Giovedì 29 giugno il Museo di Ecologia e Storia Naturale di Marano sul Panaro, l’associazione Monumenti Vivi e il Comune di Soliera offrono un’esperienza di osservazione del volo dei rondoni, una visita guidata con gli esperti Antonio Gelati e Mauro Ferri. Il ritrovo è alle ore 18.30 nell’area verde a lato del ponte della Torre dell’Orologio: da lì ci si sposterà verso l’ala est del Castello. Il ritorno al punto di ritrovo è previsto per le 20.30 circa.

Gli esperti parleranno dei caroselli dei rondoni davanti alle buche pontaie delle mura del castello, delle specie invasive e delle specie protette insettivore, del rondone comune e della torre rondonara del Castello.

Si andrà alla scoperta del fenomeno dei caroselli e delle “grida de rondoni sfioratori” attorno alla colonia di rondoni nelle buche delle mura del Castello, per capire come è possibile escludere i colombi invasivi e accogliere però piccole specie protette insettivore, come rondoni, pipistrelli e gechi (per fare alcuni esempi) e per osservare l’antica rondonara che ancora cinge la Torre dell’Orologio, forse l’ultima rimasta nella pianura modenese a nord del capoluogo.

La specie che nidifica nel castello è il Rondone comune (Apus apus), noto per essere il più aereo tra gli uccelli dato vola di continuo, giorno e notte, e si posa solo per deporre le uova ed allevare i suoi piccoli, mentre per il resto dell’anno vive a sud del Sahara, in una peregrinazione aerea continua attraverso i cieli del centro sud del continente, sempre sulle ali, senza mai posarsi, cacciando, bevendo e dormendo in volo, e alle nostre latitudini anche accoppiandosi volando. Questa specie giunge in Italia i primi di aprile e torna in Africa ai primi di luglio, dopo circa 100 giorni, e infatti qualche giorno dopo l’evento i rondoni sembreranno tutti scomparsi all’improvviso.

Sono uccelli dalle lunghe ali a falce, del peso di circa 45 grammi e non solo sono strettamente insettivori ma anche specializzati nel nutrirsi di aeroplancton e cioè degli insetti dispersi anche a grandi altezze. Si riproducono a partire dal 4° anno, per vivere anche 20 anni (se hanno fortuna). Dopo l’involo i giovani migrano subito in Africa e tornano per 3 anni a cercare le colonie in cui sono nati e ciò significa che fino al 4° anno questi animali non si posano mai e raggiungono per 3 anni di seguito le zone di nascita, ma sempre 1-2 mesi dopo l’arrivo degli adulti, e con due scopi: scoprire e memorizzare cavità in cui nidificare quando saranno adulti, ma devono anche incitare i nuovi nati ad involarsi e a unirsi a loro per essere guidati nel loro primo viaggio oltre i Sahara, mentre i genitori li avranno già lasciati per migrare assieme agli altri adulti.