foto: Roberto Brancolini

Il sindacato Funzione Pubblica Cgil dell’Emilia Romagna, su mandato dell’assemblea dei quadri e delegati dello scorso 30 maggio, terrà un presidio davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna lunedì 13 giugno dalle ore 10. La mobilitazione è rivolta al Governo e alla Regione sui temi della sanità, anche alla luce dei recenti avvenimenti accaduti sui territori.

Alla base di questa vertenza sindacale, l’indispensabile necessità di reperire risorse aggiuntive per la sanità (anche alla luce del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna che rappresenta un disavanzo molto rilevante), la sofferenza degli organici conseguente al blocco del turn over messo in atto nell’ultimo trimestre del 2021 e le relative code nei primi mesi dell’anno, la mancata realizzazione dei percorsi di stabilizzazione del personale precario assunto per causale covid (percorsi peraltro previsti all’interno di un accordo) e, infine, le problematiche legate alle sofferenze dei fondi della contrattazione integrativa che mettono a rischio, nel breve, l’erogazione di quote storiche di produttività.

“Anche la FP Cgil di Modena parteciperà con una numerosa delegazione al presidio di lunedì 13 giugno – dichiara Alessandro De Nicola responsabile sanità della categoria modenese –  siamo di fronte ad una situazione gravissima per tutti i lavoratori delle aziende sanitarie del nostro territorio.  Per la mensilità di luglio i lavoratori potranno contare sull’effetto positivo del bonus di 200 euro previsto dalla legge, ma dalle mensilità successive le buste paga potrebbero subire pesanti decurtazioni per effetto dell’insufficienza di risorse per pagare indennità e premi di produttività che al contrario di quello che dice il nome, altro non sono che una quota di stipendio che viene pagata come fosse un premio”.

“Ormai è solo questione di tempo – sottolinea il sindacato modenese – ma la dinamica delle retribuzioni dei sanitari, tecnici ed  amministrativi è segnata: senza interventi di rifinanziamento dei fondi destinati ai lavoratori bisognerà decurtare le buste paga. E tutto questo proprio mentre a livello europeo ed italiano   si parla di sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti!”

“Siamo arrabbiati – conclude De Nicola – e non vogliamo accettare nessuna prospettiva di tagli. Ma questo non può essere un problema solo del sindacato. E’ necessario che anche le istituzioni locali si facciano sentire: ai grandi progetti di nuovi investimenti sulla sanità che si annunciano sui giornali si contrappone invece una realtà ben diversa, fatta di difficoltà quotidiane a coprire i servizi e a garantire le retribuzioni”.