Sempre più servizi sanitari e socio-sanitari nel territorio del Comune di Modena grazie alla nuova Casa della Comunità che sorgerà in zona Sud-Ovest, tra strada Panni e via Fratelli Rosselli, ampliando così la copertura cittadina che vede già la presenza di una Casa della Comunità in zona Nord, la G.P Vecchi in via Rita Levi Montalcini (dietro la stazione ferroviaria) attiva dal 2020, mentre una Casa della Comunità aprirà alla fine del 2024 in centro storico, all’ex Ospedale estense in viale Vittorio Veneto.

La nuova Casa della Comunità sorgerà in un edificio dell’Asp Charitas concesso ad uso gratuito come diritto di superfice all’Azienda Usl di Modena. Il progetto è stato illustrato questa mattina alla presenza di sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Direttrice generale dell’Azienda USL di Modena Anna Maria Petrini, l’ingegnere Ilaria Bajesi responsabile unica del progetto per l’Ausl di Modena, il Direttore del Distretto sanitario di Modena Andrea Spanò, il presidente dell’Asp – Charitas Mauro Rebecchi.

La struttura offrirà ai cittadini servizi sanitari e socio-sanitari essenziali quali il Punto prelievi, l’ambulatorio dell’Infermiera di comunità, il Punto unico di prenotazione e assistenza di base (ex Cup-Saub) a cui fare riferimento, ad esempio, per l’assistenza protesica e la scelta o il cambio del medico, l’ambulatorio vaccinazioni, gli ambulatori per le visite specialistiche dedicate alle patologie più diffuse quali quelle cardiologiche, pneumologiche, diabetologiche, gli ambulatori dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta. Sarà una Casa della Comunità caratterizzata da équipe multidisciplinari e sarà in grado di offrire servizi diagnostici per il monitoraggio della cronicità con strumentazione diagnostica di base (ad esempio ecografo, elettrocardiografo) e attivare percorsi di telemedicina per i pazienti cronici. Come le altre in tutta la provincia, la Casa della Comunità nell’ex Charitas sarà anche un punto di riferimento per la promozione della salute e per la divulgazione di corretti stili di vita grazie all’Infermiera di Comunità.

La struttura sarà adiacente alla sede di Asp e vi si accederà entrando da via Fratelli Rosselli al civico 396. Nella parte dell’edificio concessa per la realizzazione della Casa della Comunità l’Azienda USL eseguirà un complesso e articolato intervento di ristrutturazione sulla base di un progetto, approvato dalla Regione, che verrà eseguito in due fasi. La prima fase inizierà nella prima metà del 2025 e si concluderà indicativamente a metà 2027 con l’apertura della Casa della Comunità e dei servizi per i cittadini. A seguire verrà eseguita la seconda parte dei lavori che consentirà un ulteriore ampliamento e completamento della Casa della Comunità che, a regime completo, avrà una superficie di oltre duemila metri quadrati distribuiti su quattro piani, di cui tre destinati ai servizi e l’ultimo piano per i locali di servizio dei dipendenti. L’importo complessivo dei lavori ammonta a 5,3 milioni di euro di cui 4,9 milioni di finanziamenti statali e regionali e 400mila euro di mutui accesi da Ausl Modena.

“La Casa della Comunità nella zona Sud-Ovest di Modena, in sinergia con le Casa della Comunità G.P Vecchi nella zona Nord, già attiva, e quella che aprirà in centro storico nell’edificio dell’ex Ospedale Estense, costituirà un punto di forza di un’ampia rete di offerta dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali di prossimità, sempre più vicini alle persone – sottolinea la Direttrice generale dell’Azienda USL di Modena Anna Maria Petrini – questa Casa della Comunità all’ex Charitas è un ulteriore esempio di collaborazione virtuosa tra le istituzioni del territorio per il bene dei cittadini”.

“Prosegue la strategia di ampliamento della rete di servizi per portarli più vicini alle famiglie – spiega il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli – in una struttura che verrà riqualificata e che rappresenterà un’integrazione al Charitas. La Casa della comunità verrà intitolata, come deciso dal Consiglio comunale, ai due fondatori di Emergency: il medico Gino Strada, scomparso nel 2021, e la moglie Teresa Sarti, morta nel 2009. Con il loro impegno hanno promosso una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, rappresentando, così, un esempio a cui tutta la cittadinanza dovrebbe aspirare. E la scelta della struttura da dedicare loro – sottolinea il sindaco ricordando il dibattito in Consiglio comunale e in città – è il simbolo dell’impegno universalistico della loro attività nella quale hanno affermato e praticato il principio che la cura deve essere un diritto umano fondamentale, inalienabile e gratuito per tutti, senza alcuna discriminazione”.