A Sant’Ilario d’Enza la base dello stoccaggio della refurtiva asportata tra le province di Parma e Reggio Emilia prima di essere riciclata? E’ più che un’ipotesi su cui stanno alacremente indagando i Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario d’Enza che in un casolare in disuso ubicato nella frazione Calerno, di proprietà di un 75enne reggiano, la cui posizione è ora al vaglio dei Carabinieri, hanno rinvenuto un ingente partita di merce provento di differenti furti consumati proprio nelle predette province emiliane. Nella more che le indagini condotte ora dai Carabinieri facciano piena luce, il primo “colpo” dei militari santilariesi è stato il fruttuoso recupero di un ingente partita di merce rubata il cui valore è stato stimato in oltre 80.000 euro. L’attività è stata condotta nell’ambito del contrasto dei fenomeni criminali che destano maggiore allarme sociale quali i reati contro il patrimonio che ha visto i Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza, nell’intera giornata di ieri, “scandagliare” i casolari abbandonati ed in disuso ubicati nel territorio, con il fine di verificare l’eventuale esistenza di immobili adibiti a “magazzini” di refurtiva. Lungo la via XXV Aprile Ovest, nel corso dell’ispezione ad un casolare nel passato adibito ad officina, oramai dismessa ed abbandonata, sono stati rinvenuti:
– un autocarro Fiat ducato di colore bianco privo di carico, denunciato oggetto di furto in Cavriago (RE) il 15.03.2012 ai danni del caseificio Grana d’oro;
– un autocarro Citroen Jampi di colore bianco privo di carico, denunciato oggetto di furto in Sala Baganza (PR) il 27.02.2012 ai danni della ditta Calor Clima;
– ricambi per autocarri Fiat Iveco tutti imballati nuovi tra cui 44 radiatori acqua, uno scambiatore di calore, 27 elementi filtro aria, 2 condensatori clima, 4 condensatori normali, una batteria magg. 105 ah, 40 pneumatici Michelin, tutti denunciati rubati a San Pancrazio Parmense in data 08.02.2012 ai danni della ditta A.R.A..
Secondo le prime risultanze d’indagine i due autocarri rinvenuti, sarebbero stati utilizzati dai malviventi per trasportare forme di formaggio parmigiano reggiano rubate in occasione del furto consumato a Cavriago, mentre i ricambi venivano rubati unitamente a tre veicoli della medesima ditta, già recuperati in altre circostanze e riconsegnati al legittimo proprietario. I furti dei mezzi e della refurtiva rinvenuta non combaciano temporalmente tra loro, il che fa ipotizzare che il casolare oggetto delle attenzioni investigative dei Carabinieri sia stato utilizzato come magazzino dello stoccaggio della refurtiva probabilmente ad opera di una banda dedita ai reati contro il patrimonio nelle province di Parma e Reggio Emilia.
E’ al vaglio la posizione del proprietario dell’immobile per stabilire eventuali sue responsabilità in ordine al reato di ricettazione. Si tratta comunque di un recupero di refurtiva ritenuto dagli stessi Carabinieri assolutamente “fruttuoso” sia sotto l’aspetto economico, considerato il valore di quanto rinvenuto (oltre 80.000 euro ndr), che sotto quello investigativo essendo la refurtiva e i due mezzi sottoposti a rilievi per cercare di trovare anche in sede scientifica una svolta investigativa in quanto gli operanti hanno proceduto all’esaltazione delle impronte digitali che verranno inviate al Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Parma per le indagini di comparazione con i soggetti pregiudicati censiti in Banca Dati. Indagini quelle condotte nel massimo riserbo dai Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza che sono coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia.

