Il Piano nazionale di ripresa e resilienza voluto dal Governo Draghi, con cui a Modena sono stati già assegnati finanziamenti per circa 70 milioni di euro nell’ambito del Programma Next Generation Modena, entra nel Patto Modena Città Sicura. Nel nuovo accordo, infatti, si fa riferimento all’attività di monitoraggio e controllo della legalità dei tanti investimenti previsti sul territorio sia alla rigenerazione urbanistica e sociale che questi possono contribuire a realizzare.

Il nuovo Patto è stato sottoscritto oggi, mercoledì 7 settembre, nella sede della Prefettura con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in collegamento da Roma. Il documento è stato firmato dalla prefetta Alessandra Camporota e dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, alla presenza di autorità civili e militari.
L’accordo di collaborazione, articolato nel rispetto delle reciproche competenze e responsabilità tra le amministrazioni, viene rinnovato in maniera continuativa dal 1998 da Comune e Prefettura contribuendo alla definizione delle politiche di sicurezza integrata e partecipata e di sicurezza urbana. Il nuovo testo ha validità triennale e sostituisce quello in scadenza a dicembre di cui conserva prerogative e obiettivi ribadendo la competenza dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica e il compito dell’amministrazione comunale di rappresentare le istanze di sicurezza del territorio e assumere iniziative di prevenzione sociale e qualificazione dei luoghi che possono prevenire e ridurre disagio sociale e comportamenti devianti.
Il diritto primario dei cittadini alla sicurezza e il disagio sociale che si esprime in diverse forme – dall’utilizzo disordinato e illecito di spazi pubblici alle aggregazioni giovanili moleste – legato alla complessità sociale ma anche conseguenza di pandemia, isolamento e generale incertezza economica, sono i presupposti che rendono necessario condividere e consolidare percorsi di ascolto e confronto con le realtà del tessuto sociale, associativo, produttivo, del mondo del lavoro e delle rappresentanze delle comunità immigrate. Allo stesso modo, i firmatari condividono l’esigenza di valorizzare collaborazioni tra istituzioni e formazioni sociali, oltre che il rapporto delle Forze di Polizia e della Polizia locale con i cittadini.
Tra gli strumenti per sostenere la ripresa sociale ed economica viene sottolineato il ruolo del programma Next Generation Eu. Infatti, gli interventi di controllo del territorio possono essere più efficaci nell’ambito di politiche sociali e piani condivisi di rigenerazione del tessuto sociale e del contesto urbano. Da qui l’importanza dei progetti finanziati dal Pnrr anche nell’ottica di contrastare l’illegalità diffusa. Al tempo stesso vanno sviluppati collaborazione tra forze dell’ordine e aggiornamento professionale, l’interconnessione delle Sale operative e gli obiettivi di azioni sinergiche e progetti specifici per la vivibilità e la coesione sociale; lo sviluppo del sistema di videosorveglianza, anche con l’interfacciamento della banca dati Scntt; l’impulso alla Polizia di prossimità e allo sviluppo di comunità, anche con la rete del Controllo di vicinato.
Fermo restando il ruolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla cabina di regia istituita dal Patto (di cui fanno parte Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Comune e Polizia locale) spetta individuare le problematiche di sicurezza urbana per l’esame in sede di Cposp, valutare gli interventi, verificare l’attuazione dei progetti e concorrere al monitoraggio.
Punti centrali restano il rafforzamento dell’integrazione formativa e operativa con iniziative di controllo stradale, della polizia amministrativa e del contrasto allo spaccio di stupefacenti, alla prostituzione e all’immigrazione irregolare. Un rilievo particolare continua ad averlo la sicurezza stradale, l’attività volta alla prevenzione del disagio giovanile (anche con valorizzazione di misure riparatorie) e della tossicodipendenza, della violenza contro le donne insieme all’aiuto e all’accoglienza delle vittime. Viene introdotto il tema della prevenzione dell’occupazione abusiva degli immobili, con la ricognizione e il monitoraggio delle aree considerate più critiche, ribadendo sia le competenze del Comune sia la piena responsabilizzazione dei privati. Infine, un articolo è dedicato alla necessità di incrementare e razionalizzare i percorsi di educazione alla legalità con riferimento alle attività svolte nelle scuole per la prevenzione dei comportamenti devianti. Allo stesso modo ci si impegna a realizzare iniziative di prevenzione e analisi dei fenomeni di illegalità e criminalità economica favorendo anche l’integrazione di dati e informazioni.

VIDEOSORVEGLIANZA RADDOPPIATA

Tra il 2018 e l’agosto del 2022 le telecamere della videosorveglianza cittadina sono passate da 197 a 374, mentre sono raddoppiati i varchi (oggi sono 30) inseriti nel Sistema centrale nazionale targhe e transiti (Scntt) che consente l’interconnessione e l’integrazione con la banca dati centrale del ministero dell’Interno. Negli ultimi due anni, inoltre, è stata implementata la cartografia digitalizzata delle telecamere, uno strumento di lavoro utilizzato nelle centrali operative di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale.

L’intervento sulla videosorveglianza, con un aumento di 177 telecamere in poco più di tre anni e una diffusione che dalle zone centrali della città ora copre anche le frazioni, sulla base di una progettualità condivisa tra le forze dell’ordine, è forse uno degli esempi migliori per rappresentare funzionalità ed efficacia del Patto Modena città sicura.

Anche l’attività di controllo coordinato del territorio si è sviluppata con numeri significativi: nel 2021 sono stati 350 i controlli congiunti tra forze dell’ordine e Polizia locale (con 24 arresti) ed è stato riaperto il presidio integrato all’Autostazione delle corriere, con la Polizia di Stato di nuovo presente, insieme allo Polizia locale, in una logica di polizia di prossimità.

Nell’ambito dell’attività di prevenzione dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, la Polizia locale ha istituito l’unità cinofila partecipando nel 2021 a 46 servizi congiunti interforze (con 21 arresti).

Anche nella formazione sono state diverse le opportunità di iniziative interforze: dalla prevenzione delle truffe agli anziani all’approccio alle aggregazioni giovanili, fino a privacy e videosorveglianza, alla gestione di software security e alla sicurezza stradale, con particolare attenzione per l’omissione di soccorso.

Negli ultimi anni si è ampliato il progetto del Controllo di vicinato raggiungendo i 93 gruppi attivi, sostanzialmente in tutte le aree della città, con i coinvolgimenti di circa 2.800 cittadini, tra residenti e commercianti.

È stato rafforzato l’impegno a sostegno delle vittime dei reati e nelle prossime settimane è in programma l’inaugurazione di un servizio nell’ambito del progetto regionale “Ervis: Emilia Romagna victim support.

È cresciuta l’attenzione sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati a fronte di un aumento degli arrivi: erano 78 nel 2000, sono diventati 174 lo scorso anno e quest’anno, tra gennaio e il 26 agosto, sono già 167. Si tratta di un flusso di minori (prevalentemente albanesi, tunisini e pachistani) che si somma a quelli già in carico ai Servizi sociali: nel 2021 sono stati gestiti 270 minori, quest’anno siamo già a 327. I minori stranieri, inoltre, se non seguiti adeguatamente, sono particolarmente vulnerabili con il rischio di diventare vittime di sfruttamento lavorativo o da parte della criminalità.

Nell’ambito Patto, inoltre, si è sviluppata l’attività di prevenzione e contrasto del disagio giovanile, per esempio con il progetto “Giovani al centro” o con i laboratori sulla legalità e con gli interventi di educazione alla legalità in coordinamento tra diversi soggetti.

Anche sulla sicurezza stradale si sono sviluppate iniziative di coordinamento tra Polizie locale, con controlli congiunti sul territorio provinciale, e percorsi didattici in ambito scolastico.

“QUESTURA IN FASCIA A, SI PROCEDE”

Grazie alla promozione della Prefettura, già ottenuta, ora anche per la Questura di Modena si stanno definendo le procedure per l’elevazione in fascia A e questo annuncio della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, rappresenta “un passo avanti significativo per la città che da anni chiede una risposta concreta e strutturale alle esigenze di maggiore controllo e vigilanza del territorio”.

Lo afferma la giunta del Comune di Modena sottolineando con soddisfazione come “in occasione della firma del Patto Modena città sicura il Governo abbia voluto accompagnare la sottoscrizione facendo il punto sul percorso avviato rispetto alla Questura, una richiesta sollecitata anche dal Consiglio comunale, e la conferma, altrettanto positiva, dell’aumento dell’organico dei Carabinieri, con oltre 50 militari in più sul territorio provinciale. Nel frattempo, abbiamo già registrato un aumento degli agenti della Polizia di Stato, ma l’amministrazione comunale – aggiunge la Giunta – continuerà a incalzare il Governo per ottenere al più presto anche l’elevazione in fascia A della Questura”.