“La CGIL ritiene che nessun avanzamento culturale, sociale ed economico del Paese possa essere realizzato se non si raggiunge una piena parità di genere che porti al superamento di tutte le forme di discriminazione di cui le donne sono ancora vittime. Non è quindi una questione che riguarda sole le donne, ma il progresso del Paese nel suo complesso. Data la situazione particolarmente arretrata dell’Italia,  secondo me è venuto il momento di inserire in contrattazione le quote di genere nelle assunzioni come strumento per colmare questo gap, chiaramente a seconda delle caratteristiche proprie a ogni settore produttivo.

Inoltre la CGIL regionale si impegna a costruire un vademecum per la contrattazione di genere di secondo livello da distribuire ai delegati sindacali. Un Paese che rinuncia alle competenze delle donne, più istruite mediamente degli uomini, è un Paese che rinuncia a crescere nel segmento più alto della competizione”.