi, ma anche posa di staccionate, cartelli informativi, fino a vere e proprie perizie per valutarne lo stato di salute.

Si tratta di 100mila euro per il 2023 che portano a oltre 500mila euro i finanziamenti messi a disposizione nel triennio.

“Continuiamo a scommettere sul nostro patrimonio verde- ha detto l’assessora regionale alla Forestazione e parchi, programmazione territoriale e paesaggistica Barbara Lori- Gli alberi monumentali rappresentano un tassello prezioso della storia, del paesaggio e della nostra cultura. Un valore da tutelare e rilanciare anche in chiave di bene di comunità, coniugando così la protezione di questi ‘giganti senza tempo’ e la valorizzazione turistica e culturale”.

I contributi fino a un massimo di 10mila e 15mila euro

Beneficiari delle risorse sono i Comuni e gli Enti Parco, che possono candidare sia alberi di proprietà pubblica che privata. In questo secondo caso è però il proprietario che deve rivolgersi al proprio Comune chiedendo di inviare la richiesta di contributo alla Regione.

Le tipologie degli interventi ammissibili sono finanziate al 100% in base all’ordine della graduatoria e fino ad esaurimento delle risorse disponibili, per un importo massimo di 10mila euro per ogni domanda; in caso di filari o gruppi di alberi monumentali l’importo massimo ammissibile può arrivare fino a 15mila euro.

Con una novità: il  bando 2023 prevede per la prima volta una quota di risorse riservata agli interventi urgenti per i quali la domanda di concessione potrà essere fatta in qualsiasi momento dell’anno a partire dal 1° gennaio 2023, mentre per quelli gestione ordinaria il termine è fissato al prossimo 15 giugno.

Il Servizio regionale Aree protette, Foreste e Sviluppo della Montagna provvederà in estate a redigere la graduatoria degli interventi ammessi a contributo, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e l’anno prossimo effettuerà i controlli in merito all’esecuzione dei lavori.

Cos’è un albero monumentale

Veri e proprio patriarchi della natura la cui età può arrivare anche a 200 o 300 anni. Ma non solo. Per potersi fregiare della qualifica di albero monumentale occorre rispondere anche ad altri requisiti, oltre all’età, come la circonferenza del tronco, altezza, sviluppo dei rami e della chioma. E poi naturalmente la rarità botanica, la posizione dominante nel paesaggio e, infine, il legame con avvenimenti storici e culturali.

Il regime di particolare tutela cui sono sottoposti questi esemplari ne comporta di fatto l’intangibilità, l’individuazione di un’area di rispetto e il divieto di interventi di qualunque tipo. Fatti salvi ovviamente quelli conservativi e di salvaguardia e quelli di abbattimento. Questi ultimi però solo per casi motivati, improcrastinabili e per comprovate esigenze  legate alla stabilità dell’albero o di salvaguardia della pubblica incolumità.

Gli interventi conservativi e di salvaguardia sono coordinati in ogni fase da figure professionali specifiche e da tecnici di comprovata esperienza e servono al mantenimento delle condizioni di salute dell’albero, al miglioramento della funzionalità fisiologica, alla salvaguardia della zona di protezione, alla tutela della pubblica incolumità.