Per contrastare l’astensione al voto e l’allontanamento dalla politica, soprattutto dei giovani, occorre non perdere alcuna occasione. In gioco c’è la base della democrazia: il diritto di voto.  Giulia Pigoni, consigliera regionale di Italia Viva, ha presentato un’interrogazione alla Giunta dell’Emilia-Romagna per sollecitare Parlamento e Governo affinché si possa giungere in tempi rapidi all’approvazione del disegno di Legge che consente a studenti e lavoratori il diritto di voto in Comuni situati in altra regione rispetto a quella del Comune di residenza. In pratica si tratta di consentire a tanti elettori di votare più agevolmente anche in caso di impedimenti per motivi di studio e lavoro, ma anche per cure mediche o prestazione di assistenza familiare.

“Un provvedimento di buon senso – commenta Pigoni – che sarebbe necessario attuare in tempo utile per le elezioni europee del prossimo giugno. Ritengo che sia doveroso consentire l’esercizio del diritto di voto alle elettrici e agli elettori che per motivi di studio, lavoro e cura si trovano in un Comune diverso da quello di iscrizione nelle liste elettorali” Una criticità storica nel nostro ordinamento, che obbliga le persone intenzionate a votare al rientro nel luogo di residenza, sostenendo i disagi organizzativi ed economici dei viaggi.

“Mi paiono pretestuose e poco connesse alla realtà le giustificazioni del Ministro Piantedosi – attacca Pigoni – che ha parlato di adempimenti tecnici e organizzativi ristretti e della necessità di intervenire con estrema precisione, sotto il profilo tecnico, per garantire la trasparenza e la sicurezza del voto. Tutto vero, ma volere è potere e c’è in ballo la possibilità di tante persone di poter votare più agevolmente. Credo che uno sforzo ulteriore si possa e si debba fare”.

Tra l’altro anche Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento che interessa le elezioni europee e che, se approvato, consentirebbe agli studenti fuorisede di votare nei comuni di temporaneo domicilio in una Regione diversa da quella in cui si trova il Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti. “Ma è una soluzione lacunosa – commenta Pigoni – perché riguarda solo le elezioni europee e soprattutto perché esclude i lavoratori e chi è lontano da casa per questioni di cura”.