Prenderà il via il prossimo maggio la sperimentazione del car sharing di quartiere “Nina”.  Saranno tre le zone della città ad accedere per prime al servizio promosso dal Comune di Reggio Emilia: il centro storico e i quartieri di Crocetta e Rosta Nuova. Il progetto basato su valori di collaborazione e comunità è stato presentato oggi con una conferenza stampa a cui hanno partecipato gli assessori comunali Carlotta Bonvicini, Mobilità sostenibile e Lanfranco De Franco, Partecipazione e quartieri.

 

HANNO DETTO – “Questo progetto apre uno scenario nuovo sulla mobilità locale – ha detto l’assessore alla Mobilità sostenibile Carlotta Bonvicini – Riguarda un tema che abbiamo a lungo discusso, ma attrarre a Reggio i servizi di free floating presenti nelle grandi città si è rivelata una strada non percorribile, per cui abbiamo ideato un sistema che fosse il più possibile vicino alle esigenze dei cittadini. Abbiamo quindi creato un servizio che ha come valore aggiunto la dimensione del quartiere e può sostituire la necessità di una seconda o terza auto di famiglia, in un contesto, come quello reggiano, con un alto tasso di motorizzazione e veicoli che, come un po’ ovunque, restano parcheggiati per il 90 per cento del tempo”.

“Grazie a questo percorso di progettazione partecipata – ha sottolineato Lanfranco De Franco – abbiamo costruito con la cittadinanza e le associazioni un modello innovativo di car sharing di quartiere. Disegnato da zero che ci permette di ritagliare il noleggio sulle esigenze specifiche dei gruppi di cittadini e ci consente di sperimentare alcune alternative operative rispetto alla procedura classica. Quartiere bene comune si conferma uno strumento utile e aperto all’utilizzo di tutti i servizi del Comune”.

Alla presentazione sono intervenuti anche Elena Cosso di T-bridge e Daria de Luca dell’associazione 5 minuti.

 

IL PROGETTO – Sono circa una trentina le persone che hanno chiesto di aderire alla sperimentazione del car sharing di quartiere. Per ciascun quartiere, un gruppo di una decina di residenti condivideranno un’auto elettrica: si partirà con due Renault Zoe full-electric per il Centro storico e Crocetta, mentre a breve sarà disponibile anche la macchina dedicata Rosta Nuova.

Il car sharing – che letteralmente significa ‘automobile condivisa’ – offre la possibilità di spostarsi in città in maniera pratica e sostenibile, permettendo notevoli risparmi in termini sia economici che ambientali. Contribuisce inoltre a risolvere il tema dei parcheggi nelle zone urbane maggiormente abitate. Grazie al sistema di condivisione, si usa l’auto solo quando se ne ha bisogno lasciandola a disposizione di altri quando non la si usa. L’uso del car sharing è ideale per sostituire ad esempio la seconda o terza auto di famiglia, soprattutto se utilizzata per muoversi in città. I vantaggi sono molteplici: le famiglie risparmiano sui costi di un’auto di proprietà, contribuiscono a ridurre il numero di automobili parcheggiate in strada, rendendo più facile trovare parcheggio e riducono  l’impatto ambientale del traffico in città. I mezzi condivisi negli ultimi anni si sono dimostrati un settore in forte crescita e trasformazione. Il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) ha previsto in via sperimentale di coglierne le potenzialità per sviluppare un servizio in grado di migliorare la qualità degli spostamenti e dello spazio pubblico. Il car sharing infatti, incentiva il passaggio dall’auto di proprietà all’uso condiviso, riducendo i costi fissi pro capite e al contempo incentivando i valori di comunità. Il car sharing di quartiere nasce per dare un’alternativa al possesso dell’auto privata in un ottica di condivisione responsabile e sostenibile. L’idea della sperimentazione nasce per zone, in in cui la disponibilità di garage privati è limitata e la sosta avviene per lo più in strada, come in Centro storico e a Rosta Nuova; il progetto si è poi allargato anche al quartiere Crocetta, nel quale un gruppo  si è auto-costituito e si è candidato, già formato, alla sperimentazione.

Il progetto ha avuto inizio con l’elaborazione di un progetto di fattibilità da parte della società T-Bridge spa, che ha proposto un modello di noleggio associativo in quanto più adatto alle peculiarità e alle esigenze territoriali. Si tratta di un car sharing destinato a gruppi chiusi di utenti privati quali condomini o membri di associazioni residenti o domiciliati nel medesimo quartiere. Un approccio che tende a favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei membri, oltre a promuovere l’uso delle risorse condivise.

I cittadini sono stati coinvolti nella co-progettazione della sperimentazione; durante i diversi incontri, iniziati a novembre 2021, ogni gruppo di residenti ha definito il servizio a misura delle esigenze del gruppo di riferimento e sulla base delle caratteristiche del quartiere. Diversamente da quello che accade nel servizio erogato da un locatario privato che procedere per standardizzazioni, il car sharing di quartiere offre a ciascun gruppo la possibilità di personalizzare alcune caratteristiche del servizio, a partire da un modello standard di regolamento d’uso. Nei tavoli di co-progettazione i diversi gruppi hanno potuto scegliere alcune opzioni al posto di altre, in particolare il modello tariffario più adatto alle esigenze dei componenti del gruppo. In Centro storico e a Rosta Nuova i cittadini hanno deciso di adottare una tariffa “a consumo”, che prevede un costo mensile di 25 euro/mese più 2 euro all’ora più 0,07 euro/chilometro percorso; nel quartiere Crocetta i residenti hanno preferito una tariffa “flat” che prevede un costo mensile di 55 euro/mese più 0,07 euro/chilometro percorso.

Per il car sharing di quartiere sono state individuate le associazioni che faranno da riferimento e terranno i rapporti con l’azienda noleggiatrice:  l’Associazione culturale Cinqueminuti, il Centro sociale Rosta Nuova e l’Associazione sportiva dilettantistica Aps.

La sperimentazione coinvolge un partenariato privato guidato dalla società di consulenza T-Bridge che ha elaborato il progetto di fattibilità e coordinerà la fase di sperimentazione: Til fornirà le auto elettriche, E-vai fornirà l’applicazione per la gestione delle auto, Iren, infine, che ha installato 4 colonnine di ricarica nei quartieri in cui partirà la sperimentazione: due in Centro in via Galgana e piazza Andrea Costa, una a Crocetta in via Vasco de Gama e una a Rosta Nuova in via Medaglie d’Oro.

Le auto del car sharing di quartiere avranno a disposizione stalli e colonnine riservati e facilmente riconoscibili grazie alla personalizzazione con la grafica scelta per il progetto.  Il progetto, in futuro, se la sperimentazione sarà positiva, potrebbe essere esteso ad altri quartieri.

 

COME FUNZIONA – I cittadini interessati si iscriveranno alle associazioni di riferimento e dovranno sottoscrivere il regolamento d’uso del proprio quartiere che norma l’utilizzo dell’auto. Successivamente ogni utente dovrà creare un account sull’applicazione dedicata al progetto grazie alla quale potrà prenotare l’auto di quartiere, aprirla, chiuderla e visualizzare i dati di utilizzo. Al termine di ogni utilizzo, l’auto andrà riposizionata presso stallo dedicato e messa in carica.

A sottoscrivere il contratto di noleggio saranno le associazioni che in tal modo hanno acquisito di fatto il ruolo di locatario dei veicoli. Un accordo per cui sarà possibile ammettere i cittadini soci all’uso dell’auto di quartiere. Sarà sempre cura delle associazioni ricevere i pagamenti mensili degli iscritti utilizzatori e saldare il canone di noleggio alla aziende. Il Comune, promotore della sperimentazione di car sharing di quartiere, farà da garante e da supporto delle associazioni.

 

IL REGOLAMENTO – Il Car sharing di quartiere si basa sull’adesione ad un Regolamento sottoscritto tra cittadini, associazioni e Comune. Il Regolamento d’uso dei tre quartieri, in linea con il modello di Città collaborativa che il Comune di Reggio Emilia porta avanti dal 2014, è il risultato di un processo partecipativo, riveste un ruolo cruciale nell’autogoverno del sistema di car sharing e vede un ruolo attivo dei cittadini nel definire una risposta alle esigenze specifiche della comunità.  Esso stabilisce le regole operative, le responsabilità degli attori coinvolti, i meccanismi di gestione e le modalità di partecipazione della comunità. In questo modo, il Regolamento fornisce una struttura giuridica nel processo decisionale. Nel processo di co-progettazione e poi di sperimentazione si è evidenziato il ruolo fondamentale del Comune come mediatore e promotore dei progetti, sottolineando la sua funzione di mediatore e facilitatore della collaborazione tra attori pubblici, privati e la comunità locale.