Da sinistra, il Comandante Provinciale Carabinieri Bologna, Colonnello Rodolfo Santovito e il Comandante Nucleo Investigativo Carabinieri Bologna, Maggiore Giuseppe Nardò

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna hanno portato all’emissione di tre fermi da parte dell’Autorità Giudiziaria felsinea nei confronti dei presunti autori dell’omicidio del giovane 20enne di nazionalità marocchina, rinvenuto senza vita lo scorso 12 luglio in uno stabile abbandonato di via Larga a Bologna, nudo, in una pozza di sangue, con caviglie e polsi legati, martoriato da botte e coltellate.

Si tratta di tre giovani tunisini; due arresti sono stati convalidati mentre per un terzo giovane occorrerà fornire all’Autorità tutti gli elementi già raccolti sulla scena del crimine. Gli indagati – ha spiegato il Comandante Provinciale Carabinieri Bologna, Colonnello Rodolfo Santovito durante la conferenza stampa – avrebbero dato prova di una ferocia bestiale nei confronti della vittima. Si sarebbero accaniti con violenza ripetuta, reiterata, durata diverse ore, tanto da escludere l’omicidio d’impeto.

L’inchiesta dei carabinieri di Bologna prosegue tra intuito investigativo, analisi tecnico- scientifiche e le testimonianze per dare un movente a questo efferato delitto. Secondo gli accertamenti i quattro (vittima e i presunti assassini) si frequentavano e avevano trovato rifugio nell’area dismessa delle Ferrovie dello Stato in via Larga.