Unimore si unisce alle numerose iniziative che festeggiano in questi giorni la Giornata Internazionale delle Donne nella Matematica, che si è tenuta il 12 maggio, organizzando un evento dal titolo: “Alicia Boole: vedere la quarta dimensione” curato dalle prof.sse Anna Maria Ferrari, Claudia Landi e Stefania Monica del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI.

L’appuntamento, che si terrà mercoledì 15 maggio 2024 alle ore 18.00 presso il Caffè letterario Binario49 (Via Turri 49) a Reggio Emilia, è volto a promuovere una riflessione sulla presenza delle donne e delle ragazze nelle carriere scientifiche e a stimolare una visione critica sui pregiudizi e gli stereotipi di genere nel mondo scientifico. L’ingresso è libero e rivolto a tutta la cittadinanza in particolare agli studenti.

Ad aprire l’incontro sarà la prof.ssa Tindara Addabbo, Delegata del Rettore per le Pari Opportunità di Unimore, assieme ad Annalisa Rabitti, Assessora a Cultura, Marketing territoriale e Pari opportunità del Comune di Reggio nell’Emilia. Alle ore 18.20 sarà proiettato il film “Le lettere immaginarie di Alicia Boole” di Moira Chas · Stony Brook University. Alle 18.50 prenderà la parola la prof.ssa Claudia Landi del DISMI di Unimore su “La quarta dimensione” mentre alle 19.10 il prof. Lorenzo Manera del DESU di Unimore parlerà de “L’ipercubo nelle arti figurative

Secondo il Rapporto ANVUR 2023, nelle aree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathemathics) la componente maschile degli iscritti ai corsi di studio universitari è ancora predominante a differenza di quanto avviene per le discipline umanistiche, sociali e sanitarie. Nonostante ci sia stato recentemente un incremento piuttosto significativo nelle immatricolazioni delle donne, nel Nord-Est +29% donne rispetto al +25% degli uomini nell’A.A. 2021/22 rispetto all’A.A. 2011/12, il numero dei laureati STEM uomini è ancora significativamente superiore a quello delle donne, confermando il gap di genere. Le motivazioni di questa “distanza” sono di diversa natura, ma paiono avere un’origine comune nel background culturale e familiare delle società odierne. Le ragazze, infatti, sembrano sperimentare minor motivazione e fiducia in loro stesse nell’intraprendere un percorso di formazione scientifica e, in particolare, matematica. Inoltre, le ragazze spesso si trovano ad affrontare stereotipi culturali che le scoraggiano dal perseguire carriere scientifiche.

Il Rapporto 2020 di Assolombarda evidenzia che le donne laureate in discipline STEM hanno un voto di laurea leggermente superiore rispetto a quello degli uomini, 107,3 contro 106,4, e riescono a concludere il corso di laurea in misura maggiore 50% contro 48%. Tuttavia, nel mondo del lavoro queste migliori performance accademiche non paiono avere un peso. A un anno dalla laurea sono ben il 91,8% degli uomini laureati in facoltà STEM a lavorare contro l’89,3% delle donne che guadagnano, in media, mensilmente una cifra leggermente inferiore rispetto ai colleghi uomini.

Egualmente, si osserva un divario di genere rispetto all’accesso alle posizioni apicali nelle carriere accademiche dove le donne, nonostante un incremento negli anni recenti, restano in numero inferiore. Le ricercatrici rischiano quindi di trovarsi isolate scientificamente e, anche sotto il profilo salariale, le donne finiscono per rimanere indietro.

Come nota positiva, sempre nel Report 2020 di Assolombarda si legge come l’Italia abbia una percentuale di ragazze iscritte ai corsi STEM superiore alla media europea. Riesce così a posizionarsi meglio rispetto ad altre nazioni come, ad esempio, la Svezia e la Francia.

La Giornata Internazionale delle Donne nella Matematica si celebra il 12 maggio perché in questo giorno è nata Maryam Mirzakhani, la prima donna a ricevere la Medaglia Fields per la Matematica nel 2014 e purtroppo scomparsa prematuramente nel 2017.