Daniele Dieci, Roberto Rinaldi

“Non vogliamo aspettare l’ennesimo infortunio o una nuova strage sul lavoro, ma vogliamo porre subito la salute e la sicurezza al centro dell’attenzione delle aziende e del Governo” hanno detto stamattina in conferenza stampa il segretario della Cgil di Modena Daniele Dieci e il coordinatore Uil Modena e Reggio Emilia Roberto Rinaldi nel presentare le ragioni dello sciopero nazionale di Cgil e Uil di giovedì 11 aprile.

Uno sciopero con declinazioni territoriali, che anche a Modena vedrà due presidi: la mattina (ore 8-10) davanti al cantiere Esselunga (angolo via Fanti/via Montessori c/o rotatoria Porta Nord stazione dei treni) e il pomeriggio con corteo davanti alle aziende metalmeccaniche su via Emilia Ovest (concentramento ore 13 in via Emilia Ovest/angolo via Sallustio tra Comet e Bingo Globo).

Nel presidio della mattina prendono la parola Roberto Rinaldi (coordinatore Uil Mo+Re), Rodolfo Ferraro segretario Fillea Cgil Modena, Silvio D’Acunto coordinatore Feneal Uil Bo-Mo-Ferrara, delegati e delegate del settore edile, conclusioni di Massimo Bussandri segretario Cgil Er.

Dopo il corteo del pomeriggio su via Emilia Ovest comizio conclusivo dei segretari provinciali Fiom Cgil Stefania Ferrari e Alberto Zanetti Uilm Uil.

Cgil e Uil si aspettano una grande adesione allo sciopero dell’11 aprile che pone al centro tre rivendicazioni: 0 morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di fare impresa.

I dati modenesi su infortuni, anche mortali, e malattie professionali sono drammatici: 15 morti nel 2023, 14.736 infortuni denunciati nel 2023, 40 denunce al giorno, il 42% degli infortuni riguarda lavoratori fra i 41 e 60 anni, ¼ delle denunce riguarda un lavoratore straniero. Nel 2023 sono state riscontrate 810 malattie professionali, praticamente 2 al giorno, fra queste anche quelle croniche e gravi. L’Emilia Romagna è la regione con maggiori infortuni e i settori più colpiti sono le costruzioni e l’agricoltura.

“Abbiamo scelto di manifestare davanti a Esselunga – ha detto Daniele Dieci – perché il cantiere ha un valore simbolico, per dimensioni e lavorazioni è sovrapponibile a quello dove è avvenuta la strage sul lavoro di Firenze, e anche se in questo cantiere non riscontriamo al momento problemi di sicurezza vogliamo però lanciare il segnale che vigileremo. E chiediamo anche che in quel perimetro dove ci sono attualmente diversi cantieri avviati, sia pubblici (lo studentato) che privati, siano applicate le stesse tutele normative e salariali ai lavoratori, cosa che invece non prevede il decreto legge 19/2024 (Decreto Pnrr)”.

“Le motivazione dello sciopero dell’11 aprile partono da lontano, danno continuità alla mobilitazione Cgil e Uil dello scorso novembre – ha spiegato Roberto Rinaldi – da 4 anni abbiamo presentato una piattaforma unitaria al Governo e non abbiamo risposta. Il 75% dei nuovi contratti stipulati è precario, chiediamo diverse politiche economiche e sociali, la transizione industriale digitale ed ecologica deve essere accompagnata da una transizione sociale, le aziende devono discutere con i sindacati di come affrontare la perdita di posti di lavoro dovuti alla transizione o all’introduzione dell’intelligenza artificiale nella produzione. Servono investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo”.

Non a caso è stato scelto come luogo del presidio pomeridiano, le aziende metalmeccaniche di via Emilia Ovest per richiamare l’attenzione sulla situazione di incertezza di un brand del lusso come Maserati fortemente legato alla città di Modena per i quali servono politiche chiare sia da parte del Gruppo Stellantis che del Governo.

I segretari di Cgil e Uil hanno anche illustrato le altre rivendicazioni alla base della protesta: una giusta riforma fiscale visto che il 90% del gettito Irpef lo pagano lavoratori dipendenti e pensionati, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute e l’evasione continua ad essere di 90 miliardi all’anno.

I sindacati denunciano poi il forte definanziamento della sanità e del welfare pubblico con tagli al trasporto pubblico e all’istruzione pubblica con conseguente esodo anche del personale.

“Vogliamo costringere la politica a parlare di questi temi – hanno detto i segretari di Cgil e Uil – e per questo continueremo la mobilitazione con la manifestazione nazionale a Roma sabato 20 aprile che avrà al centro il diritto alla cura e alla sanità pubblica, la riforma fiscale e la tutela dei salari”.