Trovare i termini giusti e le giuste associazioni per costruire vere e proprie “scale di parole”. Si può partire ad esempio da “mela” e risalire la scala con la parola “frutto” e poi “alimento” e, ancora più in alto, “oggetto”. E si può anche scendere la scala con un termine più specifico, ad esempio “renetta”.

Il gioco si chiama Word Ladders, è una app per Android e per Apple, e non è solo un gioco. A idearlo sono stati infatti i ricercatori di Abstraction, progetto di ricerca finanziato dallo European Research Council (ERC) e guidato da Marianna Marcella Bolognesi, professoressa al Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna.

“Per le giocatrici e i giocatori, la app è un modo divertente per fare stretching linguistico, cioè tenere allenato il lessico attivo, cercando parole che non usiamo quotidianamente perché molto specifiche o molto generiche”, spiega Bolognesi. “Al tempo stesso, il gioco ci permette di raccogliere preziosi dati linguistici, utili per il progetto Abstraction”.

Obiettivo di Abstraction è infatti indagare come la specificità e la concretezza delle parole influenzano il modo in cui comprendiamo il linguaggio scritto. Queste variabili – la concretezza e la specificità delle parole – hanno un ruolo importante nel determinare la chiarezza, la forza e l’efficacia di diversi tipi di testo, per diversi tipi di lettori, ad esempio per adulti o per bambini, oppure per esperti e non esperti di un determinato settore. L’obiettivo è quindi saper individuare i livelli ottimali di concretezza e di specificità dei termini in vari tipi di testo, per costruire messaggi massimamente efficaci, chiari ed informativi.

Grazie all’aiuto dei giocatori di Word Ladders, gli studiosi di Abstraction vogliono capire in che modo i meccanismi alla base del significato delle parole interagiscono nel pensiero umano, nel linguaggio verbale e nelle espressioni creative.

“Vogliamo spiegare come la specificità e la concretezza delle parole ci permettono di costruire significato a partire dall’esperienza e raggiungere quelle generalizzazioni su cui si basa gran parte del nostro pensare e del nostro parlare”, dice ancora Bolognesi. “L’indagine su questi meccanismi di astrazione è uno dei temi caldi delle scienze cognitive ed è molto dibattuto anche nella ricerca sull’intelligenza artificiale, dove è ancora poco chiaro come una macchina o un algoritmo possa costruire e utilizzare concetti e significati in modo da rispecchiare il comportamento umano”.

 

Per maggiori informazioni: www.abstractionproject.eu