Gestire e curare al meglio tutti gli alberi, le siepi e le aree verdi di Modena è una delle principali finalità del Regolamento del verde che è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 22 giugno. La delibera, presentata dall’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi e collegata al Piano urbanistico generale, ha ricevuto il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, del Movimento 5 stelle e di Modena al centro; contrario il gruppo di Fratelli d’Italia, mentre Lega Modena si è astenuta.

La nuova regolamentazione, di cui Modena si è dotata per la prima volta, si applica a tutto il territorio comunale e riguarda sia il verde pubblico sia quello privato, fornisce gli strumenti per la sua tutela e valorizzazione ed è pensata come “vademecum” per i cittadini e come strumento di lavoro per i tecnici dell’amministrazione e per quelli privati. Nello specifico, disciplina le modalità di tutela del patrimonio vegetale, regolando le aree di rispetto delle piante da pavimentazioni (che dovranno essere permeabili), scavi e cantieri (che dovranno aver cura di salvaguardare le radici); individua e vieta i comportamenti che possono danneggiare gli alberi; delimita i casi nei quali sono consentiti l’abbattimento (in caso di malattia della pianta, grave instabilità, eccessiva densità, rischio di danno agli edifici) e la potatura e indica i criteri per la sostituzione delle piante abbattute e per i nuovi impianti.
All’elaborazione definitiva dei contenuti del Regolamento si è arrivati dopo un approfondito percorso di partecipazione e condivisione, iniziato a giugno 2022, che, oltre alle commissioni consiliari, ha coinvolto i Quartieri, gli ordini e le professioni, le associazioni e i gruppi ambientalisti. Anche nella sua applicazione, il Regolamento prevede un’ampia partecipazione da parte dei cittadini per quanto riguarda la promozione e la tutela ma anche per proporre azioni e progetti e per condividere con l’amministrazione le attività di gestione e di cura.
Il regolamento è stato approvato dopo essere stato emendato su proposta di Paola Aime (Europa verde-Verdi), che, nell’ambito del divieto di installare segnaletica pubblicitaria sugli alberi, ha chiesto di impedire esplicitamente l’installazione in via permanente di catene luminose (sono escluse, quindi, le luci natalizie) e di prevedere una valutazione e un parere degli uffici prima di autorizzare l’occupazione di suolo pubblico nei pressi di alberi e siepi. Approvati anche tre emendamenti del Movimento 5 stelle che ha chiesto di allargare la partecipazione dei cittadini anche alla progettualità, e di prevedere che le richieste di abbattimento e di riduzione e risanamento della chioma degli alberi siano accompagnate da una relazione tecnica che dimostri l’esistenza delle condizioni imposte dal regolamento stesso per intervenire.
Il Regolamento è lo strumento di attuazione del Piano del verde che ha l’obiettivo di migliorare le modalità di gestione dello straordinario patrimonio di verde di cui Modena è già dotata, passando dal tradizionale approccio quantitativo e da una funzione prevalentemente ricreativa e ornamentale a un approccio qualitativo in base al quale parchi, giardini, aree verdi e di forestazione entrano nel Piano urbanistico generale come una vera e propria infrastruttura cittadina in un’ottica di salute e benessere delle persone e della città. Il Piano, il censimento del verde già completato e, ora, il Regolamento sono dunque strumenti per rendere Modena una città green, santa e antifragile, una delle cinque strategie cardine alla base del Pug appena approvato e in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
L’emendamento di Europa Verde-Verdi è stato approvato anche con il voto a favore di Pd, M5s, Modena al centro, Modena civica, Sinistra per Modena; contrari Fratelli d’Italia, astenuta Lega Modena. Con lo stesso voto è stato approvato l’emendamento del M5s che amplia la progettualità dei cittadini, mentre i due emendamenti che prevedono una relazione tecnica hanno ottenuto il voto a favore di M5s, Europa Verde-Verdi, Pd (esclusi Fabio Poggi, contrario, e Mara Bergonzoni astenuta), Modena al centro, Modena civica, Sinistra per Modena; contrari Fratelli d’Italia, astenuta Lega Modena.

 

IL DIBATTITO

Aprendo il dibattito, Barbara Moretti (Modena al Centro) ha parlato dell’importanza (“sostanziata negli emendamenti”) che il Regolamento riconosce ai processi partecipativi nella progettazione del verde, sottolineando, al contempo, il nuovo ruolo dei privati: “dovranno presentare obbligatoriamente relazioni tecniche che giustifichino i tagli”. La consigliera ha poi puntualizzato che il Regolamento è uno strumento per analizzare e affrontare anche i recenti fenomeni di cedimento delle alberature, avvenuti in prossimità di cantieri: “Prevede infatti misure di tutela delle aree alberate: occorrerà vigilare sulla sua applicazione”.

“Ci asterremo, ma riconosciamo aspetti positivi, innovativi, al Regolamento, su cui veglieremo”. Sono le parole di Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che ha sottolineato la “necessità di mettere le piante in condizione di sicurezza, affinché non rappresentino pericolo durante critici fenomeni atmosferici”. Il capogruppo ha poi espresso perplessità per le monetizzazioni “irrisorie” previste dal Regolamento in caso di rimozioni immotivate degli alberi da parte dei privati: “Penso che il valore di un albero debba essere di molto superiore alle cifre calcolate, poiché offre molto alla comunità”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) “in questo Regolamento, come nel Pug, ci sono cose che non hanno riscontro nella realtà”. Rossini ha puntualizzato che “prima di educare al verde i cittadini, come si evidenzia nell’articolo 1 del Regolamento, sarebbe opportuno che questa cura fosse dell’Amministrazione: perché noi non vediamo i parchi cittadini curati”. Rossini, in riferimento all’articolo 5, ha affermato che “il verde non svolge una funzione culturale, sociale e ricreativa, poiché le persone non si sentono sicure all’interno dei parchi”. A questo proposito, la consigliera ha ricordato una precedente mozione del gruppo (“approvata con voto unanime”) che prevedeva la presenza di associazioni sportive al parco Novi Sad: “Di quel progetto non c’è traccia e in quel parco è recentemente morto un ragazzo di sedici anni”.

Per il Pd, Mara Bergonzoni ha dichiarato che il Regolamento “promuove e tutela da interventi dannosi le aree verdi, contribuendo al benessere della comunità”. In particolare, la consigliera ha sottolineato che “l’atto è frutto di un percorso partecipato, che stimola il protagonismo dei cittadini nella cura del verde sia pubblico che privato”. Bergonzoni ha chiarito poi che il Regolamento risponde alle leggi nazionali che prevedono anche “un catasto degli alberi, la piantumazione di un albero per ogni bambino nato (prassi consolidata a Modena) e la produzione, appunto, di un regolamento e un piano del verde”.  Diego Lenzini ha definito il Regolamento una “svolta culturale”: “Non si rivolge solo agli esperti, ma parla soprattutto ai cittadini comuni, ai giovani, perché la gestione del verde diventa una responsabilità collettiva”. Il consigliere ha quindi chiarito che “si tratta di un regolamento che non solo prescrive ma che anche spiega l’importanza di intervenire sul verde in un certo modo”. Lenzini ha argomentato che “questo nuovo strumento guarda al singolo albero in un’ottica globale: viene ricercata, infatti, un’armonia tra le singole porzioni di verde, per contribuire alla tutela di un patrimonio comune”. Per Stefano Manicardi “il Regolamento dovrà essere conosciuto, diffuso, adeguatamente pubblicizzato, perché agisce sui privati, sulla vita dei cittadini”. Il consigliere ha infatti puntualizzato che “conoscerlo vorrà dire avere strumenti in più per affrontare le odierne sfide, soprattutto climatiche, puntando alle nuove sensibilità dei giovani”. Manicardi ha quindi parlato di “un Regolamento atteso dalle tante associazioni e da diversi soggetti, come i volontari, che si occupano quotidianamente del verde pubblico”, evidenziando che “questo documento permetterà di non ripetere errori del passato: penso al bosco di Marzaglia dove era stata effettuata una piantumazione non adatta a quel tipo di terreno”. Antonio Carpentieri ha definito il Regolamento “una totale novità nel panorama dei regolamenti comunali”. Il capogruppo ha specificato che si tratta di un documento che detta anche principi e dà messaggi politici: “Bisogna dare dignità agli alberi, che siano pubblici o privati. Il verde privato, infatti, ha una funzione che va oltre la proprietà, poiché contribuisce al bene pubblico”.

Federico Trianni (Sinistra per Modena), motivando il voto a favore del gruppo, ha parlato di un documento che “pone attenzione non scontata verso tematiche ambientali: difende l’area delle piante, suggerendo anche accorgimenti tecnici e soluzioni pratiche per preservarle, come pavimentazioni ad hoc”. Il consigliere, sottolineando positivamente le responsabilità riconosciute ai privati, ha dichiarato che il Regolamento “promuove il verde come soggetto portatore di benefici per la collettività”. Trianni ha auspicato, infine, che il documento possa portare a “un cambio di mentalità che questa epoca impone sulla tutela del patrimonio arboreo”.

Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha affermato che “Modena, dato il suo importante patrimonio arboreo, da tempo meritava un regolamento del verde che oggi si può finalmente realizzare”. La consigliera ha quindi sottolineato che il documento presenta non solo norme e sanzioni ma “accompagna i cittadini verso una nuova consapevolezza: il verde è alla base del benessere psicofisico, promuove la bellezza e aiuta a contrastare i cambiamenti climatici”. Aime ha sottolineato che il Regolamento contribuisce a mantenere “una relazione tra verde pubblico e privato: tante volte l’abbattimento del verde in ambito privato ha recato danni alla comunità, ma con questo strumento è possibile tutelarsi”.

Concludendo il dibattito, l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi ha ribadito che il Regolamento “rinnova il modo in cui ci approcciamo al verde e in cui lo progettiamo e quindi lavora su un cambiamento culturale: gli alberi, le siepi, le aree verdi e boscate diventano una parte integrante dell’infrastruttura cittadina e devono poter crescere bene e in salute, anche per migliorare il benessere dei cittadini e non creare problemi di sicurezza. Da questi presupposti – ha spiegato – nascono alcune misure non scontate come, per esempio, la previsione di aree di rispetto, di spazi adeguati a uno sviluppo sano e il sostanziale divieto di capitozzatura, una pratica che danneggia moltissimo gli alberi. Il Regolamento inoltre – ha sottolineato ancora l’assessora – è uno strumento non rigido, che potrà essere modellato anche in base ai cambiamenti climatici e in condivisione con i cittadini”.