Come temevamo il 2024 si preannuncia un altro anno difficile sul fronte dell’energia. Non solo perché andremo incontro a nuovi aumenti, intorno al +7,6% per il gas e al +8,5% per l’energia elettrica, stando alle prime previsioni, ma anche perché il Governo ha deciso, erroneamente a nostro avviso, di fare marcia indietro su alcuni sostegni a favore delle famiglie.

Oltre ad aver gravemente ristretto la platea per i bonus energia e gas, da gennaio, rischia di sparire anche la riduzione dell’IVA al 5% per tutte le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, nonché per il teleriscaldamento e per l’energia termica prodotta con il metano.

Misura dopo misura, il Governo sta smantellando, prematuramente ed irragionevolmente, tutti i sostegni alle famiglie in campo energetico, mentre la povertà energetica nel nostro Paese aumenta (tale fenomeno interessa circa 5,5 milioni di persone in Italia secondo gli ultimi dati).

Anche i costi aumentano. Non dimentichiamo, infatti, che oltre alla riduzione dei sostegni per gli utenti che non rientrano nella categoria dei vulnerabili si abbatterà la tegola dell’abolizione del mercato tutelato, che secondo i recenti studi dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori costa mediamente il +11% per le offerte del gas a prezzo variabile e +49% per quelle a prezzo fisso.

Alla luce di ciò il nostro Osservatorio ha calcolato che per l’abolizione delle agevolazioni finora previste per IVA e oneri di sistema, ogni famiglia, subirà un aggravio di circa +102,15 euro annui sulla bolletta del gas.

A questi si aggiungono, mediamente:

+108,87 euro annui per chi sceglie un’offerta sul mercato libero a prezzo variabile;
+493,45 euro annui per chi sceglie un’offerta sul mercato libero a prezzo fisso.
Si tratta di aggravi insostenibili, che si innestano in una situazione già di forte difficoltà per molte famiglie.

Per questo facciamo appello al Governo affinché mantenga tali tutele almeno per il 2024. Eliminarle è inconcepibile: si tratta di strategia poco lungimirante e del tutto controproducente, che rischia di riportare le famiglie ad ulteriori rinunce e sacrifici, con gravi ripercussioni sull’andamento della domanda interna.