L’industria agroalimentare è una delle industrie trainanti per la provincia di Bologna e per tutta la regione dell’Emilia Romagna. L’ultimo Rapporto sul sistema agroalimentare dell´Assessorato regionale all’Agricoltura e da Unioncamere della regione riporta i dati del 2022, un anno diviso tra i danni dell’alluvione e la speranza dei numeri dell’export.

Secondo i dati della regione, nel 2022 il valore della produzione agroalimentare è arrivato a 5,8 miliardi di euro, una crescita di oltre l’8% rispetto all’anno precedente. Con il 42% del territorio regionale colpito dall’alluvione anche nel medio periodo, i danni ammontano a 1,1 miliardi di euro. Nonostante le conseguenze del maltempo abbiano colpito 9mila aziende locali e i prezzi siano aumentati in media del 24%, le imprese emiliane sono uscite dalla crisi, in particolare quelle che si occupano di allevamento, che hanno riportato una crescita di 250 milioni di euro.

I dati del Rapporto sul sistema agroalimentare sono positivi anche per le produzioni Dop ed Igp, con oltre 5.800 imprese, stessa tendenza del settore vitivinicolo che è il settimo in Italia per valore della produzione. Della produzione agroalimentare regionale, oltre 9 milioni di euro ammontano alle esportazioni e il 16% viene venduto all’estero.

La Fiera Cibus 2024 è un’occasione per mettere in mostra le delizie regionali e per promuovere un’industria agroalimentare sempre più sostenibile ed efficiente. Durante Cibus va in mostra il meglio del settore alimentare italiano che conquista i consumatori esteri e che deve puntare all’innovazione per sopravvivere alla concorrenza ed il cambiamento climatico.

“Il comparto agroalimentare dell’Emilia-Romagna è il primo a essere esposto ai cambiamenti climatici,” ha detto il vicepresidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Valerio Veronesi, “e al tema della sostenibilità. È un laboratorio chiamato ad affrontare sfide importanti.”

Cambio generazionale, aumento dei flussi commerciali verso l’estero ed innovazione sono al centro del futuro dell’industria emiliana. La trasformazione digitale è la risposta a molte di queste sfide perchè la tecnologia può essere efficiente e sostenibile. Molti dei cambiamenti tech, anche in Emilia Romagna, sono possibili a fornitori di strumenti innovativi, come RS, un’azienda leader del settore che fornisce il mercato italiano con tecnologie di ultima generazione.

In questo panorama innovativo, il ruolo delle start up, giovani aziende innovative, è fondamentale. Direttamente da Bologna, Welly è una start up alimentare fondata da quattro fratelli emiliani che permette di misurare l’impronta ecologica di ristoranti e produttore alimentari. Si tratta di una cucina consapevole e sostenibile che ha l’obiettivo di conquistare l’Italia con un sistema che connette e supporta cuochi ed imprenditori che vogliono iniziare a fare impresa. Grazie a Welly, anche i consumatori possono fare scelte più responsabili.

Un’altra start up emiliana dedicata al settore agroalimentare è Fresco Break, direttamente dalla provincia di Parma. Questa giovane impresa fornisce un frigo intelligente per la pausa pranzo in ufficio pieno di prodotti freschi e salutari, minimizzando gli sprechi. Salute e sostenibilità sono al centro della mission di Fresco Break con packaging riciclabili ed etichette chiare con dettagli degli ingredienti ed approcci dietetici. Tra i tanti prodotti alimentari forniti da Fresco Break ci sono insalate fresche, estratti di frutta e deliziosi affettati, molti emiliani.