Si amplia il patrimonio del Museo della Ceramica di Fiorano Modenese, grazie alla collezione donata da Franco e Maria Pia Medici. Gli oltre settemila pezzi raccolti in una vita da Antonio Medici raccontano la nascita e l’evoluzione del distretto ceramico tra piastrelle industriali e rarità documentali, a partire da fine dell’Ottocento.

Il ricco nucleo acquisito dal Comune, ora sottoposto alla catalogazione e allo studio da parte del Museo, incarna la passione di una persona che ha raccolto testimonianze del settore ceramico per tutta la vita, Antonio Medici, scomparso nel febbraio 2021. Una collezione che la famiglia, riconoscendone il valore sociale, ha generosamente deciso di donare alla collettività.

Oltre settemila pezzi, tra cui piastrelle rare o uniche, documenti, strumentazioni, progetti e disegni: un patrimonio di conoscenza prezioso, donato dai familiari alla città di Fiorano Modenese per arricchire la narrazione del Museo, che nasce con l’intento di documentare la ceramica nel corso di sette millenni, attraverso le sale che percorrono varie epoche e i pezzi che vi sono esposti.

Presso la sua sede, al Castello di Spezzano, il Museo della Ceramica si fa così “custode” e “portavoce” di un numero sempre maggiore di storie e oggetti da raccontare, dai reperti archeologici alle piastrelle, dalle riproduzioni di manufatti agli strumenti del ceramista. Si aggiunge a tutto questo il valore di una nuova collezione con la quale vivere o rivivere prodotti, design e tecniche, attraverso oggetti e testimonianze che nel tempo si sono accumulate fino a costituire la fortuna che trova oggi attenzione e studio presso il museo fioranese.

“E’ un patrimonio di saperi molto esteso – sottolinea il direttore Stefania Spaggiari – che attraverso la generosità della famiglia Medici, alla quale rinnoviamo i ringraziamenti, il Museo ha ora a disposizione. Terminata il puntuale lavoro di esame e catalogazione ci sarà spazio per rendere fruibile a tutti questa testimonianza di una parte importante della storia produttiva, sociale ed economica del territorio”.

“Con appassionata determinazione – aggiunge Francesco Genitoni, uno dei curatori di Manodopera, sezione multimediale del Museo della Ceramica – Antonio Medici ha messo insieme una collezione difficilmente replicabile. Un patrimonio che consentirà nuove mostre e approfondimenti sull’intera storia del Distretto ceramico modenese-reggiano”.