“Mi chiamo Egloge. In greco significa ‘colei che è stata scelta’. Sono nata schiava, molto lontano da qui… eppure oggi cammino a testa alta per le strade di Mutina, con le mie vesti di seta dai colori sgargianti e i calzari dorati…. la mia padrona, la nobile Vetilia, in punto di morte mi concesse il dono più grande: la libertà e, con essa, un nuovo nome e una nuova vita”. A parlare è la liberta Vetilia Egloge che, dal suo monumento funerario conservato nel Lapidario romano del Museo Civico di Modena, racconta ai visitatori la sua vita.

Quella di Vetilia Egloge è solo una delle storie che si possono ascoltare partecipando al percorso sonoro realizzato dal Museo Civico di Modena per far rivivere donne e uomini vissuti ai tempi di Mutina: sono militari come il centurione Publius Clodius Iucundus, ex schiave, imprenditori, artigiani e commercianti come l’orafo Publius Aurarius Crassus, che hanno affidato il ricordo delle loro vite alle iscrizioni che oggi diventano sussurri.

Fino a domenica 2 luglio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, a ingresso libero, i visitatori potranno ascoltare le voci di questi antichi cittadini attraverso cuffie wireless fornite dal Museo Civico, camminando nel Lapidario, al piano terra di Palazzo dei Musei (ingresso sia da largo porta Sant’Agostino 337 sia da viale Vittorio Veneto 5).

A partire dal 3 luglio, il percorso sonoro (disponibile in italiano e in inglese) continuerà a essere fruibile gratuitamente da smartphone: sarà sufficiente inquadrare il QR code all’ingresso del Lapidario. Il Lapidario si può visitare dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19; domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.30.

Il progetto, a cura del Museo Civico in collaborazione con l’agenzia Intersezione, è stato realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ed era stato avviato in occasione dell’edizione 2022 del Festival Filosofia, dedicato al tema “giustizia”, col percorso sonoro intitolato “Schiavitù e giustizia nel mondo romano” di cui l’attuale attività rappresenta un aggiornamento e un ampliamento. Approfondimenti online sul sito del Museo (www.museocivicomodena.it).

I testi sono di Laura Parisini e Silvia Pellegrini. Le voci degli antichi Mutinenses sono state affidate agli attori Cristina Carbone, Angelo Argentina, Saverio Bari, Arnold Ermini, Marco Manchisi, Santo Marino, Riccardo Palmieri. La versione in lingua inglese è stata realizzata dagli attori madrelingua dell’associazione culturale Modena Theatre Workshop.

Il Lapidario Romano arricchisce la sezione romana del Museo Civico di Modena con testimonianze monumentali delle necropoli di Mutina venute in luce dal secondo dopoguerra a oggi ed esposte al piano terra del Palazzo dei Musei. I monumenti attestano la ricchezza raggiunta dall’antica città di Modena e, attraverso i messaggi tramandati dalle epigrafi, forniscono un affresco sul variegato tessuto sociale della città. L’esposizione è organizzata per nuclei topografici riferibili alle necropoli di età tardo repubblicana e imperiale che si svilupparono lungo le principali strade di accesso alla città, che si configuravano come vere e proprie vie sepolcrali. Particolarmente rilevanti sono le testimonianze relative alle aree sepolcrali che si estendevano lungo la via Emilia a est della città, come la monumentale ara funeraria di Vetilia Egloge, databile al I secolo d.C. Colpisce l’imponenza del monumento (rinvenuto nel 2007), costruito con più blocchi di pietra calcarea che, sovrapposti, raggiungono un’altezza di oltre quattro metri. Dalla stessa necropoli provengono anche lo straordinario fregio con corteo di divinità e mostri marini (metà I secolo a.C.), che originariamente faceva parte di un monumento a edicola, e l’ara del centurione Clodio (inizi I secolo d.C.), completa di recinto funerario.