I bancari modenesi sono in prima fila nella lotta alla criminalità e al riciclaggio del denaro “sporco”. Nel primo semestre 2012 hanno eseguito 462 Sos (segnalazioni di operazioni sospette); in Emilia-Romagna solo Bologna ne ha segnalate di più. Da notare che nel 2010 Modena era terza in regione con 308 Sos (dopo Rimini e Bologna) ed è passata al secondo posto l’anno scorso con 716 segnalazioni. Non tutti sanno che dal 1991 le norme assegnano al dipendente bancario una responsabilità precisa, diventata poi anche penale, qualora non si effettuino alla Banca d’Italia le apposite Sos; se, cioè un’operazione bancaria è alla base di un’operazione illecita, successivamente scoperta, il dipendente bancario diventa responsabile nel caso non abbia effettuato le dovute segnalazioni, venendo così coinvolto nei procedimenti giudiziari conseguenti. Per questo a volte capita di fare la fila allo sportello e, quando accade, ai lavoratori è richiesto di velocizzare l’operazione dai superiori o da qualche frettoloso cliente che si lamenta. La materia è talmente delicata che i sindacati chiedono da tempo una formazione continua e di alto livello. «Quando le aziende, cioè le banche, non compiono il loro dovere, dobbiamo pensarci noi – rivela Paolo Bellentani, segretario provinciale della Fiba-Cisl, il maggiore sindacato modenese dei lavoratori bancari – Siamo arrivati al punto di organizzare direttamente assemblee, in orario di lavoro, per fornire un’adeguata sensibilità ai lavoratori rappresentati, necessaria per valutare i casi e l’effettiva rischiosità delle operazioni bancarie effettuate. Ultimamente abbiamo tenuto cinque assemblee che hanno visto la partecipazione di 400 lavoratori. Il problema è che i bancari modenesi sono complessivamente 5.200…» La Fiba-Cisl di Modena ha inserito la formazione sulle norme antiriciclaggio tra le priorità della sua azione a tutela dei lavoratori. I dati dimostrano il grande valore economico prodotto da uno scrupoloso controllo della legalità. Tra il 1997 e 2011 a livello nazionale sono state effettuate oltre 190 mila Sos; 199 di queste, per un valore di 280 milioni di euro, sono state bloccate dall’autorità giudiziaria e/o dalla Guardia di Finanza.
«Poiché l’82 per cento delle segnalazioni totali arriva da banche e Poste – osserva Bellentani – una buona formazione, soprattutto a partire dal “basso” e cominciando dal personale di filiale, risulta un metodo molto efficacie per aiutare il nostro sistema economico a rimanere sano e sostenibile. Nelle province in cui abbiamo incontrato i lavoratori le Sos sono aumentate del 117 per cento, contro un + 85 per cento registrato nelle province in cui non abbiamo tenuto assemblee». Studi, indagini e riscontri di polizia indicano che la figura dei cosiddetti “uomini-cerniera” è determinante per il successo di un’infiltrazione mafiosa; il passato insegna che alcuni di questi “uomini-cerniera” si nascondevano anche tra i dipendenti bancari. «Questo non deve più accadere – sottolinea il segretario dei bancari Cisl – Un’efficace formazione, condivisa con le aziende (a volte troppo attente soltanto al ritorno economico di un’operazione), può permetterci di rendere consapevoli delle proprie azioni, fino in fondo, anche i dipendenti bancari e impedire che gli obiettivi di budget si trasformino in un totem al quale tutto sacrificare». Per contrastare la criminalità organizzata, favorire la legalità, il lavoro e un’economia sana e sostenibile, la Fiba-Cisl di Modena aderisce al “Progetto San Francesco – Centro studi sociali contro le mafie” (www.progettosanfrancesco.it). Inoltre aderisce a “Ricicliamoli”, una campagna di raccolta firme affinché il 35 per cento dei soldi confiscati ai mafiosi vada a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese in difficoltà.

