31 ottobre, al Bologna Jazz Festival concerto di Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride, Brian Blade
Redman, Mehldau, McBride, Blade (di Michael Wilson)

Joshua Redman (sax tenore), Brad Mehldau (pianoforte), Christian McBride (contrabbasso) e Brian Blade (batteria): nomi, uno per uno, da far drizzare le antenne agli amanti del jazz. Ma tutti assieme sullo stesso palco danno vita a una tale concentrazione di stelle da rendere il loro tour autunnale europeo uno degli eventi più attesi della stagione su tutto il continente. In Italia li si potrà ascoltare solo al Bologna Jazz Festival, che se li è aggiudicati in esclusiva nazionale. Si esibiranno lunedì 31 ottobre al Teatro EuropAuditorium (ore 21:15).

“A MoodSwing Reunion” è una rimpatriata di vecchi amici: Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, nomi capaci di catalizzare l’attenzione di tutta la comunità jazzistica. Sono stati infatti loro, a cavallo tra anni Novanta e Duemila, a definire, parafrasando Ornette Coleman, la forma del jazz del futuro. E lo hanno fatto cimentandosi in una varietà di contesti espressivi.

Fu Redman a portare assieme questa line up: si tratta infatti del quartetto col quale ha registrato il suo terzo album da leader: MoodSwing (1994, Warner Bros.), uno dei dischi jazz fondamentali degli anni Novanta, consacrazione del talento, dell’estetica musicale e della creatività di quattro musicisti che oggi sono considerati tra i più importanti maestri del jazz internazionale. All’epoca, il quartetto di Redman rimase assieme per circa un anno e mezzo. Nel riformarsi, per la pubblicazione del disco RoundAgain (2020, Nonesuch), seguito di recente da LongGone (2022), la leadership è diventata collettiva: evoluzione inevitabile vista la maturazione delle personalità coinvolte.

In quasi trent’anni ne sono successe di cose: ognuno di questi musicisti, allora semplicemente giovani promesse, è diventato un maestro indiscusso. Basti pensare a Mehldau, che all’epoca non aveva ancora esordito come leader su disco ma che nel giro di pochi anni avrebbe cambiato le regole del gioco con la raffica di volumi di The Art of the Trio. Anche Blade avrebbe esordito su disco solo alcuni anni dopo, oltre a riscrivere la classifica dei migliori jazz drummers dal momento in cui entrò, nel 2000, al servizio di Wayne Shorter. McBride, seppur giovanissimo, aveva già messo in chiaro di appartenere alla schiera degli eletti del contrabbasso: anche la sua folgorante carriera da leader iniziava proprio nel 1994.

Redman sapeva bene cosa stava accadendo nel momento in cui creò questo quartetto: “mi fu subito chiaro che questa band non sarebbe rimasta unita per molto tempo. Erano tutti i più abili e innovativi strumentisti della loro generazione. Erano già molto richiesti, tutti volevano suonare con loro. E ognuno di loro aveva una personalità musicale carismatica: erano destinati a esprimere assai presto le loro personali visioni musicali”.

Nel via vai di collaborazioni degli ultimi tre decenni, in più occasioni Redman, Mehldau, McBride e Blade si sono ritrovati assieme, seppur non tutti in una volta come ora. È Mehldau a esprimere il senso di questa attesa: “Fosse stato per me, ci saremmo rimessi assieme almeno una decina di anni fa. Joshua, Christian e Brian sono i miei eroi. È come suonare con gli Avengers!”.

Informazioni: Associazione Bologna in Musica tel.: 334 7560434 – e-mail: info@bolognajazzfestival.com  – www.bolognajazzfestival.com