ROMA (ITALPRESS) – “Quello dell’edilizia per gli studenti è un tema importantissimo, il nostro pane quotidiano fino al 2026. Questo Governo sa che garantire il diritto allo studio non è una parola ma un percorso, non una ma più azioni contemporaneamente da compiere, anche e non solo con i fondi del PNRR. Il nostro piano è arrivare all’obiettivo di 60.000 nuovi posti letto entro il 2026, a fronte dei 40.000 disponibili già oggi. Questa è l’eredità di decenni, noi dobbiamo crearne altri 60.000. E’ previsto l’ingresso anche degli operatori privati, per consentire di soddisfare appieno la domanda attuale nei tempi imposti dal PNRR, la strada del partenariato tra pubblico e privato è imprescindibile. Il PNRR non impone restrizioni sugli operatori che realizzano gli interventi, servono tutte le forze in campo. Lo Stato da solo non soddisferebbe la domanda. Non è intenzione del Ministero e del Governo compromettere il pubblico puntando sul privato, l’intento è di valorizzare l’impegno che i privati possono dare, dato il bisogno crescente di posti letto e un mercato da creare dal nulla”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, al Question Time alla Camera dei Deputati in risposta a due interrogazioni parlamentari, la prima sull’utilizzo delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’aumento dell’offerta di residenze per studenti universitari, con la finalità di realizzare interventi strutturali e pubblici, presentata dall’Alleanza Verdi-Sinistra, la seconda sulle iniziative urgenti volte ad aumentare le risorse del fondo destinato alla copertura delle spese di locazione sostenute dagli studenti universitari fuorisede, presentata dal Movimento 5 Stelle.
“Il PNRR è solo una parte del nostro progetto di edilizia per gli studenti. Gli stanziamenti della riforma PNRR ampliano la creazione di residenze universitarie e si muovono in parallelo e non in sostituzione delle politiche ordinarie – ha aggiunto Bernini -. A un mese dal nostro insediamento, abbiamo stanziato 467 milioni per le borse di studio, questi sono atti che dicono molto sulle nostre intenzioni per la risoluzione dei problemi, serve la collaborazione di tutte le forze politiche. Con la legge di bilancio abbiamo stanziato 15 milioni di euro per le spese di locazione dei fuori sede iscritti all’Università. L’incremento del fondo è certamente un obiettivo su cui siamo in linea, ma non è il solo strumento che possiamo utilizzare per uscire dal disagio abitativo studentesco. La direzione opportuna è aumentare i posti letto a disposizione di tutti gli studenti, anche rivedendo la struttura degli immobili. Solo agendo sui servizi abitativi fisiologicamente diminuiranno i prezzi degli affitti e il pubblico non è sufficiente. Abbiamo avviato uno specifico gruppo di lavoro che dovrà individuare il costo medio calmierato di ogni posto letto in ciascun territorio. Non abbiamo effettuato alcuna scelta tra pubblico e privato, il nostro obiettivo è quello di raggiungere il target in modo efficiente e nei tempi stabiliti, dando risposte. La sfida è ambiziosa ma l’abbiamo già accettata, anche in anticipo sui tempi – ha concluso il ministro – Il nostro impegno è quello di vigilare, coordinare e mettere in campo tutte le misure straordinarie”.

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