“La manovra di bilancio 2026 chiederà ai reggiani di pagare più tasse. Da un lato per recuperare i soldi che Roma non manda, dall’altro per evitare l’impennata del costo dei servizi. Ma un punto è evidente: in questo bilancio manca un progetto che sia scudo per le famiglie della classe media, cioè quelle persone con un reddito intorno ai 30mila euro che non possono avere un sostegno pubblico ma che pagano tutto per tutti. Sono la maggioranza dei contribuenti reggiani e dobbiamo dare loro risposte”.
Lo spiega Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale, il sindacato che dall’inizio del mandato Massari più volte ha proposto di costruire un patto per le famiglie, per combattere il crollo demografico.
“Voglio essere chiara: portando al massimo l’addizionale Irpef comunale, la Giunta va a pescare a strascico circa 2.8 milioni di euro, che serviranno per tappare le falle. Certo, apprezziamo l’impegno del Sindaco per evitare l’impennata, ad esempio, sulle rette dei nidi o per il costo di una mensa o dei servizi sociali – prosegue Papaleo –. Ma non possiamo non calcolare che su una famiglia reggiana sono piombate nel 2025 la stangata a due cifre percentuali della Tari e l’aumento della pressione fiscale regionale: paghiamo più caro il bollo auto, più cara l’Irpef per la quota regionale e più cari i medicinali, appesantiti dai ticket. Senza avere ottenuto miglioramenti sensibili sulle liste d’attesa”.
UN METODO NUOVO
Cisl rispetta la scelta del Comune ma chiede d’ora in poi di “adottare un metodo basato sulla definizione di obiettivi condivisi con le parti sociali, datoriali, con chi è cinghia di trasmissione dentro alla Comunità. Se si mette mano al portafoglio delle persone occorre spiegare cosa si realizzerà con quei soldi per il cambiamento della città, restare a galla non è più un’opzione. I nuovi problemi che un Comune è chiamato a risolvere sono così grandi e così complessi da richiedere di concentrare la forza d’urto del bilancio su grandi scelte di innovazione”.
Secondo Cisl, se Reggio vuole essere una città per le famiglie, in cima alla lista c’è il problema della casa: esiste un bisogno quasi disperato di un piano casa con alloggi Ers. Emergenza seguita dal costo di mantenimento di un figlio, se pensiamo che tre anni di nido arrivano a cubare 15.000 euro di rette.
Per la segretaria del sindacato “non stiamo chiedendo la luna, stiamo chiedendo di replicare quello che, ad esempio, ha fatto Modena, riunendo sindacati, Confindustria, associazioni di categoria con un vero e proprio patto che ha definito priorità d’investimento e sta mettendo a fuoco gli obiettivi strategici anche per la gestione della situazione economica del territorio”.
DIALOGO E TRASPARENZA
Infine, Papaleo pone un tema di tempi e di trasparenza.
Costruire questo percorso comporta ascoltarsi e rispettarsi, con un cammino lungo tutto l’anno. Vale ancor di più per la questione strategica delle società partecipate, che andranno inquadrate nella classica delibera consiliare parallela a quella del bilancio. Qui si definiranno gli obiettivi di asset legati ai servizi pubblici fondamentali.
“Ad esempio, sappiamo che il Sindaco Massari insieme ai colleghi di Modena e Piacenza il 30 settembre scorso ha chiesto a Seta di avere dati essenziali in merito alla sua situazione gestionale, finanziaria e di esposizione verso le banche. Abbiamo appreso dalla delibera del Comune di Modena che sono arrivate ai tre soci informazioni ‘reticenti e lacunose’. A Reggio questo file non è ancora stato aperto coi sindacati e quel che conosciamo arriva da Modena. Chiediamo di parlarne con urgenza, chiediamo al nostro Comune di essere protagonista nella battaglia per la qualità e la trasparenza del Tpl. Aumentare il costo del biglietto alla cieca sarebbe insostenibile e inaccettabile”, chiosa Papaleo.

