Il maltempo che si è abbattuto su tutta l’Emilia Romagna nel tardo pomeriggio di ieri, con  trombe d’aria, nubifragi, grandinate e tempeste di vento, non ha lasciato indenne la campagna modenese. A farne le spese – informa Coldiretti Modena dopo i primi sopralluoghi in campo – sono state in particolare le aziende agricole del carpigiano e della bassa pianura nei comuni di San Felice, Finale Emilia e Camposanto.

L’episodio più grave – rende noto Coldiretti Modena – si è verificato  nell’azienda agricola Accorsi di Novi di Modena dove un fulmine ha scatenato un incendio che ha distrutto quasi 200 rotoballe di fieno destinate all’alimentazione degli animali. In attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco – rende noto Coldiretti Modena – ad intervenire per primi e a circoscrivere le fiamme sono stati gli agricoltori confinanti arrivati con le botti e le attrezzature aziendali  per distribuire acqua e spostare le altre rotoballe evitando così che l’incendio si propagasse. A Mirandola è stato il vento a provocare i danni maggiori con capannoni e stalle che sono state scoperchiate, filari di vigneti abbattuti e serre divelte. A San Felice e Camposanto – aggiunge la Coldiretti modenese – si registrano perdite di frutta e uva a causa della grandine.

La pioggia – ricorda Coldiretti Modena – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

Siamo di fronte in Italia – sostiene Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato – conclude Coldiretti Modena – è un conto per l’agricoltura di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture.