Dagli etruschi di Kainua, l’antica Marzabotto, fino agli orizzonti della Via della Seta, a Samarcanda. Dai porti fenici in terra sarda, a Tharros e a Sarcapos, fino alle imponenti rovine assire di Ninive, in Iraq. Dai tesori sepolti di Pompei fino agli antichi resti dell’Età del Bronzo ad Halban, in Oman. Sarà un viaggio tra i misteri e le meraviglie del passato la giornata “Alma Scavi – Scoperte e ricerche archeologiche in Italia e all’estero”, in programma mercoledì 24 aprile nell’Aula Giorgio Prodi del Complesso di San Giovanni in Monte (Piazza San Giovanni in Monte, 2 – Bologna).

A partire dalle 9,30 e fino al tardo pomeriggio, gli archeologi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà e del Dipartimento di Beni Culturali racconteranno i progetti di scavo promossi dall’Alma Mater attraverso il programma Alma Scavi: oltre quaranta missioni archeologiche, che comprendono un ampio spettro di realtà geografiche e storiche, dal territorio italiano al Mediterraneo Centro-Orientale, fino alla Penisola Araba e all’Asia Centrale.

La giornata sarà aperta dai saluti istituzionali del Prorettore alla Ricerca, Alberto Credi, e dei direttori dei dipartimenti di Storia Culture Civiltà e di Beni Culturali, Francesca Sofia e Luigi Canetti. Gli studiosi dell’Alma Mater racconteranno poi le loro missioni e le ricadute delle ricerche sul piano scientifico, didattico e sociale.

La mattina sarà dedicata agli scavi sul territorio italiano, dal porto etrusco di Spina fino al quartiere ellenistico-romano di Agrigento, mentre nel pomeriggio ci sarà spazio per esplorare il resto del mondo, dall’antica citta illirica di Butrinto, in Albania, fino al centro ellenistico-arsacide di P’arak’ar, a Zvartnots, in Armenia.

Le diverse missioni archeologiche dell’Alma Mater saranno inoltre raccontate da una serie di poster allestiti nel Chiostro di San Giovanni in Monte: un’esposizione che resterà visibile fino alla fine di giugno.

Avviato nel 2022, il programma Alma Scavi sostiene la comunità degli archeologi dell’Alma Mater, favorendone la produzione scientifica, la didattica connessa alle ricerche sul campo e promuovendo l’impatto sociale su scala locale ed internazionale. Il programma, inoltre, favorisce l’attrazione di fondi complementari per le attività archeologiche e garantisce la necessaria continuità nel tempo delle missioni di scavo.