Nel 2011 la cooperazione ha tenuto le proprie posizioni sul fronte del lavoro dove gli occupati fissi sono aumentati dell’1% raggiungendo circa 39.300 unità. I soci cooperatori sono cresciuti del 4,2% superando il milione e 300 mila unità e il valore della produzione aggregato di un campione di circa 150 cooperative aderenti si attesta a 12,4 miliardi di euro, in aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente.

Questa variazione, pari a circa 700 milioni di euro, è però imputabile sostanzialmente alle migliori performance delle strutture consortili nazionali. Al netto di questo incremento, l’andamento del valore della produzione delle cooperative aderenti a Legacoop Bologna registra un calo dell’1,6%, a conferma di un 2011 particolarmente duro, in particolare per alcuni settori.

Ad eccezione della distribuzione che chiude il 2011 con il segno più (+3,7%), per effetto principalmente dell’apertura di nuovi punti vendita fuori dai confini bolognesi, dell’agroalimentare (+2%) e della cooperazione sociale, le cui dinamiche espansive (+3,2%) risentono delle acquisizioni di servizi fuori Bologna, tutti i settori dell’economia cooperativa registrano cadute consistenti di fatturato, con punte più evidenti nell’abitazione (-22%) e nella produzione e lavoro (-12%), per il forte andamento negativo del settore immobiliare privato, il persistente blocco delle opere pubbliche e i ritardi di pagamento da parte della P.A.

“Parlare di consuntivi 2011 ora – commenta il presidente di Legacoop Bologna Gianpiero Calzolari – è come parlare di un’era geologica fa. I numeri ci restituiscono un quadro di apparente serenità, ma dietro l’aumento dei fatturati si celano importanti erosioni dei margini e anche la tenuta occupazionale nasconde elementi di criticità dettati dal ricorso agli ammortizzatori sociali”.

Nel secondo semestre 2012, sono 32 le cooperative associate che hanno avuto accesso agli ammortizzatori sociali, per un totale di circa 1.284 lavoratori che crescono del 28% rispetto al 1° semestre 2012. Relativamente al sima di maggio, invece, le circa 700 posizioni aperte ai primi di luglio si sono progressivamente ridotte per la concomitante ripresa delle attività.

“I nostri numeri – prosegue Calzolari – riflettono le peculiarità della cooperazione bolognese che annovera alcuni grandi player nazionali che continuano ad espandersi fuori dai confini bolognesi. L’occupazione sembra crescere ma in realtà non cresce, almeno non a Bologna. Non è “nuova” occupazione perché qui si fa fatica a trovare nuove opportunità di sviluppo e soprattutto scontiamo tutta l’incertezza legata al rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga per il 2013 e all’eterno rinvio delle opere pubbliche locali, principale strumento per rilanciare l’occupazione e l’attrattività di Bologna. Finora noi cooperatori – conclude Calzolari – abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per mantenere l’occupazione. Ce la stiamo mettendo tutta e ci conforta sapere che siamo dalla parte giusta, dalla parte del Paese fatta di imprenditori e lavoratori onesti che ogni mattina si rimboccano le maniche per fare la propria parte”.

Fatturati in calo, margini che si assottigliano ulteriormente, credito come nodo critico e faticosa tenuta dell’occupazione rimangono le previsioni dell’economia cooperativa anche per il 2013 e saranno al centro della riflessione dell’Assemblea riservata ai Delegati di Legacoop Bologna.