2.445 infortuni sul lavoro a Reggio Emilia dal 1° gennaio al 31 luglio 2023. Alla luce degli ultimi accadimenti a Reggio Emilia, con due infortuni gravi nel volgere di una settimana, interviene Domenico Chiatto, segretario generale aggiunto della Cisl Emilia Centrale.  Secondo una elaborazione Cisl, su dati Inail, chi si infortuna sul lavoro ha una età media molto bassa di soli 39,5 anni ed è in prevalenza di sesso maschile nel 69% dei casi, e si tratta di lavoratori nati all’estero ben nel 28% dei casi.

La scorsa primavera, per ridurre il fenomeno degli infortuni sul lavoro, il Governo, con il decreto Lavoro, ha introdotto una serie di modifiche al D.Lgs. n. 81/2008. In particolare, le principali novità sotto il profilo prevenzionistico riguardano l’obbligo di nomina del medico competente e l’estensione della sorveglianza sanitaria in tutti i casi individuati dalla valutazione dei rischi, nonché l’estensione degli obblighi di tutela a favore dei lavoratori autonomi e dei componenti dell’impresa familiare e la formazione del datore di lavoro.

“Dopo i primi effetti positivi della modifica al decreto 81, siamo in una fase involutiva della tutela della salute e sicurezza.  In Italia aumentano infortuni e mortalità (non a Reggio per il 2023) come dimostra il tragico caso dei cinque operai ferroviari morti a Brandizzo. Registriamo, però, anche un aumento degli infortuni delle donne e, come la cronaca reggiana dimostra, aumentano i nuovi settori parcellizzati come ad esempio la logistica la movimentazione merci e facchinaggio. Infatti, le vicende economiche in atto, anche da prima della pandemia, vedono una forte disgregazione dei cicli produttivi a favore dei sub-appalti.  Il dopo covid ci consegna un cambiamento di paradigma dove spesso il lavoratore viene dopo la produzione. A Reggio Emilia un tasso così alto di nati all’estero infortunati (28%, quasi il doppio della popolazione residente), per altro, pone forte attenzione sul tema della formazione, per alcuni lavoratori decisamente più complessa, anche per motivi di lingua, soprattutto in alcuni comparti ad alto rischio infortunistico come edilizia, agricoltura, logistica e facchinaggio dove la maggioranza dei lavoratori è immigrata. Riteniamo pertanto che sia necessario un intervento straordinario permanente a tutti i livelli sul tema”.

Occhi puntati sulla formazione: “È proprio grazie alla formazione del personale regolarmente assunto – prosegue Chiatto – che è possibile prevenire gli infortuni sul lavoro, un virus che va estirpato soprattutto tra i giovani”.

“Auspichiamo – conclude il sindacalista – più interventi ispettivi che permettano di smantellare le aziende che fanno ricorrono al lavoro nero. Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici a rifiutare offerte di lavoro non regolarizzato e a segnalare alle autorità competenti casi sospetti. Ne va della sicurezza delle persone”.