Sale anche a Modena il prezzo della benzina; in questo momento nei self della città (escludendo quelli autostradali) il prezzo più elevato è ormai vicino ai 2 euro al litro.

Il range di prezzo in città vede agli opposti un distributore a marchio Esso, in tangenziale, a 1,979 euro al litro e AF Petroli di Baggiovara, a 1,818. Una differenza che tradotta in un pieno di 50 litri corrisponde a 8 euro.

Ma quasi nel 60% dei distributori della città la benzina self ha ormai raggiunto o superato gli 1,9 euro al litro, considerando tra questi i 13 distributori dove il prezzo è a 1,899.

Sono poi decisamente singolari le differenze che si registrano all’interno di alcune insegne, come IP e Q8, dove la differenza di prezzo tra il distributore più economico e quello più caro si colloca tra 4 e 5 euro, sempre per un pieno.

Ma è in provincia che si registra il distributore di benzina self più conveniente del modenese: IP di Piani a Pavullo, con 1,808 al litro.

Una condizione, quella della provincia di Modena, che pare lievemente superiore al prezzo medio in Emilia Romagna, 1,897 euro al litro, definito dal Ministero delle Imprese. L’iniziativa del prezzo medio è stata l’unica approntata su questo tema dal Governo, e la sua inutilità è nota a tutti, tranne che al Governo stesso.

Siamo di fronte ad un rialzo, ancora contenuto, nei prezzi del petrolio; una crescita portata sia dalla difficile situazione geopolitica in Medio Oriente che dalle scelte di tagli alla produzione decisi dall’Opec, voluti in primis da Arabia Saudita e Russia.

Uno scenario che può peggiorare ancora, facendoci tornare ai periodi più critici per i consumatori; periodi ai quali il precedente Governo aveva risposto con il taglio delle accise. Un taglio che poteva diventare strutturale, anche in forma parziale, ma che è stato seccamente revocato dal Governo Meloni.

In compenso oggi abbiamo i cartelli del prezzo medio, che certamente terrorizzano Arabia Saudita, Russia e gli altri padroni del petrolio.