Stamattina è scomparso il professor Giovanni Beduschi, docente di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e direttore della Struttura Complessa di Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. Il rinvenimento del corpo del prof. Beduschi, probabilmente deceduto nella notte il quale viveva solo in un’abitazione del Centro Storico, è stato possibile solo intorno alle 10,00 quando una sua collaboratrice è passata da casa per andarlo ad accompagnare in Procura dove erano attesi per impegni di lavoro.
GIOVANNI BEDUSCHI. Nato a Casalmaggiore (Cremona) nel 1950, Giovanni Beduschi si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia 1975 a Parma, discutendo una tesi sperimentale in Anatomia Patologica; sempre a Parma si è specializzato in Anatomia patologica e tecniche di laboratorio nel 1977. Dal 1978 è entrato a far parte della Scuola medico-legale modenese sotto la guida del Prof. Francesco De Fazio – uno dei padri della Medicina Legale modenese – e, in tale ambito, ha percorso l’intera carriera accademica, dopo aver conseguito la specializzazione nel 1980 col massimo dei voti e la lode: Ricercatore nel 1981, Professore Associato nel 1987, Professore Ordinario nel 1994. Conclusa un’esperienza didattica presso la Facoltà di Giurisprudenza è passato successivamente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Nel 2002 ha ereditato la guida della Struttura Complessa di Medicina legale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena dal suo maestro e nel 2008 è diventato Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Laboratori-Anatomia patologica – Medicina legale del Policlinico di Modena, mentre dal 2007 ha diretto ininterrottamente la Scuola di specializzazione in Medicina legale dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ora capofila (dal 2010) in consociazione con Bologna.
Figura di spicco della sanità modenese e della ricerca con all’attivo circa 100 pubblicazioni, i suoi studi hanno spaziato in tutti i settori classici della Medicina legale (traumatologia, tanatologia, responsabilità medica, giuridica, deontologia medica, tossicologia forense, emogenetica forense). La sua figura dotata di grande autorevolezza fu spesso interpellata sui più scottanti casi di cronaca giudiziaria, come quando nell’ottobre del 2007 ebbe modo di difendere la prova del DNA, messa in discussione dalla scarcerazione di Alberto Stasi, accusato del famoso delitto di Garlasco, dove era stata uccisa la sua fidanza Chiara Poggi. Il DNA, secondo Beduschi, era una tecnica neutrale e una grande risorsa a patto che chi lo esegue non si innamori di tesi precostituite, tentando a tutti i costi di dimostrarle. Intensa è stata la sua attività peritale per incarico di Uffici giudiziari svolta presso diverse sedi in tutta Italia.
Interessante anche un botta e risposta con l’avvocato Alessandro Sivelli al convegno sulla prova difensiva organizzato da Ateneo e Camera di Commercio il 28 maggio 2010. Nel dibattito, Sivelli criticò la Convenzione tra Medicina Legale e Procura che, a suo dire, avrebbe trasformato il medico legale in consulente ufficiale della Procura, mentre doveva essere una realtà libera, non legata a chi sostiene l’accusa. La risposta di Beduschi fu netta: “La nostra è una struttura pubblica a disposizione degli uffici giudiziari. Gli avvocati possono rivolgersi ad altri istituti di Medicina legale ad altri istituti di Medicina Legale fuori sede, come noi lavoriamo per avvocati di altri fori. A Modena c’è un patto di fede con Procura, Tribunale e Gip. Mi sembra normale che un istituto pubblico sia a disposizione dell’autorità giudiziaria dello stesso Tribunale. Gli avvocati non restano certo sguarniti, fa piacere che ambiscano a rivolgersi al nostro istituto”.
“La scomparsa del prof. Giovanni Beduschi – ha commentato la Direzione generale del Policlinico – col quale abbiamo spesso collaborato rappresenta un’indiscutibile perdita per l’ambiente clinico modenese e per la direzione sanitaria e generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, che si vede privata di un autorevole collaboratore, prezioso, efficace e competente, come ha sempre dimostrato di essere nella sua attività. Persona arguta, profonda, non ha mai trascurato alcun dettaglio e nei suoi interventi e nei suoi suggerimenti ha sempre manifestato una profonda conoscenza della materia accompagnata da una profonda carica umana”.
La salma è stata ricomposta per sua volontà presso l’Obitorio comunale del Policlinico (via del Pozzo 71) accanto all’Istituto di Medina Legale cui ha dedicato tanti anni della sua vita.
“Se ne è andato un collega, ma soprattutto se ne è andato un amico – ha dichiarato la prof.ssa Gabriella Aggazzotti, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia – persona intelligente, acuta e brillante sia nella professione che nei rapporti con amici e collaboratori, aveva più volte offerto aiuto leale e disinteressato a chi di noi gli aveva chiesto consigli su temi delicati quali quelli che tratta di solito la sua disciplina di appartenenza, la Medicina legale. Non è, però, solo questo che voglio ricordare, ma la sua attività accademica, sia per i suoi contributi alla ricerca scientifica nel settore, sia soprattutto per le sue doti quale didatta. Non c’è giovane medico, laureato nella nostra sede, che non sia rimasto colpito dalla competenza di Giovanni Beduschi nei campi più diversi della Medicina legale e non abbia seguito le sue lezioni, affascinato dal suo modo di esporre i diversi argomenti e dalla sua capacità di sviluppare in profondità tutte le tematiche della disciplina. E’ un docente che lascerà il segno del suo lavoro accademico e di cui sentiremo moltissimo la mancanza”.
“Ho conosciuto il Prof. Beduschi alla fine degli anni ’70, quando da studente me lo ritrovai nella commissione d’esame di Medicina Legale al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Qualche anno dopo – ricorda il prof. Enrico Silingardi, professore associato di Medicina Legale dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia – lo ritrovai, provenendo anch’io come lui dalla comune formazione di anatomo-patologi, entrando all’Istituto di Medicina Legale nella vecchia sede di Largo S. Eufemia. Da allora le nostre vite si sono affiancate nel comune impegno di contribuire alla crescita dell’Istituto, che qualche anno dopo si trasferì nell’attuale sede presso il Policlinico. Il suo contributo è stato sempre fondamentale, tanto sul piano organizzativo quanto sul piano scientifico e didattico, nella molteplice estrinsecazione delle sue straordinarie qualità di docente e di studioso, particolarmente versato nei settori della Patologia medico-legale e della responsabilità professionale medica. Tra i tanti ricordi che in questo momento si affollano nella mia mente, mi piace richiamare il lavoro comune che nel corso degli anni ’80 svolgemmo, insieme al nostro Maestro Prof. De Fazio e agli altri Colleghi dell’Istituto, sul celebre caso del cosiddetto <mostro di Firenze>”.

