Sensibilizzare l’intera comunità cittadina sulle necessità e i bisogni delle persone con demenza, contrastando lo stigma ancora elevato che contribuisce all’isolamento e alla mancata richiesta di auto da parte delle famiglie.

È con questo spirito che Modena diventa “città amica delle persone con demenza”, un progetto che vede unite Azienda USL di Modena, Azienda Ospedaliera-Universitaria, Comune di Modena, Associazione “GP Vecchi”, Federfarma e Farmacie comunali, nell’intento di rafforzare la rete di sostegno alle persone con demenza, permettendo loro di vivere sentendosi parte della comunità, rimanendo nella propria casa il più a lungo possibile e offrendo ai familiari maggiori risorse e opportunità per sostenere il loro lavoro di cura.

Con la formalizzazione da parte del Comune di Modena di un tavolo per la realizzazione del progetto, il capoluogo di provincia è entrato a fare parte del network “Dementia Friendly Community”, una prospettiva di approccio, realizzata in diversi Paesi Europei e Nordamericani, che ha come obiettivo il supporto alle persone con demenza e ai loro familiari, la promozione dell’inclusione e della partecipazione sociale, attraverso il coinvolgimento di tutta la comunità.

Diventare “città amica delle persone con demenza” significa impegnarsi a sviluppare un importante progetto che ha il compito di sensibilizzare la cittadinanza e combattere lo stigma, attraverso una serie di azioni che saranno messe in campo progressivamente. La prima è stata la realizzazione di una guida ai servizi della città per pazienti e famiglie, un vademecum che riassume i principali attori (dal medico di medicina generale al Centro disturbi cognitivi e demenze, dai servizi sociali territoriali all’associazione di volontariato GP Vecchi) e il loro ruolo specifico all’interno della rete.

Il piano di azione del progetto si dipana attraverso il coinvolgimento di diversi soggetti che compongono la società civile: saranno organizzati incontri con categorie come farmacisti, commercianti, forze dell’ordine; serate informative dedicate alla vita di quartiere per spiegare il progetto, suscitare l’interesse e promuovere la partecipazione attiva; progetti da realizzare all’interno delle scuole. Spazio inoltre alla promozione di attività psico-sociali e all’adeguamento di percorsi cittadini e della cartellonistica informativa negli uffici pubblici. La formazione è un altro degli elementi fondamentali del progetto, tra quella generale alle categorie coinvolte e quella specifica dedicata a farmacisti (già in calendario, con avvio il 26 settembre) e operatori della sanità.

L’esperienza che Modena si appresta a vivere è stata preceduta da alcune sperimentazioni già avviate sul territorio provinciale, come quella di Formigine che ha aderito al progetto proposto da Alzheimer’s Disease International e quelle dei comuni di Nonantola, San Prospero e Mirandola che hanno formalizzato i tavoli promotori grazie all’impegno delle locali associazioni dei familiari.

 

La Settimana dell’Alzheimer – Sensibilizzazione è la parola chiave del progetto “Modena città amica delle persone con demenza”, così come lo è della Settimana dell’Alzheimer, l’appuntamento annuale che permette accendere un faro sul tema della demenza, una vera e propria emergenza che quotidianamente fa sentire il proprio peso sulle spalle della società. E l’obiettivo dell’iniziativa è proprio ricordare che “ogni giorno” è dedicato alla cura e all’assistenza delle persone con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, alle loro famiglie e agli operatori dei servizi che se ne occupano.

Da sabato 17 a domenica 25 settembre un fitto calendario di eventi interesserà la provincia modenese da nord a sud, ideato e realizzato in collaborazione con il Comune di Modena, le Unioni dei Comuni della Provincia e le associazioni di volontariato che si occupano del supporto ai pazienti con demenza e ai loro famigliari e caregiver. Come da prassi ormai consolidata negli anni, la Settimana si tiene a cavallo della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI), che si celebra il 21 settembre in tutto il mondo.

Il primo appuntamento è per sabato 17 settembre a Modena: in Piazza Roma, dalle 10 alle 19, nell’ambito del Festival della Filosofia, saranno presentate le attività e i servizi erogati dai Centri Disturbi Cognitivi e Demenze della città di Modena. Il giorno successivo ci si sposta a Carpi per la “pedalata contro l’Alzheimer”: ritrovo alle ore 10 presso piazza Martiri con partenza dal sagrato della Cattedrale alle ore 10.30. Seguirà pranzo solidale alle ore 12.30 al circolo Guerzoni in via Genova 1. Sempre domenica 18, a Nonantola, spazio all’arte teatrale con “A chi dimentica”, monologo sull’Alzheimer scritto e interpretato da Roberto Mercadini (dalle ore 21 al Teatro Troisi, via delle Rimembranze 8).

Altre iniziative, tra cui seminari, convegni, eventi formativi e presentazioni di progetti connessi alle demenze, sono in calendario a Vignola, San Cesario sul Panaro, San Prospero, Formigine, Maranello e Riolunato, oltre alla presenza di stand informativi a Carpi, Nonantola, Cavezzo, Zocca e San Felice.

Il calendario completo degli eventi è disponibile all’indirizzo www.ausl.mo.it/calendario-eventi-alzheimer, mentre per informazioni sull’Alzheimer e le demenze senili è possibile consultare la pagina dedicata sul portale Ausl www.ausl.mo.it/demenza.

 

La malattia di Alzheimer È la forma più comune di demenza ed è caratterizzata da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive, uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. Di fronte a questa emergenza sanitaria famiglie, medici, ricercatori, associazioni Alzheimer e istituzioni sanitarie sono chiamati ad agire insieme per dare risposte concrete ai bisogni dei malati e dei loro familiari. Il declino della mente, quello che nella maggior parte dei casi diventa demenza di Alzheimer, comincia già attorno ai 50-60 anni. A confermarlo sono i più recenti studi condotti sull’argomento. La malattia di Alzheimer nel momento in cui si manifesta ha una storia di vent’anni e lesioni cerebrali ormai irreversibili. Difficile, se non impossibile, scoprire i “segni” clinici premonitori (alterazioni del carattere e dell’umore, disturbi dell’attenzione, difficoltà minime nell’organizzazione e pianificazione quotidiana). Salvaguardare la “riserva cognitiva” attraverso relazioni sociali, attività fisica, studio, lettura, stile di vita corretto, ecc. ritarda la malattia fino a cinque anni.