“Vi annunciamo la stagione di mobilitazione e le proposte della Cgil nazionale e della Cgil di Modena per affrontare la crisi, contrastare i licenziamenti, sostenere l’economia e i consumi” ha detto stamattina il segretario della Cgil di Modena Donato Pivanti ai giornalisti convocati in conferenza stampa.
“La crisi non è affatto superata, anche i dati di Confindustria ci dicono che per ritornare ai livelli produttivi e occupazionali del 2007 ci vorranno almeno i prossimi 6/7 anni, e anche se oggi siamo di fronte ad una piccola ripresa non si traduce in occupazione” ha aggiunto Pivanti che, insieme ai componenti della segreteria Cgil di Modena Vanni Ficcarelli e Claudio Riso, ha tracciato il quadro a tinte scure che caratterizza anche la provincia modenese, dove parte delle imprese legate all’export stanno ripartendo, ma tante altre legate alla domanda interna rimangono al palo.
La Cgil di Modena stima che i Comuni della Provincia di Modena avranno a disposizione tra i 60 e gli 80 milioni di euro in meno il prossimo anno (150 miliardi delle vecchie lire), un taglio drastico che si abbatterà essenzialmente sull’occupazione – si stima una perdita di 1.500-2.000 addetti dei servizi – dal momento che l’80% dei costi dell’Ente pubblico è dato dal personale. “Potranno essere perdite di posti di lavoro, o riduzioni di ore lavorate, o dumping negli appalti di servizi con riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni offerte – hanno detto i sindacalisti Cgil – a fronte di nuove domande di sostegno che i cittadini rivolgeranno agli Enti locali”. “Una situazione inaccettabile per la Cgil che si batte contro i tagli imposti dal Governo !!!”
“La politica nazionale del Governo si conferma iniqua, sbagliata e fallimentare” ha detto il segretario Pivanti, annunciando l’autunno di mobilitazione della Cgil per denunciare i problemi, ma anche per avanzare le proprie proposte.
Si comincia il 7 ottobre con lo sciopero dei meccanici Fiom per dire NO “ai ricatti” di Fiat e Federmecacnica, NO alle deroghe al contratto nazionale, SI ai diritti, al contratto nazionale e alla democrazia sindacale. Lo sciopero vedrà anche nel pomeriggio una grande manifestazione per le vie cittadine a cui parteciperanno folte delegazioni di tutte le categorie Cgil.
Venerdì 8 ottobre sciopero di scuola-università-ricerca, la prima ora di lezione/servizio, sciopero ad intermittenza che si ripeterà ogni 15 giorni sino a fine anno. La Rete degli Studenti Medi manifesterà per le vie cittadine.
Sabato 9 ottobre gazebo della Cgil a Modena città e nei Comuni capo-comprensorio – Carpi, Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Castelfranco Emilia – in occasione della giornata della tutela individuale: nei gazebo che proseguiranno sino al 15 ottobre si distribuiranno materiali informativi sui servizi che la Cgil offre per la tutela dei diritti, in particolare quella rivolta ai giovani, ma si informeranno anche i cittadini che saranno costretti a posticipare di un anno la pensione.
Il 16 ottobre manifestazione nazionale a Roma dei meccanici Fiom/Cgil per i Diritti, la Democrazia, la Legalità, il Lavoro, la riconquista di un vero Contratto nazionale.
Dal 20 al 26 novembre ritorno dei gazebo Cgil nelle piazze dei principali Comuni della provincia a sostegno della manifestazione nazionale Cgil sabato 27 novembre.
Durante i mesi di ottobre e novembre, massiccia campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e fra i pensionati, volantinaggi nei mercati cittadini, incontri con le forze politiche, con i parlamentari e le associazioni del terzo settore (calendarizzati l’8 ottobre).
Il 10 novembre è prevista un’assemblea di studenti, ricercatori e docenti universitari, personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, a cui parteciperà anche il segretario nazionale Flc/Cgil di Mimmo Pantaleo.
Quali sono le proposte Cgil di politica economica e sociale? “Innanzitutto la proroga e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga anche sul 2011” hanno detto Pivanti, Ficcarelli e Riso, poiché a fine anno finisce la cassa integrazione in deroga e nei primi mesi del 2011, senza nuovi ammortizzatori sociali, sono a rischio disoccupazione 8/9.000 lavoratori modenesi.
“Si deve inoltre garantire a tutti i lavoratori in mobilità volontaria – 130.000 a livello nazionale, 4.000 a Modena – di poter accedere alla pensione alla scadenza della mobilità stessa. Attualmente invece il tetto ingiusto posto dal Governo è di 10.000 lavoratori all’anno che potranno scivolare verso la pensione, per gli altri il rischio è di rimanere un anno senza reddito (né lavoro, né pensione)”. A Modena sono 4.000 i lavoratori interessati e per la stragrande maggioranza di loro il rischio di restare senza niente è più che reale.
Occorre ridurre le tasse su lavoro e pensioni, finanziare ricerca e innovazione, scuola e formazione, vanno attuate politiche per la difesa e salvaguardia del territorio e la riconversione del patrimonio edilizio esistente (green economy), per salvaguardare il welfare e ridurre i tagli agli Enti locali, superare il Patto di Stabilità.
“Per queste ragioni – hanno detto i sindacalisti Cgil – chiediamo ai Comuni di continuare la battaglia contro i tagli e posticipare i tempi di approvazione dei Bilanci 2011”.
La Cgil pone con forza l’attenzione alla lotta al lavoro nero e al dumping sociale e contrattuale. Occorre anche sospendere pere 2 anni la legge Bossi/Fini poiché costringe i lavoratori immigrati che perdono il lavoro alla clandestinità e alla riduzione in schiavitù. E’ noto che se un lavoratore clandestino denuncia il proprio datore di lavoro, rischia l’immediata espulsione.
Dove si recuperano le risorse per sostenere la domande interna e per le politiche volte a ridurre le diseguaglianze sociali? Oltre all’emersione contributiva e fiscale del lavoro nero, occorre re-introdurre un’adeguata tassazione su rendite finanziarie e immobiliari, elevare almeno al 10% l’aliquota sulla passata sanatoria per il rientro dei capitali dall’estero, intensificare la lotta all’evasione fiscale.
La Cgil preannuncia che a inizio novembre saranno presentate proposte sui temi di politica economica e sociale per evitare i licenziamenti, favorire la ricollocazione dei lavoratori, a partire dai disoccupati, e per contenere i tagli al welfare in vista del confronto con gli Enti locali. Una vera propria piattaforma da discutere con Cisl e Uil e da presentare alle imprese e agli amministratori locali.