Materiale di straordinario valore storico e giudiziario sottratto all’usura del tempo e che ora potrà essere messo a disposizione, per una più puntuale consultazione, di quanti – studiosi, magistrati, avvocati – vorranno approfondire una delle pagine più drammatiche e oscure della storia della Repubblica.

Si è concluso il progetto per il riordino, il restauro e la digitalizzazione dei fascicoli processuali relativi ai delitti commessi dalla Banda della Uno Bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato l’Emilia-Romagna e le Marche provocando 24 morti e oltre 100 feriti.

Una mole enorme di documenti, costituita da 277 faldoni e 11 allegati per 46 metri lineari, relativi ad un arco di tempo che va dal 1990 al 2000, ovvero dalle prime fasi dell’indagine fino al dibattimento in Cassazione. E che comprende anche, in copia, parte del materiale di altre Procure come quella di Rimini e Pesaro.

Oggi a Bologna, nella sede della Regione, la presentazione dei risultati dell’imponente intervento, definito nell’ambito del tavolo di coordinamento del Patto per la Giustizia dell’Area metropolitana di Bologna, su impulso della Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, e avviato nel dicembre 2021.

“Siamo di fronte a un nuovo, importante segnale per riaffermare ancora una volta il nostro impegno per non dimenticare- ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Un impegno diffuso, condiviso da una intera comunità, da Istituzioni, Uffici giudiziari, Tribunale e organismi inquirenti, Ministero e Archivio di Stato, società civile e, soprattutto, l’Associazione dei familiari delle vittime, alla cui presidente, Rosanna Rossi Zecchi, rinnovo la massima vicinanza: ancora una volta ci siamo ritrovati insieme per sottrarre al rischio dell’oblio documenti di straordinario valore e per questo ringrazio tutti i presenti e coloro che hanno lavorato al progetto. Un patrimonio comune che vogliamo consegnare anche alle giovani generazioni e a quanti vorranno approfondire anni drammatici della vita del Paese, in cui i principi stesso del vivere civile e democratico hanno rischiato di essere messi in discussione”.

“Un impegno tanto più urgente oggi in tempi in cui davvero la memoria appare troppo spesso fragile e confusa- ha concluso il presidente della Regione-. E invece ricordare è fondamentale, per capire il tempo in cui viviamo, trarre lezione del passato e costruire un presente e un futuro migliori, fondati sulla legalità e sulla giustizia”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato, insieme al presidente Bonaccini, la presidente dell’Associazione dei familiari, Rosanna Rossi Zecchi, il Procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il vicedirettore dell’Archivio di Stato di Bologna Massimo Giansante.

Presente anche il presidente vicario del Tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi.

Un impegno che continua. L’intervento, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, è stato infatti reso possibile da specifici accordi tra l’Archivio di Stato e la Procura da un lato e tra lo stesso Archivio e il Tribunale e la Corte d’Assise di Bologna dall’altro, per il versamento anticipato, rispetto a quanto fissato dal Codice dei Beni culturali, del materiale relativo alle fasi delle indagini e del dibattimento del processo alla banda della Uno bianca. Si rinnova così la proficua collaborazione già formalizzata nel 2011 e che aveva allora consentito il versamento anticipato della documentazione processuale relativa agli episodi di eversione, terrorismo e strage giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971, consentendo la digitalizzazione di 17 fascicoli processuali per un totale di 972 faldoni, tra cui anche quelli relativi alla strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 e all’attentato al treno Italicus.

 

Il progetto

La digitalizzazione è stata solo la parte conclusiva di un progetto finalizzato a garantire anche un migliore stato di conservazione dei documenti originali, con specifici interventi di depolveratura, disinfezione, pulitura, spianamento, stabilizzazione e dove necessario, di vero e proprio restauro. Il tutto preceduto da un attento lavoro di analisi, riordino, numerazione e descrizione.

All’interno dei fascicoli, oltre ai documenti cartacei prodotti nelle fasi di indagine e dibattimento, anche molte immagini come rilievi della polizia scientifica, referti autoptici, fotografie di identikit,  registrazioni dibattimentali e intercettazioni telefoniche, materiale anche questo censito e puntualmente descritto. Si tratta di 67 bobine, 49 audiocassette e 141 videocassette per le quali è previsto un successivo intervento di conservazione e digitalizzazione finanziato dal Ministero della Cultura.

La consultazione

Al pari di quello relativo agli altri episodi di terrorismo e stragismo, anche il materiale sulla Uno Bianca confluirà nel sistema di consultazione Sestra, messo a disposizione dalla Regione. L’accesso sarà operativo entro giugno. Il materiale, come previsto dalla legge, sarà liberamente consultabile per l’autorità giudiziaria e per le parti, mentre gli studiosi dovranno accreditarsi presentando una richiesta di autorizzazione al ministero dell’Interno attraverso l’Archivio di Stato.

Il progetto scientifico relativo agli atti della Uno Bianca è frutto della collaborazione tra Archivio di Stato di Bologna, Sovrintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna e Regione (Settore innovazione digitale, dati, tecnologia e polo archivistico), che ha sostenuto e organizzato gli interventi di digitalizzazione.