Siccità Po – foto di Paolo Panni

La siccità che interessa l’intero paese e che, in particolare, da oltre 7 mesi, stringe la sua morsa sulla pianura Padana proiettando valori di bilancio idro-climatico (BIC) costantemente negativi non interessa esclusivamente le portate dei grandi corsi d’acqua del Nord influenzandone drasticamente i flussi di risorsa idrica, ma ha effetti estremamente penalizzanti anche su tutte le acque classificate come non di superficie.

Le falde freatiche sotterranee infatti risentono pesantemente del sommarsi degli elementi climatici di questa stagione straordinaria dai numeri record; stagione che,  nei fatti, presenta il conto più salato rispetto alle previsioni degli esperti già stimate alla luce degli indicatori verificatisi periodicamente nell’ultimo decennio. La lunga serie di primati negativi riguarda la presenza di acqua nel sottosuolo e lo staff tecnico agronomico del CER Canale Emiliano Romagnolo, grazie agli studi realizzati nei laboratori di ricerca in campo sul risparmio idrico in agricoltura ad Acqua Campus-ANBI di Budrio, nel Bolognese, presenta una capillare analisi statistica dello stato attuale della falda acquifera. In Emilia Romagna le falde freatiche si confermano al minimo storico. Analizzando l’estesa mole di dati storici sui livelli di falda monitorati da oltre vent’anni su tutto il territorio regionale e, confrontando questi con i valori misurati per l’anno corrente 2022, la situazione emerge ai massimi livelli di criticità possibile. Per tutte le province i valori registrati sono ampiamente sotto la media con numeri che variano da un -70% in provincia di Reggio-Emilia a un -127% in provincia di Bologna, dove le falde appaiono più sofferenti.

Nel dettaglio delle analisi provincia per provincia (in grafico allegato) risulta evidente e grave il calo delle falde rispetto alla media storica calcolata da venti anni fino ad oggi: PC: -73%, PR: -92%, RE: -70%, MO:-73%, BO: -127%, FE: -111%, RA: -79%, FC: -110%, RN: -109%