Nel 2022 a Modena si sono contati complessivamente nell’arco dell’anno 1.653.492 turisti, il 34% in più rispetto al 2021 e in linea con i dati del 2019 (rispetto a 4 anni fa si è registrato un -0,7%). È quanto fotografa un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha svolto una ricerca sull’afflusso turistico per esaminare il trend del 2023, basandosi su quanto osservato nell’anno precedente.

Se consideriamo il periodo estivo, ossia i mesi da luglio a settembre 2022, le presenze turistiche sul territorio modenese sono state 521.247, il 16,8% in più rispetto al 2021 e il 9,8% in più rispetto al 2019. In provincia di Modena, i primi sei mesi del 2023 hanno visto un numero di pernotti in linea con il 2019 (+2,3%) e superiore all’anno scorso (+10,9%).

Le aspettative positive per l’estate 2023 trainano la domanda di lavoro: nei tre mesi da luglio a settembre 2023 le imprese modenesi prevedono l’entrata di 21.360 lavoratori di cui oltre la metà, il 57,4%, in micro e piccole imprese. A livello settoriale si osserva che il 16,5% della domanda di lavoro proviene dai servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, in crescita del 39% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Per quanto riguarda i turisti stranieri, a livello regionale nel 2022 crescono soprattutto le presenze estere, che registrano un +77,1% rispetto al 2021, pur rimanendo al di sotto dei livelli del 2019 del 7,9%. La presenza straniera rappresenta il 25,6% del turismo in regione, quota che supera il 17,9% del 2021 e tende al 26,3% del 2019.

La spesa di turisti stranieri in Emilia-Romagna nel 2022 ammonta a 2.109 milioni di euro, +777 milioni di euro rispetto alla spesa registrata nel 2021e inferiore di 104 milioni di euro a quella accertata nel 2019, anno pre crisi pandemica.

Una spesa che può interessare prodotti artigianali e del made in Italy e servizi di varia natura per i quali la qualità fa la differenza, consolidando l’elevata reputazione dell’offerta turistica italiana. Alla fine del primo trimestre 2023 le imprese artigiane di Modena operanti in attività che potrebbero essere interessate dalla domanda turistica sono 2.951 e danno lavoro a 8.453 addetti. In chiave settoriale, il comparto principale è l’abbigliamento e calzature che conta 1.063 imprese e contribuisce al successo nel mondo della moda, tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano. Seguono le 596 imprese dell’agroalimentare che producono cibo e bevande, prodotti per cui siamo famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Sono poi 451 i ristoranti e le pizzerie che insieme a 163 bar, caffè e pasticcerie mettono a disposizione dei turisti le eccellenze prodotte dal comparto agroalimentare.

«Il turismo è in ripresa – commenta Federica Marcacci, presidente Turismo Licom Lapam Confartigianato – e nel 2023 il trend è positivo. Sicuramente, come avevamo già segnalato nei mesi precedenti a cavallo della Pasqua, la vera emergenza è rappresentata dalla carenza di figure professionali che lavorino in questi mesi estivi. Modena, dall’Appennino alla città, richiama turisti italiani e stranieri, ha una grande offerta di prodotti e servizi, ma il rischio è che senza lavoratori si comprometta proprio la qualità dell’offerta stessa. I datori di lavoro sono professionisti seri e corretti e offrono contratti di lavoro adeguati alle necessità del personale Abbiamo bisogno di sensibilizzare i giovani e invogliarli a intraprendere un percorso di crescita che può essere molto gratificante nei settori a oggi più carenti di figure professionali specializzate. Servono però anche incentivi e sgravi fiscali per gli imprenditori: è vero che il turismo c’è, ma i costi per i gestori sono alti e a fronte di un aumento di presenze, registriamo un aumento notevole dei costi in generale, di conseguenza i margini di guadagno diminuiscono. La politica dovrebbe aiutare maggiormente chi ha voglia di investire sul territorio locale».