È indirizzato a enti del Terzo settore l’avviso pubblico del Comune di Modena che intende dare evidenza all’intenzione dell’amministrazione comunale di co-progettare e co-realizzare un servizio di accoglienza residenziale temporanea per adulti lavoratori in condizione di fragilità sociale e disagio abitativo.

Nei Centri di Accoglienza straordinaria, Cas, distribuiti sul territorio comunale, in capo alla Prefettura di Modena, ci sono oltre 900 richiedenti asilo; inoltre, il Comune gestisce circa 90 posti Sai, il Sistema di Accoglienza Integrato direttamente in capo agli enti locali. La fine dell’accoglienza nel Cas, anche in presenza di un titolo di soggiorno regolare, rappresenta un momento di particolare criticità. Infatti, come emerge dai report dell’Unità di strada, tra la popolazione dei senza dimora c’è una significativa presenza di persone dimesse dai Cas che hanno un’attività lavorativa regolare ma che non trovano casa. La precarietà in cui queste persone sono costrette a vivere alimenta l’esclusione sociale e rende difficile qualsiasi percorso di integrazione.

Da queste considerazioni nasce la proposta avanzata dall’associazione Porta Aperta e dal proprietario di un immobile situato a Modena ovest e attualmente inutilizzato, per destinare l’edificio, una volta ristrutturato, a persone senza dimora e senza rete di supporto, soprattutto in uscita da programmi di protezione internazionale.

Il progetto di partneriato pubblico privato – come spiegato nella delibera presentata dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, approvata nei giorni scorsi dalla Giunta – è per il Comune meritevole di sostegno, in quanto in linea con l’interesse pubblico e rispondente all’esigenza, a più riprese sottolineata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli “di realizzare, attraverso risorse pubbliche e private, interventi a favore di adulti in uscita da programmi di protezione internazionale che hanno trovato un lavoro regolare sul nostro territorio ma che non hanno un posto dignitoso dover dormire e dove lavarsi”.

Il Comune ha quindi pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente un avviso pubblico per verificare l’eventuale interesse anche da parte di altri enti del Terzo Settore e individuare i soggetti interessati a co-progettare e co-gestire l’intervento.

Il soggetto partner deve avere la disponibilità di un immobile, anche da ristrutturare, da destinare all’accoglienza di una ventina di persone; sull’immobile sarà apposto un vincolo di destinazione d’uso sociale per almeno dieci anni. Il Comune potrà contribuire economicamente alla ristrutturazione con risorse proprie oppure coadiuvando il terzo settore nella ricerca dei finanziamenti.

Il soggetto attuatore dell’intervento dovrà inoltre prevedere un tipo di assistenza “leggera” da alta autonomia attraverso la presenza di operatori con competenze specifiche nell’ambito della mediazione relazionale tesa ad aumentare la motivazione delle persone accolte alla tenuta del posto di lavoro e degli impegni assunti, nonché alla loro graduale uscita verso una maggiore autonomia.

Inoltre, una volta a regime, il progetto dovrà auto-sostenersi attraverso la contribuzione da parte degli ospiti che dovranno essere in possesso di un titolo di soggiorno valido e di un reddito proveniente da un contratto di lavoro regolare.

L’elaborazione del progetto definitivo del servizio, in forma concertata con i Servizi sociali, avverrà attraverso fasi di approfondimento e sviluppo e porterà a un accordo di collaborazione con il Comune nella forma della convenzione.

All’istruttoria pubblica di co-progettazione sono ammessi tutti gli enti del Terzo Settore, in forma singola o associata, e le proposte dovranno arrivare entro le ore 12 del giorno 11 dicembre tramite Pec (046@cert.comune.modena.it).