È operativo da alcuni giorni il nuovo Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi 2023, incentrato sulle attività di contrasto alle zanzare, a partire da quella tigre, per ridurne la densità di popolazione sul territorio. La Regione Emilia-Romagna finanzia il programma con 800mila euro, in particolare per supportare gli interventi di competenza nella lotta integrata (sanitaria e ambientale) agli insetti potenzialmente vettori di infezione per l’uomo.

Il Piano vede in prima linea, come ogni anno, anche l’Azienda USL di Modena, specialmente per tutte le attività di sensibilizzazione verso la cittadinanza e le azioni concrete di contrasto. In particolare, in questo periodo dell’anno, con le abbondanti piogge dei giorni scorsi e l’aumento graduale delle temperature, si sta creando il clima ideale per la proliferazione della zanzara tigre, potenziale vettore di malattie infettive come la febbre di Chikungunya (malattia “spaccaossa”), la febbre di Dengue (con possibili manifestazioni a carattere emorragico), le infezioni da Zika Virus (pericolose se colpiscono donne in gravidanza).

Diventa fondamentale mettere in atto anche da parte dei privati cittadini, interventi e azioni di prevenzione per ridurre il più possibile la proliferazione e moltiplicazione delle zanzare tigre.

È risaputo che nei contesti urbanizzati, area di grande proliferazione della zanzara tigre, più della metà delle superfici verdi (orti, giardini, parchi) sono di proprietà privata: il contributo e la collaborazione di ognuno nella corretta gestione di queste aree sono quindi indispensabili per proteggere la comunità da questo tipo di rischio sanitario. Ecco le indicazioni principali.

È importante non lasciare all’aperto qualsiasi tipo di contenitore in cui possa raccogliersi l’acqua piovana, procedendo il prima possibile allo svuotamento dei ristagni nel terreno; effettuare con puntualità i periodici gli interventi larvicidi in tombini, caditoie, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, anche quelli presenti negli scantinati e i parcheggi sotterranei; tenere puliti i cortili e le aree all’aperto da erbacce, sterpi, e rifiuti di ogni genere; svuotare le fontane e le piscine non utilizzate o eseguire gli adeguati trattamenti larvicidi. Tra le azioni da effettuare regolarmente almeno fino a settembre, anche quella di evitare che si formino raccolte d’acqua in aree di scavo, bidoni, pneumatici, e altri contenitori, che devono essere dotati di copertura ermetica o di reti a maglie fitte.

Per il contrasto alle zanzare i trattamenti con adulticidi devono essere considerati azioni straordinarie ad esclusiva valenza sanitaria. Vengono infatti effettuati, secondo azioni programmate dal Servizio Igiene Pubblica, dai comuni in seguito alla segnalazione di casi anche solo sospetti di infezione trasmesse dalla zanzara tigre attorno al domicilio ed eventualmente al luogo di lavoro (la zanzara tigre è attiva nelle ore di luce).

A disposizione c’è anche una App, “ZanzaRER”, che fornisce consigli e informazioni utili per la lotta alle zanzare e dà la possibilità di registrare gli interventi con larvicidi effettuati con un aggiornamento automatico del calendario delle ripetizioni.

Il sito dedicato è alla pagina: https://zanzaratigreonline.it/.

 

Anche l’Azienda USL di Modena ha predisposto una pagina informativa all’indirizzo: www.ausl.mo.it/dsp/zanzara.

 

La sorveglianza dell’Ausl

È pienamente operativo fino ad ottobre – 7 giorni su 7 e h24 – il sistema di intervento in emergenza del Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SIP) dell’Azienda USL di Modena, che in stretta collaborazione con i Comuni del territorio interviene per prevenire le infezioni delle malattie trasmesse dalla zanzara tigre. La procedura coinvolge, oltre alle amministrazioni locali, il personale sanitario, il laboratorio di riferimento regionale presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, e il Dipartimento di Sanità Pubblica. Negli ultimi anni i casi sospetti o confermati hanno riguardato esclusivamente persone rientrate da viaggi all’estero in Paesi dove queste malattie sono presenti allo stato endemico. Al rientro dal soggiorno, in caso di insorgenza di febbre, vomito, diarrea, manifestazioni cutanee, è importante rivolgersi al proprio medico facendo presente il soggiorno in zone a rischio.

 

Il professionista sanitario che riscontra in un paziente i sintomi riconducibili ad una delle tre patologie trasmissibili dalla zanzara tigre procede a:

  • Avvisare immediatamente il Servizio Igiene Pubblica (entro 12 ore)
  • Prelevare un campione di sangue che viene inviato immediatamente al Laboratorio di riferimento regionale a Bologna

 

Il Servizio di Igiene Pubblica, a seguito di tale comunicazione, provvede a:

  • Contattare il caso sospetto per effettuare un’indagine epidemiologica verificando disturbi, eventuali viaggi all’estero, luogo di residenza e possibili contatti.
  • Fornire al caso sospetto alcune indicazioni comportamentali che evitino la trasmissione della malattia e dispone la misura dell’isolamento fiduciario.
  • Contattare il referente del Comune di residenza e di altri eventuali Comuni dove la persona, per esempio, lavora o è domiciliato.
  • Avvisare la Regione

 

Il Comune (o i Comuni):

  • Provvede ad identificare l’area di intervento (generalmente strade e abitazioni comprese in un raggio di 100 metri dal domicilio o dal luogo di lavoro del caso sospetto).
  • Contatta la ditta di disinfestazione per l’immediata esecuzione dell’intervento previsto dal Piano regionale.
  • Predispone un’ordinanza urgente che fornisce i presupposti giuridici per gli interventi di disinfestazione da effettuare anche presso le aree private.
  • Se il referto di laboratorio del caso sospetto conferma l’infezione, il Servizio Igiene Pubblica informa il Comune sulla necessità di proseguire gli interventi previsti dal Piano regionale, già iniziati anche dopo segnalazione di caso sospetto. Se il referto esclude, invece, la diagnosi, il SIP avvisa il Comune sulla possibilità di interrompere gli interventi da parte della ditta di disinfestazione.

 

Lo stesso Servizio Igiene Pubblica mantiene i contatti col paziente anche relativamente alla necessità di isolamento: se il caso è confermato dura 7 giorni dall’inizio dei sintomi da Chikungunya o Dengue; si sale a 14 giorni se si tratta di infezione da Zika virus. È previsto un follow up a distanza di 30 giorni.