Un luogo che fu falegnameria delle Officine Meccaniche Reggiane, poi mangimificio, diventerà uno spazio dedicato a ricerca, educazione e sostenibilità, in dialogo con il quartiere, la città e le comunità del mondo. Sarà all’ex Caffarri di Reggio Emilia, a pochi passi dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi e da Reggiane Parco Innovazione, ed è stato presentato oggi sabato 23 marzo. Il primo stralcio del recupero del complesso sito in via Gioia, incluso dal Comune di Reggio Emilia nei progetti di rigenerazione urbana sviluppati in questi anni da STU Reggiane spa, viene ora affidato per l’allestimento e la gestione a Fondazione Reggio Children e sarà pienamente funzionante in autunno.

All’evento “Un’architettura per la Fantastica”, aperto alla città, sono intervenuti Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia, Carla Rinaldi, Presidente di Fondazione Reggio Children, Luca Torri, Amministratore Delegato STU Reggiane spa, Cristian Fabbi, Direttore di Fondazione Reggio Children.

Fondazione Reggio Children ambienterà infatti, in questo grande spazio carico di storia ma contemporaneo, la propria ricerca su educazione di qualità, solidarietà, rigenerazione, sostenibilità sociale e ambientale, apprendimento creativo, cercando interazioni e convergenze e coinvolgendo nuovi partner. I primi progetti gestiti da FRC che abiteranno la grande navata saranno il progetto PER, Play Explore Research e scintillae-play and learning in the digital age con The LEGO Foundation, il dottorato Reggio Childhood Studies con Desu-Unimore e Remida, il Centro di Riciclaggio Creativo, che dal nuovo anno scolastico trasferirà qui la propria sede e attività, e che è un progetto di Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia e Iren con Fondazione Reggio Children.

GLI INTERVENTI DELLE ISTITUZIONI

Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia: “Il riuso come sapere e fonte di relazioni. Potremmo sintetizzare così questo progetto, così sorprendente, quasi spiazzante, che ha conferito nuovo senso e significato, nello spirito del Progetto Riuso promosso dal Comune di Reggio Emilia, a un luogo di produzione e sapere industriale novecentesco, trasformandolo in sede di nuovo sapere e conoscenza dalla ricerca laboratoriale, sia materica sia digitale. Ricerca che connette educazione, solidarietà, rigenerazione, sostenibilità sociale e ambientale, creatività. Una scommessa affidata alla sapienza della Fondazione Reggio Children. Un conferimento di energia vitale, che abbiamo visto realizzarsi, con risultati lusinghieri e grazie all’operato di Stu Reggiane spa, anche in altri luoghi della nostra città in questi anni. Penso al Reggiane Parco Innovazione: una vicinanza fisica, di idee e di missione, per una osmosi virtuosa di saperi, di cui il Centro internazionale Malaguzzi è già parte. E penso a quanto il Caffarri va ospitando, grazie alle prestigiose collaborazioni con The LEGO Foundation, con Desu-Unimore e con Remida, il Centro di riciclaggio creativo, progetto di Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia e di Iren con la stessa Fondazione. Senza trascurare le ulteriori attività che in un futuro prossimo arricchiranno la vita del Caffarri: la cultura teatrale di MaMiMò e la pratica sportiva con la Boxe Reggiana. Sono relazioni di sapere che nascono da relazioni tra persone: quelle tra i frequentatori di questo luogo e quelle che nasceranno a beneficio dell’inclusione nel quartiere di Santa Croce e della città”.

Carla Rinaldi, presidente Fondazione Reggio Children: “Un luogo che fu del sapere e del fare, continua la propria storia come grande laboratorio di ricerche, che guarda al mondo. Un luogo di luoghi, che favorisce l’ascolto e il dialogo, tra le diverse identità dei progetti di Fondazione Reggio Children, ma tra le tante culture e identità che incontriamo, anche in questo quartiere. Un luogo che insegna il riuso, che ci fa artigiani della conoscenza, in cui si studiano il gioco e l’apprendimento con il digitale, la rigenerazione, per proporre progetti di educazione di qualità nel mondo”.

Cristian Fabbi, direttore Fondazione Reggio Children: “Lo spazio dell’ex mangimificio Caffarri può rappresentare un’innovazione in termini di ricerca e di opportunità educative per la Città. Un luogo laboratoriale nel cuore di Reggio Emilia dove le migliori esperienze del mondo, come ad esempio The Lego Foundation, possono incontrarsi e sperimentare nuovi modi di educare”.

Luca Torri, amministratore delegato STU Reggiane spa: “Nel contesto del Parco Innovazione, l’intervento all’ex mangimificio Caffarri svolge un ruolo centrale per promuovere cambiamenti significativi nel quartiere di Santa Croce. L’arrivo di Fondazione Reggio Children e di Remida oggi, e in futuro di MaMiMò e della Boxe, rappresenta l’idea che il progetto dell’area Reggiane passa anche dal sociale e dalla sostenibilità. Siamo infatti convinti che lo sviluppo del quartiere debba tenere assieme l’ambiente urbano, il benessere dei suoi abitanti, l’inclusione sociale e l’innovazione, oltre all’attenzione alla qualità estetica che emerge nel recupero della memoria storica dell’immobile”.

LA STORIA E IL PROGETTO DI RECUPERO DEL COMUNE

Il complesso dell’ex Caffarri, che svetta nel quartiere di Santa Croce con il suo caratteristico impianto ‘a torre’, ha una lunga storia produttiva e industriale, originariamente legata al destino delle Officine Meccaniche Reggiane, quando, nei primi del Novecento è falegnameria per la costruzione di treni, poi per componenti degli aerei da guerra. Negli anni ’60 passa a un privato e viene convertito e ampliato con funzione di mangimificio per poi dismettere l’attività nel 2013.

Oggetto di un ampio progetto di rigenerazione del comparto urbano nel quartiere di Santa Croce, l’ex Caffarri è stato incluso nel 2018 dal Comune di Reggio Emilia nel Progetto Riuso, che conferisce nuovo senso e significato agli spazi esistenti. L’intervento di rigenerazione e riqualificazione, con l’introduzione di nuove funzioni, è suddiviso in due lotti, coinvolge una superficie totale di 2.400 metri quadrati e ha visto un investimento complessivo di 2.442.000 euro, di cui 991.000 euro finanziati attraverso il Bando nazionale Aree urbane e Periferie e la restante parte da STU Reggiane spa. Il percorso è stato accompagnato da molti eventi pubblici temporanei di natura sociale e culturale, aperti alla cittadinanza, per la riscoperta dell’area e dei volumi inutilizzati.

Il primo lotto, quello presentato oggi, affidato per la gestione a Fondazione Reggio Children, è costituito di 1.200 metri quadrati distribuiti principalmente a piano terra in un grande open space a duplice altezza, completato da un piano soppalcato. Gli altri lotti riguardano invece gli spazi destinati a Centro Teatrale MaMiMò e Boxe Reggiana, vicini di casa e partecipi all’evento di oggi. L’edificio è di proprietà privata, ceduto in concessione a STU Reggiane spa con durata ventennale.

Il progetto di riuso di questo immobile è stato seguito da Officine Urbane di Reggio Emilia, in particolare dall’architetta Annalia Immovilli, ed ha tenuto a preservare il grande open space, attraversato da una struttura interna a tubi e giunti, stile ponteggio, che caratterizza e scandisce lo spazio oltre a perimetrare alcune aree.

IL NUOVO ALLESTIMENTO PER VALORIZZARE RICERCA E DIALOGO

La sfida di questo nuovo luogo sarà quella di favorire, attraverso la ricerca educativa laboratoriale, lo scambio, il confronto, la contaminazione tra idee, pratiche e saperi diversi, guardando ai temi che attraversano la vita contemporanea nelle società e degli esseri viventi sul Pianeta, dal cambiamento climatico alle povertà educative agli sviluppi del digitale.

Con il nuovo allestimento, lo spazio interno, caratterizzato da una navata unica, percorsa da colonne di mattoni profilate in ferro e segnata da due grandi silos, preserva la forte identità industriale e nel contempo affianca le possibilità innovative dei vari laboratori di ricerca. L’allestimento verrà caratterizzato dall’impermanenza, dalla possibilità di continuo cambiamento, con arredi mobili e contesti fluidi per incoraggiare il dialogo e l’interazione tra le attività di Fondazione Reggio Children e di Remida, per accogliere in varie modalità un pubblico di bambine e bambini, studiosi, giovani, famiglie, cittadine e cittadini di ogni età e provenienza.

L’organizzazione degli spazi prevede: alcune postazioni per dipendenti di Fondazione Reggio Children, che conserva sede e uffici di presidenza nella palazzina di via Bligny, aree laboratorio con caratteristiche specifiche secondo i progetti, un’area ristoro con una cucina dall’identità urbana, l’area di distribuzione dei materiali e del “salvato da Remida” insieme ad un ampio magazzino dedicato. È prevista la possibilità di creare una zona immersiva che può diventare un piccolo teatro o luogo di proiezione e incontro, e uno spazio conferenze. Al primo piano, lo spazio dedicato a dottorandi e dottorande con postazioni e ampia vetrata che si affaccia sull’interno.

Per lo sviluppo progettuale dell’allestimento degli spazi Fondazione Reggio Children ha affidato la progettazione a due importanti studi di architettura e design, selezionati per l’approccio culturale transdisciplinare e visionario, MPA Architects, in particolare l’architetto Mattia Parmiggiani e Total Tool Srl, nella figura dell’architetto Giulio Ceppi. Allo studio Bunker, che ha curato la nuova identità visiva di Fondazione Reggio Children, è stata affidata la progettazione della grafica ambientale in collaborazione con MPA Architects e lo staff di Fondazione Reggio Children.

IL TRASFERIMENTO DELLA SEDE DI REMIDA

Remida, progetto culturale di sostenibilità, creatività e ricerca sui materiali di scarto e diffuso in tutto il mondo, trasferirà in questo spazio la propria sede che sarà abitata a partire da settembre. L’attività quotidiana e di distribuzione dei materiali di Remida continuerà quindi fino al 31 maggio nell’attuale sede in via Verdi, mentre i mesi successivi, da giugno a settembre, sarà sospesa per consentire il trasloco e il riallestimento dei materiali nella nuova sede di via Gioia 24, dove riaprire alla grande con l’avvio dell’anno scolastico.

UNA GIORNATA CON LA FANTASTICA

L’evento “Un’architettura per la Fantastica” è inserito nel programma “50+1” dedicato alla “Grammatica della fantasia”, citando la Fantastica come “quell’arte di inventare” a cui si ispirò Gianni Rodari nelle giornate trascorse a Reggio Emilia.

Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, con Un salto in Via Gioia, la visita libera degli spazi aperta a tutte e tutti, con possibilità di attività ed esplorazioni ad ingresso gratuito, a cura di Fondazione Reggio Children con i progetti scintillae-play and learning in the digital age, Remida, il Centro di Riciclaggio Creativo, Pause-Atelier dei Sapori, dottorande e dottorandi in Reggio Childhood Studies ed inoltre i vicini di casa, MaMiMò e Boxe Reggiana.

 

Info

www.frchildren.org