I Carabinieri della Stazione Bologna hanno eseguito duplice fermo di polizia giudiziaria nei confronti due 15enni, entrambi di origine tunisina, incensurati, domiciliati presso una comunità per minori stranieri non accompagnati della città, accusati di violenza sessuale in concorso.

L’episodio è avvenuto verso le ore 3:30 di giovedì scorso 28 settembre, quando una 32enne originaria del sud Italia, impiegata, durante il tragitto per tornare a casa, all’altezza di via delle Belle Arti angolo via delle Moline, è stata avvicinata da due ragazzi molti giovani di origine nord africane, a lei sconosciuti. Nella circostanza uno dei due l’ha spinta con violenza fino a farla cadere per terra mentre l’altro, complice del suo connazionale, una volta caduta, l’ha tenuta ferma per le mani. La 32enne, perso l’equilibrio, è caduta sulla siepe che delimita la zona antistante un ristorante della strada, esattamente dal lato interno, particolare che ha avvantaggiato gli aggressori nel loro intento, in quanto poco visibile ai passanti. Mentre il complice l’ha tenuta bloccata per le mani, l’altro minore le ha abbassato dapprima i leggings e poi gli slip. Nella circostanza l’aggressore l’ha palpeggiata ed ha provato ad avere un rapporto sessuale con la ragazza la quale ha cercato, come meglio ha potuto, di divincolarsi e di difendersi dai suoi aggressori.

In quel momento è passata di lì un’altra ragazza la quale ha immediatamente cercato di attirare l’attenzione delle altre persone e ha chiesto aiuto a voce alta, per poi avvicinarsi frettolosamente. I due minori, scoperti, hanno interrotto la violenza e si sono allontanati. Mentre altri passanti si sono avvicinati e hanno aiutato la 32enne, in evidente stato confusionale e sotto shock a rivestirsi, uno dei due aggressori, precisamente quello che aveva tenuto ferma la ragazza per le mani, spalleggiando il connazionale e assumendo nella circostanza il ruolo di “palo”, con molta tranquillità è ritornato nei pressi del ristorante, forse per capire se qualcuno avesse chiamato le forze dell’ordine. Riconosciuto, è stato subito rincorso da alcuni presenti, uno dei quali, durante l’inseguimento, è riuscito a scattargli una fotografia con il proprio cellulare.

I carabinieri, raccolta la denuncia da parte della 32enne la quale nel frattempo si è recata presso il pronto soccorso dell’ospedale Maggiore per le cure mediche del caso, hanno avviato immediatamente le indagini, partite proprio da quella fotografia scattata al minorenne durante la sua “seconda” fuga.

Grazie ai sofisticati sistemi identificativi in dotazione all’Arma dei carabinieri, alle testimonianze raccolte dai passanti intervenuti a soccorso della ragazza e alle immagini di videosorveglianza comunale della zona che hanno ripreso in più occasioni i due ragazzi, i militari sono riusciti così a dare un nome, dapprima al minore raffigurato nel fotogramma e, subito dopo, all’altro, quello che materialmente ha provato ad avere un rapporto sessuale con la ragazza. Ad incastrare i due sono stati anche i particolari riportati sui loro capi di abbigliamento, ripresi dagli “occhi” delle telecamere di videosorveglianza, poi ritrovati e sequestrati nel corso della perquisizione avvenuta all’interno della camera da letto di una comunità per minori non accompagnati della città, risultata in uso ai due stranieri. Entrambi sono stati rintracciati e fermati presso una comunità per minori non accompagnati della città.

L’attività investigativa dei militari ha accertato che i due minorenni sono entrati irregolarmente sul Territorio Nazionale, sbarcando a Lampedusa e successivamente collocati presso l’Hotspot dell’isola, rispettivamente il 7 luglio e il 30 agosto. Uno dei due minori, precisamente quello sbarcato il 7 luglio (“il palo”) si era allontanato da una comunità per minori del palermitano, dove era stato collocato, senza farvi più ritorno.

Il fermo è stato convalidato ed è stata disposta per entrambi la custodia presso un istituto penitenziario minorile.