Da sx: l’assessora Pinelli, Caldana di Porta Aperta, il sindaco Muzzarelli, Giancarlo Pivetti e la moglie Vanna

Grazie a un partneriato pubblico privato nella zona ovest di Modena nascerà “L’ostello per l’autonomia”, in un edificio attualmente inutilizzato che sarà sistemato per offrire un servizio di accoglienza temporanea a lavoratori in condizione di fragilità sociale e disagio abitativo.

È il risultato del percorso avviato dal Comune di Modena attraverso un avviso pubblico indirizzato al Terzo settore, volto a individuare soggetti con cui progettare e gestire il servizio, vista la grave carenza di alloggi disponibili. A rispondere all’appello sono stati in particolare un imprenditore proprietario dell’immobile e già noto per il suo impegno per la realizzazione dell’Hospice di Modena, e l’associazione Porta Aperta che ha una lunga tradizione nell’accoglienza dei senza fissa dimora.
Martedì 9 aprile la Giunta, su proposta dell’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, ha approvato il progetto di sintesi per l’Ostello dell’autonomia e lo schema di convenzione che regolamenta il rapporto di collaborazione tra i soggetti coinvolti. Già nelle ore successive la convenzione è stata firmata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dal presidente di Porta Aperta Alberto Caldana e dal proprietario dell’immobile Giancarlo Pivetti accompagnato dalla moglie Vanna, dando così il via libera al progetto.
Il progetto risponde all’esigenza di realizzare, attraverso risorse pubbliche e private, interventi a favore di adulti in uscita da programmi di protezione internazionale che hanno trovato un lavoro regolare sul territorio ma che non riescono ad accedere a una soluzione abitativa. Nei Centri di Accoglienza straordinaria in capo alla Prefettura di Modena sul territorio comunale ci sono oltre 900 richiedenti asilo (altri 90 posti sono gestiti direttamente dal Comune attraverso il Sai Servizio accoglienza integrata).
“Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze disastrose di arrivi incontrollati e dell’eccessiva concentrazione, in grandi contenitori, dei richiedenti protezione internazionale, contro al modello di accoglienza diffusa che abbiamo sempre sostenuto essere l’unico ammissibile”, afferma il sindaco Muzzarelli. “Ma con l’uscita dai Cas il problema non sparisce e gli amministratori locali lo sanno bene: tra i senza dimora c’è infatti una significativa presenza di persone dimesse dai Cas che hanno un permesso di soggiorno e un lavoro regolare. La precarietà in cui queste persone sono costrette a vivere, senza un posto dignitoso dove dormire o lavarsi, non fa che alimentare l’esclusione sociale e rende difficile qualsiasi percorso di integrazione: intendiamo quindi sperimentare nuove soluzioni che coinvolgano le diverse componenti sociali, a partire dal mondo dell’imprenditoria che di quella manodopera ha bisogno e quindi contribuire con esperienze concrete ad attivare vere politiche d’integrazione”
Per la realizzazione del servizio di accoglienza residenziale “L’ostello per l’autonomia” il privato concede un immobile, situato in via Aldrovandi, in diritto di superficie all’associazione Porta Aperta per la durata di dieci anni a cui possono seguire altri dieci anni. Porta Aperta Odv Ets mette a disposizione le risorse finanziarie, strumentali e umane, servendosi anche dell’impresa sociale Arca Lavoro, per la gestione e la realizzazione del progetto occupandosi nella prima fase anche delle attività necessarie per sistemare l’immobile.
Per i lavori di adeguamento sono stimati costi per complessivi 200 mila euro a cui l’amministrazione comunale, che attraverso il Settore Servizi sociali, partecipa anche alla progettazione e gestione del servizio, contribuirà con 100 mila euro di risorse proprie. Ulteriori risorse sono già state rese disponibili da soggetti del mondo imprenditoriale e mancano ancora poche decine di migliaia di euro per coprire interamente i costi. “Tra i sostenitori dell’Ostello – continua il sindaco – ci sono già il gruppo Marazzi e Confindustria Emilia Area Centro; confido che altri imprenditori intendano essere della partita per dimostrare che a Modena la comunità integra e valorizza i propri lavoratori”.
Una volta adeguato l’immobile, che sarà adatto ad ospitare 20 persone, le spese di gestione saranno coperte dalla contribuzione degli stessi utenti, che dovranno essere in possesso di un titolo di soggiorno valido e di un reddito proveniente da un contratto di lavoro regolare, in modo che il progetto possa autosostenersi. Questo aspetto in particolare, nelle intenzioni dell’amministrazione, rende la progettualità non solo efficace, ma anche replicabile.