Sul palcoscenico del tour “A tutto cuore” con cui Claudio Baglioni sta in questi giorni portando in giro per i palasport di tutta Italia, i suoi più grandi successi raccontanti in una cornice più spettacolare che mai, c’è anche la modenese Antonella Pepe, musicista e cantante professionista con alle spalle collaborazioni di tutto rispetto.
Antonella la musica la frequenta fin da giovanissima, trasformandola poi da una passione in una professione che la vedrà salire sui palcoscenici o in sala d’incisione per numerosissimi grandi artisti come Eros Ramazzotti, Adriano Celentano, Vasco Rossi, Gianni Morandi, Zucchero, Laura Pausini, Renato Zero, Giorgia, Jovanotti, il grande Luciano Pavarotti e tanti altri.
Il rapporto professionale “speciale” per Antonella è proprio con Claudio Baglioni affianco del quale salì sul palco di quella incredibile prima tournée all’uscita dell’album Oltre, in diretta Rai dallo stadio Flaminio di Roma nell’estate del 1991.
E da quel tour, con Baglioni ancora nelle successive tournée Assieme e ancorAssieme del 1993, come per Attori e Spettatori del 1996, senza dimenticare gli album sia live che in studio del cantautore romano che hanno reso la voce e il volto di Antonella familiare e apprezzato dal popolo di “Baglioniani” e “Baglioniane” di tutta Italia e non solo.
Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Antonella in occasione dei due concerti Bolognesi e queste sono alcune delle cose che siamo detti:
Canto e Chitarra classica fin da bambina, il DAMS a Bologna dopo il liceo, insomma leggendo il suo curriculum si direbbe che lei è una “predestinata” della musica ma immaginiamo che nella realtà sia stata una scelta che si sia portata dietro anche sacrifici e rinunce, oltre ovviamente alle tante soddisfazioni avute, ce ne parla?
Come dici è stata una scelta che ho davvero fatto da subito, da giovanissima. Posso dire di non avere mai avuto dubbi sul fatto che questa carriera e questa vita fosse ciò che desideravo fare. Sono servite e servono ogni giorno convinzione, determinazione, preparazione e tanta passione non c’è dubbio. Assieme a tutto questo devo dire che ho affrontato la mia strada anche con molta pazienza, imparando anche e spesso ad aspettare. Aspettare la chiamata giusta, l’occasione che sognavo. Posso anche dire che le cose all’inizio mi sono capitate e io ho seguito la scia. Questo nostro bellissimo lavoro ti chiede anche di abituarti a vivere al massimo il momento senza per forza avere tutte le sicurezze che magari si cercano in altre professioni. Io lavoro come molti colleghi a “progetto” sia che sia un disco oppure un tour e dunque posso dirti che so quando i miei impegni iniziano ogni volta, ma ne conosco anche la fine.
Antonella nel suo lavoro lei ha continuamente a che fare con professionisti che sono prima di tutto degli artisti oltre che naturalmente uomini e donne con le loro particolarissime caratteristiche, come li vede dal suo privilegiato punto di vista?
Considero lavorare con questi grandi artisti un vero privilegio e certamente quando si sale di un palco con loro si condividono momenti di lavoro e di emozione molto forti. Gli artisti sono anime delicate, occorre rispettarli e saperli ascoltare e seguire. Nel mio lavoro mi sentirei di dire che la tecnica non sia tutto, è importante certo come lo è tenersi aggiornati sugli stili e il momento, non ripetersi insomma, ma serve davvero tutta l’empatia che di cui si dispone, per vibrare con loro, gli artisti.
La scena musicale degli anni 80 e 90, gli anni dei suoi inizi e delle sue prime grandi collaborazioni sono anni molto diversi, parlando di produzione musicale sia in studio che live dagli attuali. Volendo iniziare la sua professione o meglio vivere di musica oggi lei ritiene sia ancora possibile?
La realtà di questa professione è la stessa in certo senso. Occorre di base sempre una grande preparazione ma molte cose sono cambiate nella musica. Pensiamo solo all’avvento dei social come talent che di fatto hanno quasi capovolto le regole della discografia. Un consiglio che mi sento di dare a chi uscito da un conservatorio o accademia sta pensando d’intraprendere questa strada è questo. Non sentitevi subito pronti ma iniziate a lavorare e dal lavoro sul campo costruite l’esperienza necessaria, quella conta davvero. La scuola e il lavoro in questo nostro ambiente sono due cose molto diverse è necessaria una buona dose di umiltà sempre, per imparare e migliorarsi sempre.
Nella premessa dell’articolo non mi è stato possibile riassumere davvero tutte le sue collaborazioni, di certo non posso non chiederle da appassionato e da curioso, quale sia la differenza tra un palcoscenico come quello di “A tutto cuore” e Sanremo? (Dimensioni a parte ovviamente).
Stare sul palco con un grande artista con un concerto come quello che Claudio Baglioni sta portando in giro in questo momento è un lavoro molto diverso dal palcoscenico di Sanremo. Qui siamo, se mi passa il termine “a casa di Claudio”, nel suo fantastico ed emozionante mondo fatto di musica, parole, luci performance che mettono ogni sera in scena davanti a un pubblico sempre diverso, la sua anima artistica e la sua vastissima produzione musicale. È un impegno fisico più grande di quello Sanremese anche se personalmente sono una piccola parte di un grande insieme che è questo spettacolo. Sanremo è una grande festa, una settimana in cui tutto si concentra su quel teatro e su quel palco che è più casa per noi. La stessa postazione, il mio leggio insomma è una situazione differente. Posso dire che il momento più bello è l’ascolto per la prima volta dei brani, sembrano sempre tutti brutti (ride) all’inizio ma poi ascolto dopo ascolto si aprono, si scoprono e poi emozionano. Arrivano spesso sotto forma di bozze o provini e pian piano prendono forma completa.
È stato un vero piacere per me scambiare due chiacchiere con Antonella Pepe una grande professionista partita da Modena per salire sui palcoscenici più importanti del nostro Paese e non solo, come sarà un piacere ammirare lei e il suo “padrone di casa” nei concerti bolognesi di “A tutto cuore”.
Claudio Corrado