«Non possiamo essere d’accordo sulla decisione dell’amministrazione di Campogalliano di istituire e adottare, a partire dal 2025, l’imposta di soggiorno. Dalle esperienze provinciali che si hanno, si tratta di una tassa che influirebbe negativamente sul turismo locale». Lapam Confartigianato, CNA, Confcommercio e Confesercenti sono critiche nei confronti della scelta adottata dai politici locali. Come evidenziano i dati presi in esame dalle associazioni di categoria, in provincia di Modena solo due comuni, Modena e Maranello, hanno istituito la tassa fra il 2012 ed il 2013 e scontano ancora oggi, dopo più di dieci anni, significative perdite di presenze a vantaggio di comuni limitrofi.

Solitamente l’imposta di soggiorno viene applicata a destinazioni turistiche di per sé di forte richiamo, consolidate e conosciute al grande pubblico. A territori e aree turistiche che drenano importanti flussi di persone. Il comune di Campogalliano non ha una strutturata capacità ricettiva, formata da quattro alberghi e un residence oltre a cinque attività fra bed & breakfast e affittacamere, con cui riesce ad ospitare ogni anno circa 60.000 presenze. Oltre l’80% dei turisti, però, si reca presso una struttura sola, che lavora nella quasi totalità con un indotto derivante da flussi extra comunali. Da queste 60.000 presenze il Comune di Campogalliano spera di “incassare” circa 60.000 euro dal 2025 a fronte di un bilancio di oltre otto milioni di euro.

«L’istituzione dell’imposta di soggiorno in un comune come Campogalliano – proseguono dalle associazioni di categoria –, che ci sia permesso di dire essere non “ancora” a forte vocazione turistica, temiamo sia controproducente. L’approvazione della tassa potrebbe deviare gli attuali flussi di presenze verso altri comuni, dove semplicemente si spende meno a pernottare. Ciò renderebbe vano l’intento del comune di fare “cassa”, mettendo in ginocchio quegli imprenditori che hanno invece “scommesso” su Campogalliano proprio per la sua peculiarità di essere vicino a Modena ma a miglior mercato. Ne risentiranno negativamente, a nostro parere, non solo gli albergatori ma anche i commercianti e gli artigiani di servizio ai quali diminuiranno potenziali nuovi clienti. Le presenze turistiche di Campogalliano sono al 95% per business o affari, le aziende manderanno i loro ospiti “lavoratori” a dormire in comuni più economici o torneranno a Modena.

La ripresa dal Covid della ricettività a Campogalliano è ancora molto fragile e basta un “niente” per metterla in discussione. Le scriventi associazione invitano pertanto l’amministrazione comunale di Campogalliano a un serio ripensamento sull’adozione dell’imposta di soggiorno che potrebbe rivelarsi un “boomerang”».