“Allarme per la carenza di manodopera nelle campagne reggiane: vi è il concreto rischio di dover lasciare marcire i raccolti nei campi”. È il drammatico monito di CIA Reggio che denuncia le difficoltà che stanno riscontrando le aziende agricole nel reperire lavoratori stagionali.

“Sul nostro territorio la carenza di manodopera riguarda specialmente il settore ortofrutticolo e la filiera zootecnica del Parmigiano Reggiano”, entra nel dettaglio Lorenzo Catellani, presidente CIA Reggio. Per quanto riguarda il primo, “siamo dinnanzi a gravi difficoltà per gli ortaggi e la frutta di stagione. Guardiamo con grande preoccupazione a meloni e angurie, eccellenze reggiane che vengono raccolti rigorosamente a mano. A oggi siamo lontani dall’esaudire la richiesta del numero di lavoratori necessari per queste operazioni. Gli imprenditori agricoli hanno percorso vari canali ma il risultato è sempre lo stesso: non si trovano”. L’emergenza riguarda “anche la filiera zootecnica che necessita di personale con una formazione adeguata per la fienagione e le stalle dove si produce il latte per il Re dei formaggi. Anche in questo caso, la mancanza di addetti causa pesanti ripercussioni sul lavoro quotidiano”.

Sul territorio reggiano sono presenti oltre 5mila lavoratori stabili in agricoltura; più di 600 “sono quelli invece stagionali, di cui circa il 60% extracomunitari: il decreto flussi è lento nelle risposte e obbliga gli imprenditori agricoli a bruciare i tempi per inserirli in fretta tra obblighi contrattuali, formazione e familiarizzazione con la lingua. Una situazione che sta diventando insostenibile”.

La carenza di manodopera è dovuta a varie ragioni. L’edilizia viaggia a tutta velocità “grazie ai tanti bonus per gli interventi negli edifici e ha assorbito tantissimi lavoratori che in altri tempi venivano impiegati anche in agricoltura. Lavoratori che in questa stagione vengono impiegati anche nel turismo. A incidere negativamente vi è poi il reddito di cittadinanza: chi lo percepisce è poco disponibile a mettersi in gioco e rifiuta contratti di lavoro molto allettanti”.

Le conseguenze della situazione sono molto pesanti. “Ci sono giunte numerose testimonianze di imprenditori agricoli reggiani che devono rinunciare alla raccolta di determinati tipi di frutta e verdura: si trovano costretti a scegliere il danno minore nel breve ma anche medio termine”, denuncia Catellani. Per cercare di risolvere la situazione, chiede che vengano introdotte “politiche che portino una maggiore semplificazione e flessibilità del lavoro. Penso ad esempio ai voucher che consentono anche a giovani, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza di integrare il reddito attraverso il lavoro occasionale e senza oneri eccessivi per le imprese”.

“La preoccupante carenza di manodopera – conclude CIA Reggio – è un ulteriore problema per le imprese agricole, la cui sostenibilità economica è già fortemente messa a dura prova dai costi di produzione alle stelle gonfiati dai rincari eccezionali di materie prime ed energia, e dall’instabilità dei mercati. L’agricoltura non può smettere di produrre, ma le istituzioni devono intervenire e comprendere che gli agricoltori non possono continuare a lavorare come se fosse una corsa a ostacoli sempre più alti”.