Burnout è un termine che si usa per descrivere uno stato di spossatezza mentale e fisica che emerge come conseguenza di un prolungato periodo di esposizione a stress intenso. In molti casi insorge in ambito lavorativo, ma può essere provocato anche da stress nel privato, ad esempio nel caso del burnout genitoriale. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato nel 2019 che il burnout è un fenomeno occupazionale, contribuendo a una maggiore consapevolezza del problema. Per molti la pandemia ha poi complicato ulteriormente la situazione, e lo smart working ha reso a volte difficile stabilire limiti precisi tra lavoro e tempo libero. Parlare di burnout è dunque più importante che mai, per evitare ripercussioni serie sulla salute delle persone e il conseguente impatto sulla società in generale.

Il burnout è in aumento

Già prima della pandemia, un sondaggio effettuato da Gallup aveva evidenziato che quasi un quarto dei lavoratori dipendenti provava ogni giorno o quasi un senso di spossatezza. Un ulteriore 44% dichiarava di sentirsi spossato sul lavoro qualche volta. Sebbene la tendenza a considerare queste condizioni una normale componente della vita lavorativa, le conseguenze nel lungo termine possono essere serie sia per l’individuo che per l’azienda. Chi presenta segnali di burnout, ma non agisce per attenuarli, rischia di sviluppare disturbi mentali come ansia o depressione, e malattie come diabete e problemi cardiaci. Per le aziende ciò comporta un ovvio calo della produttività, un aumento dei giorni di malattia, e dunque dei costi non indifferenti.

 

Riconoscere il burnout

Essere a conoscenza dei sintomi del burnout è quindi importante per agire in modo rapido se si dovessero presentare. Oltre al senso di spossatezza a cui abbiamo già accennato, chi soffre di burnout prova spesso apatia e distacco dalle proprie mansioni, un calo dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità, cattivo umore e irritabilità, un aumento dei pensieri negativi, e la tendenza a procrastinare le proprie attività. Compaiono spesso sintomi fisici come disturbi del sonno e dell’appetito, e mal di testa. Quando si notano questi segnali, rivolgersi a un professionista per trovare supporto è fondamentale. Su questo sito sono disponibili le informazioni di contatto di ottimi psicologi specializzati in burnout e gestione dello stress, e si può inoltre accedere a un servizio di psicoterapia online per iniziare il trattamento della propria condizione.

 

Come prevenire il burnout

Trovare supporto in caso di burnout è cruciale, ma ancora più importante è agire preventivamente per evitare che insorga. Dal punto di vista individuale è utile abituarsi a notare i segnali di stress, cercando di prendersi particolare cura di sé nei periodi più frenetici. Delegare alcune responsabilità e dire di no a ulteriori impegni quando si è già molto occupati può essere d’aiuto, così come cercare di abbandonare il perfezionismo eccessivo.

È però indispensabile che aziende e datori di lavoro agiscano per primi per tutelare i propri dipendenti dal rischio di burnout. Imporre carichi di lavoro eccessivi con scadenze poco realistiche è non solo poco saggio dal punto di vista della produttività, ma soprattutto mette a repentaglio il benessere fisico e mentale dei dipendenti. È inoltre bene che tutti all’interno dell’organizzazione abbiano ben chiara la divisione dei ruoli e delle responsabilità, per far sì che ognuno sappia con precisione dove iniziano e dove finiscono le sue mansioni. Favorire relazioni interpersonali positive tra il personale è un altro modo per eliminare parte dello stress legato al posto di lavoro. I manager, in particolare, hanno la responsabilità di dare sostegno ai dipendenti e di comunicare sempre in modo chiaro. È infine necessario evitare ogni forma di trattamento iniquo tra i dipendenti, che danneggia il rapporto di fiducia con l’azienda e aumenta fortemente i livelli di stress provati nel quotidiano.