Da qualche tempo assistiamo increduli al surreale dibattito in corso sui pubblici esercizi della città di Modena. Qualche tempo fa la proposta dell’Assessore Pini di rendere libero anche ai non clienti l’accesso ai servizi igienici dei bar, aveva portato all’indignata reazione di numerosi imprenditori e di qualche loro associazione. Più recentemente si è aperto un dibattito, molto agostano, sull’accesso dei cani nei bar, che ha visto numerosi appassionati interventi sulla stampa.
Al contrario da settimane i giornali riminesi si stanno occupando degli esiti dei numerosi controlli effettuati in bar, alberghi, ristoranti e strutture di divertimento della riviera.
Delle 37 attività controllate dalla Guardia di Finanza di Rimini nello scorso fine settimana sono risultate irregolari 37. Ovunque è stata registrata la mancanza di ricevute e scontrini. In un albergo che dichiarava di aver avuto in 4 mesi appena 30 ospiti, è stata reperita la “contabilità in nero” riferita a molte centinaia di clienti. In altre situazioni, semplicemente spostando una virgola, venivano ridotti del 90% gli importi delle ricevute. La Guardia di Finanza di Rimini ha poi verificato, ancora una volta, la grande diffusione nel turismo di lavoro nero ed irregolare.
A Modena e provincia la situazione non è molto diversa, ed appaiono periodicamente sulla stampa notizie simili, solitamente a seguito di ispezioni degli Organi competenti.
Il fenomeno è talmente diffuso che quegli interventi ricordano il tentativo di vuotare il mare con un cucchiaino da Tè, anche perché spesso le sanzioni non sono pagate ed al lavoro nero si sostituiscono temporanei succedanei come il falso lavoro a chiamata.
E’ una intollerabile situazione di illegalità diffusa, che a sua volta trascina altre più gravi illegalità, distogliendo cifre enormi dalle Casse pubbliche.
E’ una situazione che dovrebbe costringere tutti a superare una incomprensibile tolleranza, affrontando il problema per quello che è: una vera e propria emergenza.
Proprio per questo troviamo insopportabile il dibattito attorno alla pipì dei turisti ed ai cani nei bar, come se queste fossero le priorità in un settore che occupa – con varie modalità – circa 10.000 persone nella nostra provincia.
Proprio per questo non abbiamo nel passato nascosto la nostra delusione nel vedere la sostanziale indisponibilità di amministratori e associazioni datoriali ad affrontare concretamente il problema, giungendo (come nel caso di Carpi) addirittura a negarlo.
Per provare a fare un salto di qualità, superando i dibattiti di Ferragosto, Filcams CGIL e Uiltucs UIL (categorie dei lavoratori del commercio, turismo e servizi) domani renderanno pubblica la gravissima situazione di una nota struttura modenese della ristorazione, dove possono forse entrare i cani, ma dove a restare costantemente fuori è la legalità.
(Marzio Govoni – Segr. Provinciale Filcams/Cgil – Lorenzo Tollari – Segr. Prov. Uiltucs/Uil)

